237 mdxxvii, ma aricordava si ha a far con spagnoli ch’è artificiosi, Derò si doveria scriver in Franza, che non ostante queste pratiche di paxe, si atendi a far bona guerra ; con altre parole ben dille. Et fè bona renga, ma nulla fo conzato in le lettere. Et andò tre parte..... 154 Summario di una lettera dal campo di Lati- dr.iano, di 22 Octubrio 1527., a% hore 5, di sier Eironimo Contarmi qu. sier Anzolo. Questi signori heri, inteso che i hebbe che li inimici andava a Biagrassa, scrisse al magnifico caste-ian di Cremona, che si alrova governalor in Pavia, che mandasse do bandiere di fanti a socorso di Biagrassa. El dillo questa notte passala rispose non poter far andar dille bandiere, perchè la zenle non era pagata. Tamen questa sera havemo haulo aviso che ’1 ge havea dato uua sovenziou de sui danari, el li havea inviali questa malina con ordine i fesse ogni cosa per mirarli : non so quello barano fato, perchè havemo de li nemici, che li audò sollo hozi a bona bora. Questa matina fo (allo cavalcar el magnifico missier Piero da Longena et il signor Ce-, sare Fregoso con homini d’arme 250, fanti 1000 et bona parte de li cavalli lizieri, con animo i desturbasse el nemico, el tentasse di meler in la lerra 100 arebibusieri. La dilla cavalo,baia andò fino a Binasco, et Irovò li lutto il resto di la zenle cesarea et il signor Antonio da Leva in persona, il qual era lì per favorir le zenle che era a l’obsidion. Tulio hozi una parte el l’altra hanno scaramuzalo; ma lion è seguito danno di momento. Si fece etiam cavalcar il conte di Gaiazo a la slrada di Milano con zenle d’ arme, et fantarie, el cavalli lizieri'per lenir il nemico in zelosia ; et è corso senza ritrovar niuu sino a Milan. Questa sera una parie el l’altra è zonla al campo, et per quel havemo, li imperiali sono ritornati in Milano lassando però l’assedio a Biagrassa, per quel si ha potulo intender. Fo spa-zalo questa notte in posta al ciarissimo Pexaro a significarli quanlo era sucesso, con ordine che el comunichasse a monsignor illustrissimo di Lulrech, domandandoli quel aiulo et favor che a sua signoria pareva. Qual par babbi subito consultalo, et di comune opinion deliberò di mandarne a la summa di 10 milia fanti, omnibus computatis. El cussi subilo li feze passar Po sotto il governo del conte Piero Navaro, el è venuti ad alozar mia 12 luntan 154« da Lodi. Questi signori ha fallo consulto et ha mandato homo a posta per veder de tirarli a Marignan OTTOBRE. 238 doman, et credo fazilmente verano per esserli solimi mia 22. Si sarà insieme, et del successo avi-serò. lo e tulio il resto che sono di qui, speramo che sla cosa habia a esser la salute el liberation de Italia, et speramo che sta movesta falla per il signor Antonio habbia a esser la sua lolal ruma. Che Idio cussi permeiti. Da Crema, del Podestà et capitanio, di 23. Ho per lettere da I’ exercilo, come il conle Piero Navaro con li vasconi el lanzinech si partì questa matina da Casal Pusterlengo, el doveva questa sera alogiar a Marignan o saltem a Lodi vechio. Se disegna, gionte le genie francese a Marignano, li nostri vadino a San Martino per metter in suspelo li inimici de Milano, el poi con le spale di francesi mettersi in Monza. Nou si ha ancor nova che le due bandiere del Pizinardo capitanio del signor Duca sii miralo in Biagrassa. Li 1000 fanti el 250 home-ni d’arme et lizieri mandali a la volta del Leva sotto il governo del signor Cesare, con ordine si metlesseno la nolle passala in Binasco over a la Certosa, incontrati ne li inimici, quali, come si dice, erano grossi, si è retiralo con le gente, scaramu-zando con inimici sin de qua de Binasco quattro mia, con perdila di Ire cavalli legicri et uno morlo, e( aquisto de uu homo d’arme spagnuolo. Pensavano che dilli inimici si dovesseno metter in Biua-sco. Andò etiam il conte di Gaiazo con 100 homeni d’armi et allralanli legieri et 100 arebibusieri a la volta di Milano, per dar suspelo a li nimici. Adì 25. La malina, vene lettere di campo 155 da Landriano del Proveditor generai Contarmi, di 22, hore 5, el di Crema del Podestà et capitanio, di 23, il sumario di le qual ho scrillo di sopra. Vene in Collegio l’orator di Milan insieme con quel Domenego Snuli zenoese, qual etiam vien come oralor del Duca predillo con lellere di credenza. Et sentali lutti apresso il Serenissimo, dillo Sauli expose il signor Duca si racomandava, el ogni ben suo conosceva haverlo da questo excellentissi-mo Sialo. El havendo monsignor di Lulrech prosperato in la recuperalion del Stato, se l’andava a Milan con li exerciti si baveria fallo bon frutto ; però, che andato esso signor Duca a Pavia a persuaderlo nou ha potuto oblenir, et è passato Po con il suo exercilo, et ordinato la Signoria habbi di qua li soi 15 milia fanti iuxla la capilulalion di la liga, el 3000 esso suo Duca. Pertanto rechiedeva