281 MDXXV. NOVEMBRE. 282 13, hore 2. Scrive come le zente erano in Gera-dada esser levale et amiate verso ¡1 cremonese ad alozar ad Antignano et quelli lochi vicini, et che quelli di Cremona hanno contenta dar a li cesarei ducati 6000 di 10 milia li dimandavano, el quelli di Lodi ducali 1000 di 2000 che voleauo. E nota, questo suinario ho seriplo di sopra. Da Roma, di l' Orator nostro, di 7. Come fo dal Papa per saper di novo. Soa Santità li disse nulla havia nè di Spagna, nè di Pranza et havia nova che uno corier spazalo per il Legato veniva per terra, et dubita non sia stà relenuto ili Franza per intender qual §osa, et le lettere manderano a Venelia. Et che per lettere di 5 Octubrio di Spagna, dii reverendissimo Legalo, si ha la bona mente et voluntà di Cesare verso Soa Beatitudine; el scrive poi esso Orator liaver parlalo col reverendo Capua, qual li disse il Papa, per esser il legalo Saiviati imperiai, havia mandato in Spagna Chapin aziò parli con ditto Legalo et fazi bon oiicio al camin voi andar il Papa, el per la bolla fece papa Julio, non voi Soa Santità l’Imperalor babbi il reame di Napoli nè il stato de Milan, perchè non 10 poi lenir essendo Imperatore, esortando Cesare lassi il ducato di Milano al presenle ducila 183* Francesco Sforza. Item, scrive, il Papa li disse attendeva ad accordarsi con questi oratori sguizari, ma pagato questi danari che è debito, bisognava far uno altro accordo con loro, et far intelligenti» nova. Scrive, beri in concistorio fo parlalo di mandar Legato in Germania a la dieta imperiai si farà in Augusta, e a questo il reverendissimo Campeze contradise dicendo, se in dilla dieia volessero trattar cose conira la Chiesia, saria mal che uno Legato dii Papa vi fosse presente. Poi si dubita parlerà no sopra li cento gravamina; etiam di le cose di Lutero, unde fu deliberà non mandarvi alcuno; ma il Papa ha scritto a Cesare non lassi convocar la ditta dieta, et cussi ha scritto a l’Archiduca, volendosi tratar in quella alcuna cosa de fide. Scrive, le do galie del Papa et le tre di la Religion di Rodi fono col re Chrislianissimo a condurlo in Spagna, erano ritornate et zonte a Saona. Scrive sono venute di qui lettere di Spagna di 12; et % il Papa non ha lettere dii Legato, che mollo si meraveia. Dii ditto, di 10. Come fo dal Papa el lo trovò molto di mala voia, dicendo saper che in Franza erano stà relenule le sue ledere li mandava 11 Legato di Spagna. Et scrive, Soa Sanlilà non è per far zente, né altro per adesso, dicendo: « Non semo bastanti nni soli a far movesta di arme per non ¡rilar spagnoli ». Poi esso Orator parlò al reverendo Datario, qual li disse il Papa voleva aspelar lettere di Franza e avisi di Spagna di quelo bavera operalo il Legato con Cesare, avanti fazi cosa alcuna. Item, esso Oralor scrive che ’I signor Alberto da Carpi prega la Signoria nostra non fazi morir quelo amazò quel domino Sigismondo, che’l mandava in Franza, qual è stà preso e condulo a Bre-xa, sicome per lettere di la Signoria nostra si ha inteso de lì, el questo perchè il fiol fo dii dillo Sigismondo vien a Brexa per liaver dal dillo presoli li coulrasegni del padre morto. In lettere di Vorator Venier, da Milan, date 184 a dì 12 Novembrio, 1525, a hore 5 di notte. t Die 12 Novembris 1525. Se contenta ¡I signor Marchese che, reparando la città secondo il solito, cosa alcuna non se innovi circa il castelo di Milano. Che si fazia il iuramenlo di la città, stando la fidelità et obedienlia prestale al signor Ducha di esser fedele a la Maestà Cesarea et non contravenir ad Sua Maestà, nè ad suo esercito, anzi secondo a11re volte ha fallo, prestare adinlo el favore conira l¡ inimici di Sua Maiestale. Che se procuri de praesenti darli 25 milia scudi o circa, et ¡1 resto più presto se poterà sino al compimento de li 100 milia ducali perla investitura, dando epso signor Marchese ogni adiuto et favore a li oficiali di Sua Excelenlia quali habbino la cura de la esatione, et più non impedirà alcuno de li oficiali di Sua Escelentia. Che siano dati li obslagi offerii opportuni et ho-nesti per questa forteza et quella di Cremona. Che sua signoria non habbia ad dare obstagio alcuno per non esser principal contrállenle, anzi capitaneo de la Cesarea Maiestale obediente. Esorta Sua Escelentia ad mandare quanto più presto da la Cesarea Maiestale, offerendoli dare ogni adito et sicurezza. Die 12 Novembris 1525. 184 * Risposta del signor ducha de Milano. Al primo, de riparare la citta secondo el solito, et che non se innovi cosa alcuna circa il castello