137 MDXXV, OTTOBRE. 138 a dì 22, hore 12, a dì 22, hore 1 di notte, et a dì 23. Manda reporti assai, li quali saranno qui avanti scritti, e lui Podestà e capitanio atender a compir la scarpa et altre cose bisogna de lì, come ordinò il Capitanio zeneral, unde volendo crescer li dazii, promosse la cosa a li deputati, quali chiamato il Consejo, esso Podestà parloe exortandoli a la con-tribuzion di la fabrica eie. Unde posla la parie di cresser il dazio dii vin, fu presa, et è slà cressulo ducali 70, el scrive che quelli hanno dillo, non bastando questi darano loro dii suo per supplir a quello bisogna. Di Roma, dil’Orator, di 20. Como fu dal Papa. Soa Santità li disse la nova del Moron preso da li cesarei, e come domino Bernardin de la Barba li scrive che 'I marchexe di Pescara li havia ditto di questo è slà fallo conira il Moron il Papa non dia haver a mal, et che havia auto lettere da l’Impera-tor di zorni 15 di far questo eflecto, e che Soa Santità dia tuor in bona parte si se hanno voluti asse-curar; et disse voler mandar uno homo qui a Roma et uno a la Signoria nostra a iuslificarsi che quello ha fatto era slà fatto con rasoi). E scrive, il Papa averli diito desiderar saoerle provision haver fatto il duca di Milan a questo molo Esso Orator laudò Soa Santità, dicendoli el si metterà ne le braze della Santità vostra e nella Illustrissima Signoria. 11 Pap i disse voleva pensar su questo. Scrive aver ricevuto nostre di lg; sarà col Papa. Scrive, Soa Santità è timida. Ha lettere di Lion di 13 di Lunardo Spina, che de lì se leniva speranza che l’acordo fra Cesare e il re Christianissimo seguiria. Poi disse Soa Santità volea mandar uno suo nuntio a Milan al Duca per confortarlo, e voi far cavalcar le zenle dii marchese di Manto», qual è a soldo di la Chiesia a Parma, et far 400 in 500 fanti per Parma, et mandar iterum a sguizari per haverli, dicendo « non havemo danari » e non voler far cardinali per danari. Monstre limidii» grande; però lui Orator scrive saria bon la Signoria nostra scrivesse una lettera per ingaiardir il Papa. Scrive, il cavalier Landriano orator dii dillo Duca li ha dillo di le promesse falle per il marchexe di Pescara al suo Duca. Scrive, il Datario fa il possibile con il Papa per ingaiardirlo, vedendolo in timidità. Dii ditto, date a dì 22. Come il Dalario li mandò a dir ozi non andasse dal Papa, perchè lì andava el signor Alberto da Carpi, dicendo lo ingaiar-derà. Scrive, Lopes Urlado è zonlo qui, vien da Milan al Papa. Scrive colloqui auli col Datario di quello voi far il Papa, scriver in Pranza, Anglia et a la Signoria brievi per strenzer la conclusion di la liga, et la Signoria fazi eie. Et manda domino Paulo da Rezo suo camerier al duca de Milan, ma prima andarà dal marchese di Pescara, poi al Duca per confortarlo. Item, disse voleva tuoragratia il duca di Ferrara. E poi esso Orator andò dal Papa. Li disse esser slà da lui Lopes Urlado, et haverli esposto da 86 * parte del dillo Marchese, zerca la relenlion dii Moron, esser slà falla per assecurarsi eie. Poi disse : <£ Domine Orator, scrive a quella Signoria ne con-segi quello si babbi a far. » Scrive, il Papa è mollo timido e smanio, e quando parlava con lui, Soa Santità fece un discorso, dicendo il Cardinal Colona, è partito di Roma, ha inteso di soi aver dillo, se li soi colonesi desse al dillo Cardinal 100 milia ducali, li bastava l’animo di cazar il Papa di Roma, però voleva Soa Santità assegurarsi et far cavalcar 150 lanze dii marchese di Mantoa in Parma el mandarli 500 fanti, el che in Modena li era il conte Guido Rangon con 150 et in Bologna 100; voi mandar uno a sguizari, scriver in Franza e Anglia per strenzer la liga e aconzar le cose col duca di Ferrara. Dicendo « Scrive a quella Signoria habbiamo, el però si vardi, che spagnoli li voriano luor Verona. Questi spagnoli è polenli e su le armi, le lerre di la chiesia è in fazion. La città di Siena ha mutà jl governo. Il Cardinal Colona è fuora.e usa le parole,sopra scrile, conira de nui ». Scrive, veder Soa Santità di cattivo animo et sospira, dice non ha danari, non voi far cardinali per danari. Item, il duca di Ferrara ha ri-mandà per salvocondullo in Franza acciò passi in Spagna, con dir non lo dagando passerà per mar « però scrive a la Signoria ne consegli quanto habbiamo a far ». Il Datario Io ingaiardisc, el Capua lo prega sii con Cesare. Hor il dillo prega la Signoria concludi lo accordo. Scrive si mandi il suo successori è mesi 31 si ritrova a quella legalion. Dii ditto, di 20 et 22, drizate a li Cai di X, zerca colloqui auli col Dalario di queste occoren-lie, et in questa substanlia dilla di sopra, e qualcosa di più, ut in litteris, zoè che Zuau Ballista Monte-bona fu mandalo al marchese di Pescara per nome dii Papa a parlarli di far la liga de Dalia. Item, come Lopes Urtado havia dillo al Papa si ’I Duca bavera fallido da poi la investitura conira Cesare, sarà una cosa, si Paverà fallilo avanti, sarà una altra, et che Cesare li perdonerà perchè ’1 feva per cauzion di slar Duca. Item, scrive la Franza voi romper guerra a Io Imperador, finito li do mexi, per la via di Artoes et di Perpignan.