251 UDXXVII, OTTOBHK. 252 perse Venere da sera per non haver munilione, nè gente bastante a mantenerlo. Et qui col nostro exercilo babbiamo un bon numero de guasconi al governo del conte Piero Navaro, et aspectanio alcuni lanzinecbi. Apresso in Abbia li è certo podio numero de fanli, quali non credo aspelerano die li amiamo ad acampare ; ma el principal ogdlo cfie siamo venuti qui è che havessemo notitia come li nemici, da poi el levar suo de Abbiagrasso erano passali el Ticino, el per serarli noi de là havemo accelerato el camiuar. Quando siamo siali qui havemo aviso non esser loro passati, ma fatto una certa giravolta, et andati a caslel Santo Geor-gio et Gallerate magnando et resldlando quanto poleno rapire. Non sapemo ancora se sono ritornali in Milano ; ben babbiamo mandato messi ad intender. Di quanto succederà, vi avisarò. Noto Si bave per avisi, come a Galera erano gionti 3000 lanzinech con monsignor di Vaudemon, quali monsignor di Lulrecb li ha inviati a conzon-zersi con li lioslri. Da poi disnarfo Pregadi, el ledo queste soprascritte lettere. Fu posto, per il Serenissimo, Consieri et Cai di XL, Savii del Conscio et terra ferma, una parie di questo tenor : È tanto il bisogno che se ha de danari per li exercili nostri, che sicome questo Conseio ha inleso da le lettere lede, non solamente i non se potranno augumenlar, ma etiam l’è in grande pericolo che’l se disolveno se prestissimo non sia fala provisione. Et però importando questo suinmamenle al Stalo irosi ro ; L’anderà parie, che ’I sia posta una lansa al Monte del subsidio la quale se debbi pagar in contadi a l’oficio di Governatori di l’inlrade, con don di ducali 10 per 100 a quelli che la pageranno per tulto dì 8 di Novembrìo proximo venturo : el qual termine passato, siano tenuti li dilli Governadori la malina del giorno immediate sequenle far porlar in Collegio el zornal dove se babbi a laiar talmente sotto, sì! che più non se possi scoder con el dillo don sotto pena de privation de l’oGcio, et de ducati 500 da esser scossi per li Avogadori di Comun senza altro Conseio. Quelli veramente che pagarano la ditta lansa per tulto dì 20 del mexe di Novembrio proximo, debbano haver don di 8 per 100, qual più non se possi dar ad alcuno passalo esso giorno 20, ma l’altro, immediate da poi se habbi a serrar per li dilli Governadori et lirar le marcile nel zornal, sicome è predillo. Fu presa. Ave : 103, 50,2. Fu posto, per li Consieri sier Marin da Molin, sier Marco Minio, sier Alvise Mocenigo el cavalier et sier Filippo Capello. È passato anni 5 che li Auditori nuovi, iusta il solilo, non è andati in sinycà, et hessendo venule assà querele a la Signoria nostra, è bon mandar fuora li ditti Auditori da terra ferma. Però sia preso, che andar debbano per dì 15 Fehrer proximo, aìiter vadino li elecli in loco suo. Fu presa. Ave : 129, 25,' 1. Noto. Li Auditori sono sier Nicolò Bolanl, sier Jacomo Barbaro qu. sier Alvise, sier Bortolomio da Canal qu. sier Marin. Fu posto, per li Savii del Conseio el terra ferma, alento le lettere del Locholenente di la Patria del Friul, per sue lettere di 30 Avosto et 30 Sep-lembrio, zerca le fortificatoli di la terra di Udcne, el al dillo domino Zuan di Slrasohlo orator di Utline, che quella comunità voi spender del suo in 162» ditta forlilìcalion ducali 10 milia a ducali 1000 a l’anno, come hanno preso nel suo Conseio ; però sia preso che debbi forlifichar la ditta città con ingegneri pratici, principiando dove è più bisogno, et a ogni loro requisilion il Collegio li mandi persona pratica a questo. Ave: 121, 22, 6. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL et Savii, essendo comparsi in Collegio domino Francesco Baiatalo cavalier et domino Bironimo Bravo dolor oratori di la comunità di Verona, rechiedendo, cum sit che il merchà di Soave sia stà libero el (ranco, et par, del 1524, 30 Avosto in qua, per ledere di la Signoria, sia stà imposto una angaria di uno qualrin per minai di formento et segalla a quelli che compra, el se ne exlrase per le montagne assà biave eie. Però sia preso che sia levato dilla gra-veza ut in parte, nè più si possi scuoder ut in parte, sotto pena. Fu presa. Ave: 111, 22, 2. Fu posto, per li ditti, poi lela una suplicaliou di uno Francesco Lascaru di Candia condulor del dazio di le frule del 1524, nel qual tempo fu la peste, el resla debitor di certa quantità, che li sia falò re-storo ut in parte. Ave : 125, 18, 10. Fu posto per li dilli atenta la suplicalion di ho-meni et comun di la villa di Piasenza, distretto di Castelbaldo, che per li danni et ruine palile per le inondation di l’aque hanno perso l’arcolto, ruinà le caxe, et hanno convenuto redursi^a star sopra casoni falli sufi arzeri; per tanto sia preso che siano fati exempti reai et personal per anni Ire, ut in parte. Fu presa. Ave: 138, 8, 4. Fu posto per li dilli, che a li frali di San Fran-