429 MDXXV, DICEMBRE. 430 per la via dii zardino, et vanno per Milano a suo piacer. Item, che heri levorno il porto de Vaprio et lo conducetene a Cassano, et lo hanno fondato. Item, che le fanterie allogiano in Trevi hanno haute comandamento di andar a la volta de Milano ; le qual tulle nove dice haverle haute da uno stallerò dii conte Maximilian Stampa venuto fuora dii castello. Bortolomio di Ponlevico, di la compagnia dii strenuo domino Roganzino da Longena, reflerisse esser arivaio a Milano Sabato proximo da sera, a di 2, e ivi esser stato fino heri hore 21^, in qual bora si partile, et dice che ivi publice se diceva che il Pescara inorile Venerdì passalo, a dì primo, Et subilo morto se partitene bandiere 4 di spagnoli da Milano, di quelli che erano a la guardia dii ca-stelo et andeteno a la volta de Pavia. Et si diceva etiam che si doveano partire due bandiere di lan-zinech, et volea andar a Cremona, et che se parleno a puoco a puoco molli de essi cesarei. Et si dice debiliterano la guardia dii caslelo a parte a parte in modo che abandonerano la impresa, et che al presente non danno alcuna moleslia ad essi dii caslelo. Item, che ha inteso, che a le fanterie italiane li vo-leno dar due page, et poi farle venir a le guarnison et alozarnenli sul ducalo de Milano. Item, che al ritornar suo ha volulo passar Ada a Vaprio, ma ha trovalo che non gli era il porlo il quale era sta con-duito a Cassano; et poi è passato a Trezo. A dì 7, fo Santo Ambruoxo. Nel qual zorno in chiesia di Frari Menori dove milanesi hanno un bel aliar in clioro, et la Scuola, et solevano conzar la capella benissimo et far una bella precession con l’ambasador dii signor dominava Milan, bora per queste combustion non hanno fatto nulla, nè invidato alcun orator, soìum festa ferial. Da lioma, fo lettere di l’Orator nostro, di 2 et 4. Item, di Franza, di 15,21, et 25. Tulle de imporlantia. Veneno in Collegio li oratori cesarei, il prolo-notario Carazolo et il Sanzes dicendo erano venuti per do cose, 1’ una per apresentar una lettera da Milan dii signor marchexe dii Vasto et signor Antonio da Leva di .... a la Signoria nostra, per la qual avisavano la morie dii marchexe di Pescara, et era di credenza, et letta, poi disseno che erano venuti per la risposta di quanto proposeno l’altro zorno. Et li fo risposto per il Serenissimo, che non si havea potuto, et hozi saria Pregadi, e se li risponderà. L’ altra cosa disseno erano venuti a tuor la ri- sposta di quanto proposeno l’altro zorno, di tratar con li Ire auditori la maleria di lo accordo. Il Serenissimo li usò parole zeneral, dicendo non si havia potuto et hozi in Pregadi se li risponderà. Da poi distiar fo Pregadi, per risponder a li dilli cesarei, et sopra vene le infrascriple ledere a 1’ hora solita. Di Verona, dii proveditor zeneral Pexaro, di 6, hore 4. Come non ha alcun aviso, solum scrive si provedi di mandarli danari per compir la paga, et su questo scrive assà longo. Dii ditto, di 6, hore 4 l/t. Come in quela hora, volendo expedir le aiogaie, havia liaulo lettere di Bergamo dii signor Camilo Orsini, di hozi, hore24, et una da Crema dii conte Alberto Scotio, etiam di hozi con a visi di Milano ut in litteris. Il sumario di le qual saranno qui avanti poste. Da Lion, di 1’ amico fide/., di 15 Novem- 287 brio. Come era zonto de lì monsignor di la Valle, qual vien di Spagna, et fo ferito a Nurbona. Ha dito il re Christianissimo manda a dir a madama la Re-zenle sua madre, che vede non poter concluder acordo con l’lmperalor, el che concludi la liga con Italia. El che il re Christianissimo havia haulo mal di febre, era varilo et rimasto debile, tamen de qui hanno speranza de accordo. Eri partì de qui monsignor de Biion con panni d’oro, d’arzento e di seda per ducati 10 milia, et lettere di cambio al re Christianissimo per scudi 20 milia et zoie per 40 milia scudi, per apresentar a queli signori et donne. Dice di le nozze falle di Cesare ne la sorela dii re di Portogallo, con dole di un milion d’oro, t»00 milia depraesenti, et 400 milia fin uno anno. Dice madama di Lanson non si partirà fin il Re non sia varilo, per non disconfortarlo. Scrive esser de lì avisi de li oratori sono a sguizari, quali voler esser con la Franza. Hanno questi mandà in Bertagna et Normandia per navilii per armarli, inteso che lo Imperador feva armada, et hanno di qui fatto buttar colobriiie el cannoni, et cussi in altre terre ; si-chè harano pezi 80. Li do oratori anglici che vie-neno si aspecta, et il ritorno di Robodagies da Ve-netia con qualche bona resolulion. De qui le cose passano mollo secrele in quatro, madama la Re-zelile, monsignor di Vandome, Huberlel et talora Lulrech ; siche mal si poi intender. Dii ditto, di 21. Come zonse eri qui Zuan Batista Gaslaldo homo dii marchese di Pescara, qual alozò in caxa dii conte Zuan Francesco di la Somaia et Zuan Fermo Triulzi, dove etiam lui amico era et disnoe ozi. Dice l’lmperalor li ha dato 100 ca*