213 MDXXV, NOVEMBRE. 214 iustiQcare alcune cose ditte per missier Hironimo Moron o altri, Sua Excellenlia dice che non deside-reria darlo in mano dii prefato signor Marchexe per haverlo sempre hauto ad loco de honorevole fratello, et haver conosciuto ditto Regio homo da bene et fidele non manco ad la Cesarea Maestà che a lei. Ma perchè Sua Excellenlia intende che molle calumnie gli sono dale falsamente, et ditto Rezio è 137’ informalo più che alcuno allro de la innocenza sua, et molte di le cose tralade nel tempo di la sua lon-ga infermitade andariano in confusione) non haven-dolo, lo vole retenire presso di sé per consegnarlo a la Cesarea Maestà o ad chi ad lei parerà deputare per cognoscere la innocenza o demeriti de Sua Excellenlia et de epso Rizio; et però desiderosa Soa Excellentia che la Maestà prefata intenda tutto, ri-zerca el profato signor Marchese di voler sotto li capitoli di la treuga dare adito che uno suo possa andare per terra in Spagna ad farli intendere le ragioni et satisfazione sue, tenendo per certo che ditta Cesarea Maestà si non hora sarà informata sinistramente, et quando piacia al prefato signor Marchexe mandare uno suo in compagnia, lo ha-verà per singulare piacere, et andarano cum, tutta la diligentia sarà possibile. Et il prefato signor Ducha, o al ritorno del suo homo non mancherà de exe-quir quanto per la prefala Cesarea Maestà sarà ordinato circa tutto. 133 dì 7. La mattina, fo lettere di Roma di V Orator, di 4. Il summario dirò poi. Et volendo li Savii far hozi Pregadi, si reduseno daspersi a consultar le parli, et le lettere. Et la Signoria col Serenissimo si reduseno in Collegio a dar audientia, et alditeno il reverendissimo Patriarca di Aequileia domino Marin Grimani, intervenendo quelli di San Vido, zerca le iurisdi-tion, etc. Et volendo li Savii far Pregadi, veneno in Collegio li Cai di X et disseno che, volendo metter una tansa, era necessario far provision di qual sorte monede si voleva fosse pagata, però che sono di oppinion alcuni di bandizar le monede forestiere e metter il Mocenigo che si spende per soldi 24 e il Marzello per soldi 12, calarlo e metterlo a soldi 22 et soldi 11, e bandir quelli dado falsi e far altre provisi-m; et cussi fo ordinato hozi far Consejo di X con la Zonta. In questo zorno, da poi disnar, in chiesia di San Bortolomio fo principia il Studio in questa terra sotto missier Sebastiano Foscarini el dotor, che leze in philosophia. Et preparata la chiexia, vene il Legato et lo episcopo di Limisso Dolze, con altri procuratori, sier Andrea Gusoni e sier Andrea Mocenigo, cavalieri, doctori et altri palrici invidati, fra i qual io Marin Sanudo. Tene le eonclusion Carlo Bianco iìol di Andrea Bianco sotto domino Antonio Marin dotor trivixan lexe in loica, et poi fu fatto una oration in laude di la philosophia eie., per sier Nicolò Michiel di sier Jacomo da la Meduna, et si portò ben e fo compita a hore zerca do di notte. Da poi disnar, adunca fo Conseio di X con la Zonta. Da Miìan, di V Orator, di 4, hore .... Il summario dirò poi. Di Bergamo, di rectori, di 4, hore 2. Scri-veno di quelle occorrente de li, et mandano alcuni avisi come apar. Riporto de Zuan Luca de Pratalonga di la compagnia de Zentil de Carbonara, a dì 4 Novembrio 1525. Come Marti da sera a di ultimo dii passato lui era in Lodi, dove erano poche gente, solum bandiere quattro de spagnoli quale erano a la guardia de pezi 18 de artellarie tra grosse et menute; et che Mercore da mattina a dì primo di questo, se partite da Lodi e andò alozar a Binasco quella sera, et intese dir che ’I signor marchese di Pescara e il signor Antonio da Leva erano miglia 5 avanti, zoè a Cassina, dove allozorno quella sera, et la mattina sequente, zoè Zobia, introrono in Milano cum lan-zinech 4000, homini d’arme 300 et cavalli lizieri 500, et poi introrono bandiere 9 di spagnoli, et beri, che fu Venere, a dì 3, introrono lanzinechi 2000, quali venivano de Saluzo. Et che il prefato signor Marchese mandò a dir al Ducha in castello, che lui ge voleva andar, ma voleva che ’1 Ducha desse suo fradello naturai fuora dii castello, ma el Ducha non ha volesto, et heri sera, da zerca 22 hore, el signor Marchese fu a parlamento, essendo in prato dii castello cum il signor Sforzin nepote del Ducha, et lui li vete parlar insieme, et vide che il signor Marchese partite molto conturbalo. El dito Marchexe domanda alla città di Milano uno taglion de 60 milia ducali ; et che hanno posto 4 pezzi de artellarie in queste 4 porle, zoè porla Romana, porla Tosa, porta Ludovica et porta Senese, et che sono 4 zorni che i lanzinechi tocorno una paga in pano et meza in danari. Dice che dille zente sono alozate in li borgi de Milano, et che el Ducha ha