619 MDXXVI, GENNAIO. 620 se dice qua di le cose de Italia, et temesi che li sopranominali non anticipino la guerra conira lo Im-perator. Non obslanle, se procura di fare che Borbone si contenta de quanto è soprascritto. Lo Impe-rator persevera in dirli non esser per mancarli se lui non la cede; pur potrà intendere per discretio-ne eie. 412 Questi veneno a dì 6 Zener 1525, «orno di Pasqua Epiphania, acowpagnar il Serenissimo, olirà li notadi a dì primo Zener. Sier Andrea Gussoni, procura tur Sier Marco da Molin, procurator Sier Piero Contarmi, avogador Sier Vicenzo Marzello, cao di XL Sier Marco Dandolo, dolor et cavalier Sier Marco Gabriel Sier Alvise Mocenigo, el cavalier Sier Bernardo Sorunzo Sier Alvixe Bon Sier Alvixe Minio Sier Filippo Bernardo Sier Hironimo Basadonna Sier Malio Vituri Sier Andrea Barba rigo, qu. sier Francesco Sier Antonio Bembo Sier Hironimo Querini Sier Francesco Denudo, el cavalier Sier Francesco Coniarmi, a le biave Sier Francesco da Mosto Sier Nicolò Coppo, al Sai Sier Polo Valaresso, qu. sier Ferigo Sier Nicolò di Prioli Sier Vicenzo Trun Sier Lorenzo Miani Sier Bernardo Moro Sier Alvixe d’Armer Sier Francesco Bernardo, sora le Acque Sier Michiel Morexini, fo savio a terra ferma. Questi non veneno. Sier Hironimo Juslinian, procurator Sier Andrea Foscolo, al Sai Sier Marin Morexini, savio a terra ferma Sier Lodovico Barbarigo Sier Lorenzo Loredan Sier Al moro Donado Sier Marco Da Molin Sier Bartolomio Contarini Sier Hironimo Barbarigo qu. sier Andrea Sier Zuan Antonio Dandolo Sier Gabriel Venier, fo avogador. A dì 7 Domenega. La matina messeno banco 413*) iusta la deliberatoli di Pregadi 4 galìe sotil a una bolla, videlicet : sier Francesco Loredan qu. sier Nicolò, sier Pelegrin Bragadin qu. sier Arimondo, sier Alvise Sanudo qu. sier Domenego, el sier Polo Querini qu. sier Pierodi Cypri; quali tulli vrstidi di «cariato con li do Provedilori sora l’armar, in mezo di do di loro, zoè sier Domenego Capello e sier Hironimo Querini, e molti parenti et altri, tra li qual io Marin Sanudo vi fui; ma manca le zurme, el li danari a expedirle. Vene in Collegio sier Gasparo Malipiero, Cao di X, qual é Provedilor sopra li danari con li signori a le Cazude et scrivani, et fono sopra li debitori di le tenute, el par voglino cassar li XX Savii e come-ter P appellatoti a la Quaranta eie. Da poi disnar, fo Gran Conseio. Non vi fu il Principe. Fu fato 9 voxe iusla il solito. Fu posto, per li Consieri, la parie presa in Pregadi, far tre Savii di Zonla. 1445, 105, 18. Fu posto, per li Consieri, una grata di uno povero zolo, dimanda expelativa dii Pevere ; et fu . presa. Di Verona, fo lettere del Proveditor generai Pexaro, di 6, hore 4. Manda avisi hauti dal signor Camillo Orsini, da Bergamo, di 4, per uno suo parli da Milan quela matina. Riporta de li se dicea l’acordo era fato; e altri avisi hauti per le altre letere. Item, scrive nove di Geradada, di quelle zente cesaree, ut in litteris. Di Poma, di V Orator, fono lettere di 3 et 4. Il sumario dirò di solto, qual fo lecle con li Savi. A dì 8. Fo il zorno dii bià Lorenzo Juslinian primo patriarca di Veniexia, qual morite dii 1453 a di 8 Zener; el qual per breve haulo dal Ponlilice presente si poi in tal zorno feslivizar, e dir officio e messa come santo. Et cussi a Castelo il suo corpo heri a vespero fo aperto l’archa marmorea, et erano li frali di Sanla Maria di I’ Orto et San Zorzi Mazor, et dito uno vespero solenne, conzala la chie-sia e la sua capella e l’archa dove è il corpo suo, qual fu trovato disfato excepto la lesta, la qual avia la barba et capelli picoli tosi in testa, el posto sopra le osse uno panno di restagno d’oro, fato una gradella di legno di sopra, a tulli fu mostrato con (1) la carta 413 * è bianca. •