317 MDXXVII, NOVEMBRE. 318 negro, in locho del qual andoe sier Piero Morexini qu. sier Alvise electo per danari ; el referile di le cosse del suo reziraento. Jusla il solilo fo laudalo dal Serenissimo. ‘202* Da poi disnar fo ordina Pregadi el Conseio di X, con la Zonla. Del procurator Pixani vene lettere da Todi, di 15. Come il Capilanio zeneral si parli la malina el vien a Venelia, el starà 3 zorni a.....el scrive longamenle di la mala contenleza sua. Scrive haver lettere di Roma di castello del Cardinal suo fio!, di 8, 12 el 13. In la prima esso Cardinal scrive che adì 7 si levò alcune compagnie di fanti spagnoli a rumor, el andarono a la volta del reame, unde quelli capi li andono driedo, et 500 feno ritornar, et 400 andono di longo. Scrive zereha] l’acordo, che voleno assà danari et lanzinech voriano do page in zorni 15, cosa impossibile a trovarli, licet habbino haulo una paga ; li quali per lettere di 12 si amulinorono el volseno quasi amazar il marchexe del Vasto, qual si salvò in castello. Scrive, li capi feno ritornar 500 spagnoli in Roma, ma 400 andono di longo a la volta di reame, el hanno sacbi- zalo uno castello nominato ,.....Scrive che spagnoli, volendo danari dal Papa el presti, fanno ogni cosa fino mandar a Napoli a trovar 4 el più che vogliano esser (ali dal Papa cardinali, che li da-gino 25 milia ducati per uno, el par ne trovano 4, ma li danari saranno promessi ma saranno longi. Scrive, che in Roma tutti i legnami di le case è sta bruxali eh’ è una ruina grandissima. Item, che spagnoli et lanzinech ussiranno di Roma el anda-ranno ad alozar in la Marcha, per esser in locho di poter difender il reame bisognando, che pur le-meno di l’armada eie. 203 Da Udene, di sier Zuan Moro lochotenenle, di 15 Novembrio 1527, manda una lettera habuta dalla comunità di Venzon. Magnifico et clarissimo eie. Scrivessemo a vostra signoria altre nostre zerdi a le cosse de Allemania. flora per un’altra via habbiamo inteso che in Salzpurcb il reverendissimo episcopo fa brasar, ìmpicliar el anegar diverse persone per causa delle cose lulherane, el si dice sua reverendissima signoria haver nelle carcere da 150 persone tra preti, laici et donne, et haver fatto bruxar un suo prete di i primarii che l'ha- vesse ; et che’l se havea novamcnlc levata una co-ruplela che li homeni atrovavano qualche uno che havesse mogliere, el li dicevano imprestarne tua moglier per questa nocte che domai) ti la rendarò, et ohe alcuni assentivano di voluntà et alcuni por fìtto ; qual coruplela esso reverendissimo episcopo ha deliberato totalmente exlirpar. Et questo è la verità, perchè io ho parlalo cum persone che vengono da Salzpureh, quale me hanno aflirmalo haver veduto a brasar persone per lai disordini, et che assai cittadini sono scampali, et che il duca di Baviera fa il medemo nel suo ducalo, sogiungen-domi che’I serenissimo principe Ferdinando havea mandato 50 alabardieri cum uno barisello, cho loro il chiamano prevos, ad una terra apresso Linz dimandala Belz, dove morite lo Imperador, ad effecto de obviar el casligar lutherani, et quelli di la terra li hanno tagliati a pezi. Quali disordeni se iudica saranno de non poco disturbo alle coso del Serenissimo Principe ; nè altro. Venzoni 15 Novcmbris 1527. Sottoscritla : De V. S. servilor Anto.nws Bide-murio, capilaneus tcrrae,et comunitas Venzoni. Copia di la lettera del conte Alexandro da 203* Nuvolara, scritta al Cardinal di Mantoa per la liberation di i orator Venier, era suoprexon, mandata a la Signoria per lettere del provedador Pexaro, di 16 Novembrio 1527, a hore 5. • Reverendissimo el illustrissimo signore, signor mio obscrvandissimo. Per segno do la vera servitù che porlo a vostra reverendissima signoria che ne ha scritto io recomandationc del magnifico roesser Domenico Venero, non ho lasciato di pagare, come ne è testimonio lo illustrissimo signor suo fratello el tutta questa armata, 1400 scudi alli doi zenlilhomeni spagnoli che havevano la parte loro de la rancoue del ditto magnifico, zoé 200 scuti in contanti el 500 in poleze per ciascuno. Cussi ho scritto che menino el donino esso magnifico a quel Serenissimo Prencipe et Illustrissima Signoria liberamente. Se in altro posso far cosa grata nè servitio a vostra reverendissima signoria, la soplico a comandarmi, racordandoli che li sono fedelissimo servitore, et