UDXXV, NOVEMBRE. Che ha inteso il signor Marchese scrisse al Duca una lettera da poi la caplura dii Morone, dicendo che lui faceva una pratica col Papa et venitiani inimici di lo Imperator a danno di la Cesarea Maestà et destrutione dii suo esercito, e credea di'questo el signor Duca non havesse culpa nè scientia alcuna, e quando anche el fusse colpevole de ciò, la Maestà Cesarea intendea punire il Morone, et lui non solum ad levarli il stalo ma la vita. Che ’1 dillo Marchexe ha scritto, la sua venula qui è per haver da conferir cerle cose importante con esso signor Duca. Che 1’ ha inteso il signor Duca non vole che Pentri in castello con più di 10 servitori; si dice el contenterà, ma vole per obstazi el signor Joan Paulo et il signor Sforzino. Che ’I diito Marchese voi haver resto di danari per la investitura, che dicono esser 48 milia ducali, et hauti, dice andarà con Dio con tutta la genie, e farà veder a la terra che li voi bene. Che Silveslrino ò ito in Spagna a notificare alla Maestà Cesarea dii novo successo sopra il Stato, et che, se li piace, li voi far un dono di 4 cose : de la investitura, de li doi castelli di Milano et quello di Cremona che ’1 tiene, et de la propria vita. ‘) Da Brexa, di sier Piero Mocenigo capita-nio, do lettere di 2 di diverse hore. In la prima avisa per uno Zorzi vien di Valtolina, parli eri, come una compagnia de grisoni a uno loco apresso Morbegno havia rollo il capitanio Grasso di Verona con zerca 300 fanti, el che zi in Valsabia ne tornavano de dilli fanti fugali, drquali erano sta arua-zali da 150. Etiam par che Zuan Batista da Ponte, con li altri fanti che andava per unirse se habbi posto in fuga ; di quali a pena è tornati 60. Item, che grisoni erano andali in Chiavena et bombardava la rocca. Item, per l’altra lettera, scrive avisi di spagnoli e che ’1 marchese di Pescara andava a Milano. Item, di certa adunation di fanti si fa verso Bolza, ai quali era slà dato soldi 30 per uno. Di sier Cristo fai Marin provedador ai Ur-zinuovi, di primo, drizata al capitanio di Brexa, scritta di man propria a hore 17. Avisa successi di spagnoli, el 150 lanze erano zonte a Sonzin, el altri avisi non veri, come si sa la verità per altra via. Di Verona, dii provedador zeneral Pexaro, (1) La carta 125 * è bianca. di 3, horè 3. Manda avisi auti di Zan di Naldo. Come alcuni spagnoli erano levati di la Geradada per passar Ada et andar verso Milan, etiam il marchese dii Guasto. Item, scrive avisi auli da Bergamo : pertanto richiede si provedi di danari, perchè si vedo esso Provedilor in fuga li fanti novi è fatti, e lui non sa come pagarli, e si provedi eie. Item, manda lettere del Verulano nunzio pontificio et dii Gragnis, qual ledere fo lette. Scriveno di successi dii marchese di Pescara, che voi insignorirse de Milan eie. Dii ditto, di 3, hore 4. Come il Capitanio zeneral ha auto una lederà di uno suo amico di Fontanelle, che è de importante, et la qual importa et manda la copia, per la qual si vede tutti li andamenti de spagnoli che voleno andar a Milan per aver il Duca, over per aver danari eie. Item, è slà fallo far proclame per il marchese dii Guaslo che non si fazi danno su quel di la Signoria nostra; et altre par-ticularità. Di Cipro, fo leto lettere di sier Donado da 127* Leze tuogotenente, date a Nicosia a dì 22 Set-tembrio. Come, hessendo arrivalo a Famagosla a dì 23 Agosto et stanJo lì fin al tempo de mirar nel suo rczimento, fo a veder la terra. Et scrive le fabriche falle qual da Parsenal fin a la porla è compite; et visto con domino Nicolò Dolfin capitanio che il più importante era a lavorar a la Misericordia ì cussi hanno terminalo di fare, et allenderano a compir per metter quella terra in gran forleza; ma bisogna se li mandi certe artelarie, videlicet canoni 3 da 100 et altre, ut in litteris. Et di la nave presa dal corsaro per li do Soracomili, et di la fusla non scrive, reportandosi alle lettere di quel magnifico Capitanio, ut in litteris. Dii ditto Luogotenente et Consieri, date a dì 28 Seltembrio. Come a dì 20 Avosto zonse a quella isola do galle solil, domino Domenico Zorzi et domino Andrea Contarmi, dicendo esser stà mandate di ordine del Provedilor zeneral a slar de lì a custodia de P Ixola, iuslala parte dii Senato. Tamen loro (non) hanno di questo alcuna intelligenlra, et benché quella camera sia mollo agravala di spese, pur li hanno accetati et provistoB et ordinato vadino atorno conira corsari, quali hanno dannizato subditi dii Turco eie. Scriveno aver auto ledere dii Consolo nostro di Rodi, di . . . con l’aviso che sì ave prima de qui di do olachi venuti, e la fama che ’1 Signor turco havia rollo la paxe con la Signoria nostra et voleva mandar armala a tuor Cipri e Candia, et come l’andò a quel governador, qual li disse non era vero, iurandoli solum che ’l Signor armava 20 ga-