151 MDXXVII, OTTOBRE. 152 Dal campo apresso Pavia, a dì 29 Sep-iembrio 1527. Vene in Collegio monsignor di Baius . \ . Vene l’orator di Milan con avisi hauti di l’ora-tor Taverna è in Pranza, zerca quelle occorrente, et altre cose. Vene l’orator di Ferrara per causa di certi sali Di sier Domenego Contarini provedi tor annerai, date al campo sotto Pavia, a dì 29 Sep-tembrio, hore 3, a S. Jacomo. Come hozi a hore 13, da Lartilago, scrisse il levarsi in quella hora P anliguarda, la qual zonse in hore 3, et poi seguendo il resto del campo, sichè a hore 23 tutti zonseno qui, et cussi si siete in hataia fin ditta hora et si poseno ad alozar li a S. Jacomo, Santo Spirilo, S. Paulo et S. Polinar, lochi per uno tiro de arcobuso lonlan di la terra a la banda di sotto su le ripe di Texin. Il campo di franzesi è marchialo etiam lui a la volta di Pavia, et sono andati alozar a la banda di sopra in Bnrgoralo, S. Salvador et altri fochi lontano dì Pavia come il nostro. Scrìve tenir che diman di nolle si pianterà le artellarie et sì comenzarà a batter; ma bisogna danari, perchè sono alcune compagnie di fanti che è passà zorni 45 non è stà pagali, et è carestìa de viver insuporta-bile. Scrive, P ha aviso di le 3 bandiere che ussite di Pavia inirorono in Milan, et poi questa nolle passala il signor Antonio di Leva le fece ussir per farle'rilornar in Pavia, et per la longeza del camin feno et le male strade se perseno, talché di 250 fanti cho erano sotto dille bandiere, non è intradi in la terra se non da 60 in 70. Et questo si ha inteso per uno di ditti compagni preso da nostri. 102 Di Bavetta, di sier Alvise,Foscari provedador, di primo Octubrio 1527. Avisa come hozi Cesare Gavina, Octavian de Nuldo, et alcuni altri capi con zerca 1000 fanti comandati, trati da sue montagne, sono venuti a la obsidion dì Russi et credo pigleranno quel castello. Et el signor è stà ... . por esser lui povero et poco ad ordine di monition el altre cose necessarie ad aspectar uno assedio. Non son mai resegali far tal motioue fino che per mie lettere non sono stà certificati questo signor non esser da mi favorito, nè la Signoria esser per darli alcun aiuto. Da Furlì me vien dato uno altro aviso, che ’1 Guìzar-dìno, zioè missicr Francesco, ritorna presidente in Romagna, havendo lui tratto la moglie et figli di Venetia, et factoli andar in Toscana, dove è lanlo morbo et suspition di guerra. Scrive star con qualche sospetto di questo, et per comission di cui fazi lai cosa. El è vero che in questi zorni, dimandalo la rocca dì Cesena a Bernardo Spina castellano, li ha mandato ti contrasegni vechi, colui li ha risposto voler mandar a Roma. Copia et summario di una lettera scritta per 103') Hironimo Anzolelli vicecollateral, scritta a sier Toma Moro fo capitatilo a Verona, data nel campo a Sterpetto, a li 27 Sep-teììibrio 1527, hore 3. Nui de qui stiamo in continua speranza della venuta dì Lutrech, che ’1 mandi almen qualche poco di fanlarie de ordinanza per finir queste gente di qua, le qual finite, sarà finita la impresa così de qua come del reame el de Lombardia ; ma vedo tardar et è nocivo. L’armala etiam non appare, la qual se comparisse disturbaria la exactione de li carlini 4 per fuogo posta al reame, et faria metter in fuga inimici che sono discordi tra loro amutinali, li lanzeneoh iti a la volta di Roma, i quali io vorei veder cum tulli ì spiriti de tirar a la nostra et darli danari, che cum quelli se finiria di qua la impresa senza altro adiuto. Nui si volemo spinger verso Spolelì, il che farà facilmente levar hyspani da Terni et andar verso Roma anche loro. Tengo che i Lanzìnech vorano il Papa ne le man per pagarsi. Il Viceré slava mollo male in dubio di la vita nel regno. È gionlo a lui quel frale generale che andò in Spagna cum la liberation del Papa per quanto si dice, ma condilìonala. Di qua la peste fa processo grande da ogni canto, el non si potemo guardare. A P illustre signor Capitanio sono morii li ragazzi, a li fanti nostri corsi sono morti in Perosa tanti, che la è quasi abandonata. Questa peste é acutissima et spaza presto la brigala, il signor Dio ne conservi. Del campo francese sotto Pavia, di 30 Sep-tembre 1527, scritta per Zuan Andrea da Prato vicecollateral a li rrctori di Brexa. durissimi domini colendissimi. Scrissi, essendo a la Certosa, il nostro gionger di lì, et le causo se haveano indulì questi signori a (1) La carta 210 * è bianca.