485 MDXXVIH, GENNAIO. 486 nia per el re Zuane Vayvoda, havea rebellato ad esso Vayvoda et venuto da l’Archiduca, et li havea dato la vera corona de San Stefano del regno de Ilongaria, cum la qual esso Archiduca si coronò a dì 3 di Novembrio in Alba regai, et la Arehidu-chessa si coronò el giorno driedo. A la qual coro-nation li fu l’arziepiscopo di Strigonia domino Pau- lo Diaco nominato, et il magnifico Petro Pereni predicto, et un Valentin Turuch, qual novamente ha rebelato al Vayvoda, et il magnifico domino Alessio Turso, et il magnifico domino Andrea Bat-tor fralelo del Palatino; et che l’Archiduca ha confirmalo el dillo domino Paulo Diaco archiepiscopo di Slrigonia. Et che ’I se diceva che lo Archi-duca haveva pochi danari, et che pur se sleva a pensar dove el potesse baver soccorso nè subsidio ; et che al suo partir el vide passar el Danubio le gente di Ferdinando che non sono più di 3000 persone ; et che li cavali erano molto mal in ordine, deserti, spogliali, discalzi a modo furfanti ; el che dilli cavali erano da 400, capitanio di essi Valentin Turuch. Et che se diceva che queste gente andavano per tuor Agria dove li è uno capitanio del Vayvoda ditto Bodo Ferenz cum cavali 500, et die ’1 Vayvoda è cum el suo exercilo poco più in su de Agria, et che ancora el non è stato a recuperar Cassovia, perchè el pretende de primo venir a trovar P Archiduca. Et che ’1 Vayvoda, dove el trova vile o castelli o servitori di suoi ribeli el va meten-do foco el fiama per tulio, amazaudo lutti didi servitori che chi li ha rebelato ; el mele tanto teror che non si potria creder, et maxime lutti li beni di domino Andrea Battor. Et che tulli a Buda el in Pesi stanno cum gran paura di questo Vayvoda, et che (ulto el popolo et vilani chiamano il Vayvoda por Re per esser homo iusto, di summa integrità, et non voleno sentir che Io Archiduca sia Re. Et che lo episcopo di Transylvania li voleva rebelar ancor lui al Vayvoda, et che '1 Vayvoda P ha facto pigliar et li ha facto dar fora ducati 30 milia d'oro; et che non scia se lo habia vivo iu pregion, o se lo habi facto morir. El che cum el Vayvoda li è lo episcopo di Zagabria et il conte Zuane Corbuich de Corbavia et domino Stefano Bathor palatiti ; el che el conte Bernardin di Frangipani ticn la Croatia per nome del Vayvoda, el che ’I dillo Vayroda fa baler ducati da 2, da 4, da 6 el da 10 ducati P uno, el soldi et philieri, over bezi d’oro, el soldi el grossi d’arzenlo ; et che se dice che l’ha danari assai et fa cavar le minere che P ha in Transylvania a furia, et die P ha tulle le minere in le man. Inlerogado se '1 serenissimo re di Polonia dà soccorso al Vayvoda, dice de non, et che ’1 sta neutrale ; ma ben 315 se dice che li valachi tieneno dal Vayvoda, el che ’I re di Polonia è vivo. Inlerogado di le cose di Boemia, dice che ’I non ha inteso cosa alcuna. Dice ancora, che se quelli signori hongari non havesseno tradito, el Vayvoda restava vincitore contro P Archiduca quando i feceno questo Seplembrio el fallo d’arme ; et che quando el Vayvoda fu rollo, lanee-chinech si messeno dentro in castello diclo Tochay, et che’l Vayvoda lo minò de sotto et li dette el foco et fece ruinar tutto il castello adosso i lanzchenech ; et se ritrasse poi, el disse al popolo: « Nou ve dubitale; se l’Archiduca torrà Buda non li fe’ resistenlia altramente aziò non habiate danno, perdio ad ogni modo io rilornarò presto potentissimo. » Inlerogado di le Regine, dice che la Regina che fu del re Lodovico morto è in uno castello dillo Ovar, d la Archiduchessa era in Strigonia, et passate le feste la voleva ritornar a Vienna per esser graveda. Dice ditto Domenego, che P ha inteso in Buda da più persone che Uannibal da Carlagino da Esle, che soleva esser camerier del Re morto, è spion in questa terra, et non scia di cui. Item, dice che el venir da Buda a Viena non è libero, et che niuno po’ venir se non ha uno salvoconduto over patente del Principe ; et che pe<* tanto esso Domenego fece la via di Posouia via, el che P ha veduto il caste! di Posonia che era tulio sbusato in le mure da le ar* telarie che fece trazer lo Archiduca quando lo volse baver ; el che per tulli i passi si cerca li viatori et li ritien, salvo che mercadanli queli lassano passar. El che lui Domenego è sta relenuto do volle, una in Stiria ad uno loco diclo San Vido, et P altra in Vilacho : et per dir che l’è messo di mercadanli, P hanno lassato andar. Item, dice che la Drava c giazala, et che turchi fanno gran corarie su P Hon-gatìa fino a Cinque Chiesie, et menano via bora 25, bora 30, hora 50 anime. Item, si excusa el dillo Domenego se Pè sialo longo, perochè ne P andar era la neve molto alla che li cavali non potevano andar se non pianamente, et nel ritorno ha trovato le vie giazale et mala via da cavalcar ; per il che se conveniva far poco camino. A di 15. Li malina, vene in Collegio, per i gjgi^ qual fo mandati, il Legato con l’arzivescovo Sipon-lino, et da poi il Serenissimo, diloli alcune parole, li fece lezer la risposta presa beri nel Senato, diti) La carta 315 ’ é bianca.