787 MDXXVI, FEBBRAIO. 788 che l’Imperador prima voi aspelar la relificalion di capitoli di la Franza. Etiam il Re li dà danari a Cesare; non sà la quanlilà. Scrive, questi dii castello erano ogni dì a la scaramuza. Vien confinati zenti-lhomeni a Pavia e altrove. Li lanzinech zà 4 zornì si voleano partir per non haver danari. Questi signori cesarei hanno trovalo ducati 4000 e dati ai loro capitami prometendo presto darli il resto, e si sono aquietali. Ralael di Palazolo ha scrillo a! Marchese lutto sarà ad ordine, qual é in le terre di la Signoria. Scrive, volendo quelli dii castello ussira luor il corpo di Zuan Paulo di Castello che fo morto in la scaramuza, li cesarei non volseno, unde li capitani di lanzinech have a mal et......lasano venir do fuora dii castello al so’ piacer. A dì 2 fo falò una scaramuza. Milanesi è disperali per questo acordo, e dicono, si sperasseno di haver qualche luce laierano a pezi costoro, quali dicono aspelar lelere di Spagna e poi venirano su quel di la Signoria. Item, scrive ditto conte Alberto Scoto, come mandoe una lettera di la consorte dii conte Zuan Francesco di la Somaia che importava, et chi la portò la dete a la posta e ai Urzi che dovea mandarla per messo a posta, et però desidera saper se ha hauto bono recapito. A dì 7. La mattina, fo lettere di Austria, di V Orator nostro, di 26 et 27 più vechie di le altre zà haute. 11 sumano scriverò di sotlo. Di Crema, dii Podestà et capitanio, di 4, hore .... Per uno mio venuto da Milano, partile beri a hore 18, riporta come il marchese dii Vasto questa seplimana passata haveva invidato molti zentilhomeni de Milano per andare a la caza a Ve-gevene, et par si discoprisse che ditto Marchese li haveva invidali per condurli a Pavia, li quali poi voleva far metter in castello ; et li dilli zenlilhomeni non hanno voluto andar, et se dice che hanno per-longata la dilla andata al giorno de Mercore o Zo-bia che viene, che sarà a dì 7 over 8 di questo. Item, dice che tutti li zenlilhomeni de Milano stanno di mala voglia, perchè el marchese dii Vasto et signor Antonio da Leva hanno fallo far uno comandamento a missier Benedetto del Tosso et a li fratelli et a domino Antonio, de la Telia et a molti altri, per mandarli via. Item, dice che quelli dii castello ogni zorno enseno fuora et scaramuzano cum li lanzichinech et ne ferisseno et amazano molti, et che quelli dii castello fanno triegue cum li lanzichinechi per tre o quattro hore del zorno et parlano insieme. Item, dice haver inteso che alcuni capitami de lanzichinechi furono a disnar in castello cum il Du- cha, et poi disnar ritornorono fuora. Item, dice che al presente in Milano se trova poca gente da guerra rispeclo a quelli erano prima, et che a suo iudilio non li sono di le Ire parte l’una, per esser parliti et morti. Item, dice che questa septintana passata vene molte slafele la notte in Milano, el li spagnoli andavano dicendo che le vegnivano da lo Imperatore che diceva dovesseno levar le gente dii castello, perchè erano aconlalo Cesare cum Franza. Item, dice che li cesarei heri da malina et non beri P altro andavano dicendo che Cesare et il re Chrislianissimo erano acordali, et che il Re toleva per moglie la sorella di lo Imperator, et che l’aveva dato el ducato di Bergogna a lo Imperator e li ha-vea renuntiato il ducalo di Milano, el qual P Impera lor haveva diviso dillo ducalo una [flirte, zoè Cremona et Geradada al ducha di Milano, et al ducila de Barbone Aste, Alexandria e Tortona, el Milano cum il resto dii Stato al fratello di P Imperator. Item, dice che ’I populo de Milano non credeva lai cose, el alcuni di loro dicevano el ducha de Milano starà mal, et la Signoria de Venetia. Item, Lodi et altri castelli fanno el hanno fatto alegreza de campane et arlellaiie. Item, lutti questi capelanii sono 525* ne la Geradada et lodesano sono andati a Milano. Se iudica siano andati per conferir cum il marehexe dal Vasto el altri capelanii. Item, scrive ditto Podestà di Crema. Come ha hauto una lettera dii marchese dii Vasto in risposta di la sua qual manda inclusa, per la qual scusa il danno fatto per spagnoli sul cremasco, qual non è sta di mente di loro capitani! cesarei; e ha ordinalo il tulio sia restituito el a quelli ha fatto il danno scrive se li darà il condegno castigo, dicendo hanno fallo per esser mal pagali. Di JBrexa, dii Proveditor generai . . . Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zonta, et 526* fo lettere di Roma, di l'Orator nostro, di 30 di ') Zener, et .... di V instante. 11 sumario scriverò lecte le saranno in Pregadi. Fo preso far uno loto di la zoia chiamata il fi-cieto (?) fo dii ducha di Milan, e altre zoie per ducati 10 milia, con ducali 10 milia di contadi. Item, preseno di novo la parte di quelli voleno venir in Pregadi, con prestar ducali 500 da mo a zorni 8, da esser baloladi cadaun in questo Conseio (i) La carta 526 è bianca.