7 MDXXV, OTTOBRE. 8 3') Dii mexe di Octubrio 1525. A dì primo, Bomenega. La mattina, hessendo beri intrati li Ire Consieri di qua da canal : sier Antonio da Mula, sier Pandolfo Morexini et sier Francesco da cha’ da Pexaro; Cai de XL : sier Stefano Gixi qu. sier Marco, sier Francesco Grimani qu. sier Nicolò, sier Michiel Marin qu. sier Anlouio ; et Cai dii Consejo di X : sier Andrea Badoer el cavalier, sierZuan Miani et sier Lazaro Mocenigo, ozi introno in Collegio li Savii dii Consejo: sier Francesco Bra-gadin, sier Marin Zorzi el dottor, el sier Francesco Donado el cavalier, novo ; et sier Zuan Doifin rimasto savio a terra ferma, per esser rimasto di la Zonla, refudoe. Savii ai ordeni: sier Piero Orio, sier Vetor Soranzo, sier Lunardo Boldù, sier Zuan Alvise Salamon et sier Almorò Barbaro. El reduli tutto il Collegio, fo leto le lettere dì eri venute da Milan et d’Ingalterra più lettere et drizate a li Cai di X, et di Brexa, dii proveditor zeneral sier Piero da dia’ da Pexaro procurator, et da Constantinopoli dii Baylo, di 26 Avosto, di mala natura, et che importano assai. Veneno in Collegio li do oratori francesi il reverendo episcopo di Buius et domino Ambrosio da Fiorenza milanese, dicendo aver auto lettere di Pranza, di la serenissima Rezente, di primo di Seplein-brio, exorlando se li dagi risposta, sicome dirò di sotto più difusamenle quanto exposeno, quando il Serenissimo riferirà il lutto in Pregadi, potendolo però intender. Ba Milan, di l’Orator nostro sier Marco Antonio Venier el dotor, di 28, hore 19. Come quell’illustrissimo signor Duca va meiorando assai, el questa notte et hozi passa bene. Et se alcuno medico baveva qualche poco di opinione che esso Duca havesse a sentirsi qualche poco di febbre, ora sono sincieri che ’1 sia al tutto netta et liberà, et etiam soa excellentia da sé dice esser melioralo. Di l’illustrissimo duca di Barbon, nè dii marchese di Pescara non c’ è aviso alcuno. È venuto uno qui, partì da quelle bande di Aste, dice non esser in quello numero cosi grande de occisione de li fanti (1) La carta 2, 2" è bianca. italiani, come per quelle lettere che ’1 mandò eri se intese. A questo però non si dà piena fede. Ba Brexa, dii proveditor zeneral Pexaro, 3* di 29. Scrive di le occorentie di le zente, et nulla altro di novo. Da poi disnar fo Gran Consejo, fato elelion di do del Consejo di X in luogo di sier Marin Zorzi dolor et sier Francesco Donado el cavalier sono intradi savii dii Consejo, possono solo uno sier Polo Nani fo al luogo di procurator, tolti sier Zuan Francesco Morexini fo consier, et altri. Item, feno do Sora-comiti, sier Marco Antonio Doifin fo patron in Barbarla qu. sier Piero, el sier Hironirfio Bernardo el XL zivil, di sier Francesco. E altre voxe. Bi TJdene, di sier Agustin da Mula luogotenente di la Patria di Friul, di 29. Manda una lettera aula da la comunità di Venzon, che dice : Magnifico et clarissimo signor nostro observan-dissimo. Post humillimam commendationem eie. L’è zonto uno nostro ciladino, qual Marti proximo passato a dì 26 si trovava in Vilarchin, dove dice haver visto passar 100 fanti ben in bordine i quali andavano a la volta de San Vido et a che effecto non lo saper, aliter nome che se diceva andavano contra li villani di Flamin, et se divulgava che ancora se qualche rustico de Slamin el Corimon vengano per le man de li nobeli de la Carinthia, che li dicti nobili li scortigano et rosliseno etc. Poco drio questo nostro cittadino sono zonli do fanti elemani, i quali vengono al dir loro da le parte de Solzpurch, et dicono che per via sopra Traburch se scontrarono in una staffela qual veniva de Leum, la qual portava nova lo conte Nicolò de Salmo esser stà morto, et apresso de lui da zerca 200 persone, et dicono che essendo i dilli fanti a Muda, questa medema nova li confermò uno mercadante de ludinpurch, et benché non l’abbiamo per nova veridica, nientedimeno non ne ha parso pretermetterla de scriverla. Et dicono la morte del ditto conte esser successa a questo modo, videlicet, che essendo andalo dillo conte in cerle vallade, el nome de le quale non hanno sapulo nominare, a róbare et sachizare, li villani de dille vallade se adunorono, et in certi stretti lo assalirono et li lolseno tutti li butini. Item, che se dice lui esser morto; tuttavia questa nova utrum la sia vera o simulala la intenderemo con verità da alcuni nostri citadini li quali sono a San Vido, et subito quanto se intenderà faremo avisata vostra