335 MDXXV, NOVEMBRE. non volete faremo la ragion noi. Con le arme a noi tocca ad farla, et non a voi. » Et cosi essi senatori se ne parlirno. Et questa malina poi hanno mandalo un gran comandamento in scritto al loco del predetto Senato, che li senatori hanno da ad-ministrare ragione nomine. Cacsaris et non altramente. Et hoggi me ha dillo un homo da bene, de essi senatori, che hanno concluso Ira loro de non andar più alcuno d’essi a Poficio. 225* Vostra Excellentia saperà, che li nove cavali de che scrissi ne l’altra mia esser usciti de castello, ho inteso che fu il Marinoni, che andele a le Gratie a lore sua moglie che ivi lo aspellava et portarla in castello. Lo ambasciatore de Venelia domane parte de qua con licenlia per esso presa dal signor marchese di Pescara, et dice che vi va per medicarsi de una indisposilione di stomaco et de male che ha ad una gamba, et mi ha dillo che verrà qua un’ allro gen-lilomo in suo loco. El signor Marchexe sta pur ancora come slava già tre ili, e il signor ducha di Milano se intende che sta bene, et che comincia ad levarsi de Itilo el aiutarsi assai bene. Heri el hoggi si è dillo in la casa dii signor marchexe di Pescara, che svizeri se moveno in nome de li signori vencliani. 226 A dì 23. La mattina, vene in Collegio il patriarca di Aquileia domino Marin Grimani, el parloe di le sue cose zerca le differenlie di San Vido. Ma prima aldileno sier Lorenzo Bragadiii qu. sier Francesco in conlradilorio con sier Alvise Badoer avocalo fiscal, inlravegnando certo hedificio dilli Bragadini voleno far a la Balaia, qual è in danno di la Signoria; et cornenzono a pariarein n compiteno. Da poi disnar; fo Conseio di X con la Zonla, el fu poste alcune parie parlicular; ma il forzo perse. Fu preso, che in quesla lansa a restituirà li Go-vernadori nostri sia credilordi la Signoria per parte prese in dillo Consilio ili X con la Zonla, si ben dicese poler scontar in le soe angarie, che 11011 se intende ¡11 quesla lansa a restituir. Itrm, messeno di dar licenlia di le arme a sier Jacomo Soranzo procuralor e sier Nicolò di Prioli sono di la Zonla, quali fono I’ allro heri a con-danason di quel Cristoforo Manloan sarà domati impicato, el il simile sia concesso a li Savii di terra ferma, perchè tulli li altri erano in detto Conseio 1’ hanno. Et non fu presa. Fu posto poi darla al Soranzo e Prioli è di la • Znnla soli, et fu presa. Tamen sempre li Savii di lerra ferma, havendosi Irovà nel Conseio di X al combinar di qualche uno che sia morto, hanno fiati- lo due licenlie per uno, et al presente non è stà preso le habbino. Ilem, preseno tuor ducali 5000 di danari di la lansa ubligali a li Procuratori over Monti, e ubli-garli di altri si scoderano di tal conti per poterli mandar a Verona. Et cussi il zorno sequenle, per sier Michiel Morexini cassier fono la séra mandati ducali 5000. Do Ingìltorra, fono lettere, di V Orio ora-tor nostro, di 3 et 7 de V instante. Il sumario dirò di sodo. Da Milan, di V Oralor, di 21, hore 18. Co- 226* me, in quela mattina, essendo per partirsi, vene da lui l’abate di Nazara a dirli da*parle dii signor marchexe di Pescara li successi seguili, el quello liavia fallo el fazea Soa Excellentia era per 1’ honor suo, con molte p role, dicendo che ’I pregava quando fusse zonlo a Veneta dovesse dir a la Illustrissima Signoria si volesse risolver in far lo accordo, aziò si pnlesse far pace e metter fin el riposarsi. Disse che ’1 faria mollo volenliera. El cussi in quela hora esso Oralor si partiva insieme con uno zelili-Ihotno li manda dillo signor Marchexe per andar a Bergamo, et replica e prega li sia dà licenlia possi repatriar. Di Bergamo, di reofori, di 21, hore 8. Come, havendo haulo lettere dii podestà di Lover, le mandano, le qual è di questo tenor : Scrive Lodo-vico Arivoslo podestà di Lover, di 21, hore 24, a li reclori predicli, come ha per soi avisi, che il colile Zurzi Fraunsperg con 14 bandiere di fanti era zon- lo a Trento, et ne aspelavano de le altre; la qual nova per esser de importantia avisa. ltern, loro reclori scrive esser zonlo questa sera lì a Bergamo 1’ Oralor nostro era a Milan di compagnia con uno zenlilhomo dii marchexe di Pescara, el qual è alo-zato in caxa di lui CapUanio. ltem, manda questi avisi: Come, per uno suo venuto da Milano, parli eri, hanno inleso che ’I signor marchexe di Pescara vo-ria che ’I Senato di Milano scrivesse et negoliasse in nome di la Maestà Cesarea, el che li senatori gli hanno risposto non lo poler lar perchè hanno zu-ralo ledellà a la Excellentia del Duella con consentimento de l’imperalor. Et che aspettavano il signor Hironimo Moron fusse conduclo a Milano per fargli ratificar il suo processo al populo di Milano, come si dice, overo per allro rispetto, ltem, scrivono essi rectori, come con difiicullà mandano nies-