049 - MDXXVI, ad uno miglio, dove era fanli 100 del conte Girardo di Archo per sachegiar li vilani di Pomarolo et altre ville cireumvicini per causa de le talie ; quali viliini venero a Roveredo, et se dice che i fumo d’acordo de dille talie, perchè li fanli ritornorouo senza altra execulione. Dice etiam, che in Avi se resonava aspectarsi fanli 50 ; il qual Avi è lontano da la Crovara miglia 9. Esso explorator ha scontra- lo venendo circa ‘20 lanzinech, che parlile da Cremona et andavano a le loro caxe dicendo che in Italia non davano danari, et erano molto mal in ordine Nè altro ha veduto. Di Roma, di l’ Orator, di 14. Come, di lo acordo dii re Christianissimo fin qui nulla si ha hau- lo. Missier Jacomo Salviali li ha ditto saria bon' far pensier et proveder avanli et haver sguizari con nui. Andò poi esso Orator dal Papa. Soa Santità li 566* dissequesloinslesso.il Datario poi li disse alcune parole, et ricomandò il protonolario di Gambata a la Signoria, dicendo fa bon officio in Anglia et è di una medema opinion con soa signoria a benefìcio di le cose de Italia. El Verera è ritornato da Siena. Ha dillo haver aquietà quelle cose al voler di Cesare, et che li foraussiti tornino a galder le loro inlrade come privati, nè voi stagi più fanti in Siena ; ma il Papa li ha dilto che ’1 ditto ha posto le cose di Siena in più confusion che mai, et che lui ha prulieà con li foraussiti et li va intertenendo, perchè a ogni voler di Soa Santità li farà iritrar in Siena. Dii ditto, di 15. Come zonse lettere di Toledo di 1*2 Zener al Papa, dii reverendissimo Legato, et di 9 di l’instante da Lion, con l’aviso l’accordo esser quasi concluso. Fo dal Papa, qual ordinò al Salviati li mostrasse le dille lettere, le qual sono di 20 Dezembrio fin 12 Zener più lettere, con l’avisa di P acordo fallo, sicome si ha hauto per ledere di P Orator nostro in Spagna. El scrive esso Legalo haver parlalo a Cesare per il ducila di Milan, del qual non ha potuto haver allro se non che non ha-vendo falito lo lasserà in Stado. Sono etiam lettere del dillo Legato di 20 Zener a la madre; di che il Papa si maravegtia non babbi lui di quel zorno. Dubita Sieno slà interlenute in Pranza. Il Papa si duol non haver aviso di l’acordo certo per via dii Legato, c stà sopra di sè. Disse voler mandar uno secretarlo al re Christianissimo a persuader non atendi a l’accordo, et voria etiam questo instesso mandasse la Signoria per uno secretarlo qual sia a Baiotia al tempo zonzi il Re, et poi si mandi oratori publici. Domino Jacomo Salviati liba dillo saria bon acordar il ducha di Ferara con il Papa, el che 1 Viarii di M. Sanuto. — Tom. XL FEBBRAIO. 850 la Signoria se interponi; et domino Francesco Vi-zardini qual loze tutte le ledere al Papa, è suo consier secrelissimo, li disse questo inslesso el dii mandar uno in Franza. 11 Papa sla mollo sopra di sè. Scrive si mandi il suo successor. Sono ledere di Hongaria dì 23 Zener, come turchi al tulio si aspcc-ta in quel regno, dove non si vede farsi provision alcuna. Di Spagna, di sier Andrea Navaier orator, date in Toledo a dì 12 Zener. Come, a dì 30 dii passato, scrisse per via di Roma copiose, et quelle non sì ha haute. El avisoe che do difficoltà reslava a la conclusion di l’acordo con il re Christianissimo, videlicet in li obslagii, et dar danari in loco di fanli. Ma poi dille dificultà è slà concluse, videlicet dar per obslagii il Dolfìn et duca di Orliens figlioli dii re Christianissimo, overo il Dolfin solo et 12 di primi di la Franza. Et zerca il duca di Bar bon era dificullà poi, per il che monsignor di Brion di Madri! dal re Christianissimo venne di qui, e fono in ConSejo sopra la conclusion di dillo acordo questi con la Cesarea Maestà, e si dice è concluso, benché monsignor di 'I’erbe, monsignor Memoransì et monsignor di Brion dicono non è falò; ma spagnoli dicono è falò. Scrive, P Impefador non ha risposto ancora al reverendissimo Legato zerca lassar il duca di Milan in Stato ; ben dice non voi per lui ma darlo ad altri non havendo falito il Duca. Item, ha inteso voi dal Papa Soa Maestà più danari di ducali 40 milia che Pavé per la cita di Modena. Etiam voi più danari da la Signoria nostra. Dice voi la pace con tutti pef poter alender a la impresa conira infidcli ; et ha intese) questo fanno il tulio aziò il Papa non sii unito con la Signoria ; ma il reverendissimo Legato ha dito il Pontefice voi esser a una fortuna con la Signoria nostra, e ha fallo bon ofìcio per ¡1 duca di Milan. Ha inteso, Cesare voi dar Milan al duca di Barbon. Scrive, ha inteso è ledere del Papa nel Legato, che li scrive la Signoria non voi sii altri in Milan che ’I presente Duca, et lui Oralor parlò a Cesare in execution di nostre lettere zerca il duca di Milan, con parole molto affettuose. Cesare li usò bone parole, dicendo, non havendo esso Duca fatilo li lassarà il Stado, ma inlen le lo voi dar al duca di Barbon e lo farà suo capitanio e locolenenle in Italia. Et Soa Maestà ha dillo al Legalo presto li darà risposta. Ma ha inteso non voi il Duca babbi il Stado di Milan. Scrive, Porator di Milan averli dillo, qual è il cavalier Bilia, che ha inteso Cesare aver dillo, che ’1 Papa e la Signoria col duca di Milan haveano Iralato insieme di ruiuar il suo exercito e luorli il reame di Nu- 54