243 MDXXV, NOVEMBRE. 244 intendil et castri obsidioncm, quae ab omnibus casareis licei male et falso determinala sii, executioni mandare desiderai. Ulrumque reddit eos meditabundos, tímidos et perplexos: sub primo slat salus eorum exercilus cuin pudore lamen mililari el verecundia, sub secundo slat sanguinis effusio et exercitus profligalio et gentis illorum in loco forli receplio. Quare posili in medio quo se vertanl ne-sciunl, et sic Petrus ail non sine felle suo dulcel fortuna, neü albet absque nigredine, nec mons sine valle fuit Ego aulem quae (idelem servilorem de-cet aperui, et conclusive dico, quod sub castri ob-sibione et animi anxielalibus el patrias luae depo-pulalionibus dabilur finis optimus cum Mariis dominio et arlis mitilaris medio, dummodo Excellen-tia tua disponat se ad iustitiam facere el ciernen-liam amplecli et a traditoribus separari. Quia nemo nescit quo vesper vehat. Valeat Excellenlia tua, cui me do alque devoveo. Ex aedibus sancii Victoris, die séptimo Novem-bris 1525. Subscriptio : E. Excellentice Vestree servulus fraler Joannes Benedictos heremitanus. A dì 11, Sabato. Fo san Marlin, fo gran pioza tutta la notte, solum la mattina (non) piovete, et non fo lettera alcuna da conto. Fu terminato non far Pregadi ozi fino Limi. Da poi disnar fo Collegio di Savii ad consulen-dum. Da Milán, di l’Orator, di 8, hore 21. Come in questa mattina era slato a la corte del signor marchese di Pescara. Sua excellenlia iace in letto con grandissimi dolori di stomaco quali lo fanno mollo suspirare, et è fioco et debile, et li da sua excellenlia vengono molti nunlii de più terre dove alozano le sue gente, lamentándose non poter soste-nir tanto carico. Sua excellenlia se discarga sopra il signor Antonio da Leva, qual ha il governo de l’alo-zare delle gente. Sua signoria dice non poler farge alcun reparo, talmente che dicono essi nuntii voler più presto abandonare le proprie case che soportare tanlo danno. Le terre sono queste, zoè: Covo, Ante-gnate, Pizighetone, Male et molti castelli li circumvi-cini. Questo illustrissimo signor Duca continua al megliorare suo, et ha fatto lassare ancora su le torione (1) La carta 157* è bianca. le insegne come beri scrisse. Sua Excellenlia ha raccomandato che nessuno stipendialo nel castello habia ardire de uscire fora de esso castello, et così a niu-no dà lieenlia. Dii ditto, di 8, hore 3. Come in quella sera erano gionli propinqui qui a Milano li lanzinech dii conte Zuan Batlista da Lodron, qual dicesi esser da numero zerca 1500 et alcuni dicono manco, i quali sono per alozar in porla Verzellina. Il signor marchese di Pescara hozi da poi disnar haveva fatto comandare a se lutti li senatori et oficial; dal qual parte di loro sono andati, ma sua signoria non ha voluto parlare cosa alcuna, se non in dirli che debiano an-darge doman da matina a hore 16. Quello che voglia esso signor Morchexe fare non se ha certo, perchè chi dice a uno modo et chi a l’altro. Ha etiam dillo signor Marchese fatlo comandare molli guastatori sul ducalo, el dicesi per poler usare de essi in fare serar il castelo. Item, per le publiche scrivet il Marchese ha scritto al governador suo di Cremona scuodi li dadi, et ordinato a domino Antonio Maria Crivello fazi guasladori per il sta lo et li fazi venir qui in Milano; et si dice parte di le zente di la Geradada venira-no qui. Da Crema, di sier Piero Boldù podestà et 158* capitanio, di 9, hore.....Manda un riporto di Roseto cavallaro, mandato ad intendere li andamenti cesarei. Dice che questa mattina era a Fiesco loco dii cremonese, nel qual loco dormite el gran forier del campo cesareo, el qual fece levar tre compagnie de tarili che erano in Ticengo et in quelli altri lochi circumvicini per condurli a Cremona. Dice etiam, che messer Zuan Ballista del Soldà cre-masco, alias bandito da Crema, li ha dillo che eri sera longomente parlò cum el dillo gran forier, el qual li dimandava di le condiiion di la terra de Crema et de le porle, et quanti fuogi la fa et quanti ca-pelanei et fanti erano dentro, dicendoli: «Stale di bona voglio, che andarete presto a caxo, et non sera zorni 10 che se romperà la guerra a li veniliani »*et che primo asalto faranno, saranno a Bergamo, et che ogni modo li voi andar. Item, dice che dillo messer Zuan Battista li ha ditto, che Marti di notte insite fora dii caslello da Cremona 80 fanti et saltò la guarda de lanzinech che era atomo el castello et amazorno circa 40, el ferite circa 100. Etiam similmente ensileno beri mattina et ne amazò 22; el qual li ha ditto che uno da Soresina andò in caslello de Milano a parlar al signor Sforzili, el qual li disse: «Non sera 15*dì che tu vederà da novo » et queste