413 MDXXV. DICEMBRE. 414 che molte ragioni vi siano, che dovrebono di Decessila farlo seguire, così come in altre mie ho scritto. Scrissi a li giorni passati, come fra il Papa et lo Imperatore le cose si restringevano, et fu vero; ma ancora che ’1 Legalo tenesse ampio mandalo, non ha voluto lui concludere cosa che vaglia senza svisarne il Papa; et ultra che scrissi a Vostra Excellenlia esservi qualche differentia ne le cose del duca di Ferrara per Rezo et Modena, ve ne nacquero di le altre, zoé circa il modo di levar lo exercitode Italia che lo Imperatore tene in Lombardia, per levare ogni occasione di suspello causato da tener tal unione de campo, et a questo non vi fu alcuna dificulta; ma trovar il modo per pagar li soldati, doven-dose levare, vi è sta molla diflinullà, el sopra ciò hanno molto travaglialo, et la summa per quanto ho inteso è in tutto 200 milia ducali, de li quali lo Imperatore provederia dii quarto, dii resto voriano 277 che ’I Papa, fiorentini, Milano, senesi, lucchesi, Ge-tere° mia prevedessero. Quello parlilo in che se resolverá il Papa non se saperà fin a la risposta che se bavera; ben è da creder che ’1 farà il possibile aziòche una volta se disunisca il campo de lo Imperatore. E dicono qua, che mandarono quelle fantarie spagnole, levandole de Italia a li confini de mori in Africa, et sarà una secureza grande a le cose de Sicilia, as-securandosi però prima lo Imperatore bene de le cose de Italia et in particular dii Papa et vene-liani. Scrissi ancora, che pareva fusse assai mancato qui il suspecto che se haveva havuto per li molli avisi clic venivano de Italia per le pratiche si facevano contro lo Imperatore; però Vostra Excellenlia intenderà, come per svisi novamente mandali per il marchese di Pescara el de verso Roma et da Genova dal Duce è di novo assai cresciuto tal suspeclione, et tra le altre cose, per certo numero de fanti, zoè 4000, falli per il conte de l’Anguillara secondo li avisi. Qua da l’altro canto si ha aulo aviso che Cesare Fregoso era montato sopra le galle del Doria, et dubitavssi che quel Conte con li 4000 fanti ancor loro non fussero fatti per assalir a 1’ improviso Zenoa ; se vi aggiun-gea Gianino de Medici haver tulle le sue gente insieme, nè se sapea a che le tenesse. Se vi aggiunge ancora la iresolutione de venetiani, et dicese apresso de alcuno suspelto de svizeri, de manera che con la gionta del scriver del Pescara, dimostrando il mal modo che lene d’inlertenir le sue genli, tulio il stato de Milano disperato conira li soldati, etiam reuscendoli a 1’improviso sdosso da tante bande rumore, il tutto si perderebbe per lo Imperatore presto senza remedio. Et Dìo sa che forsi non sono le cose come lui le advisa per sua reputalione, et è però iudicato qua, che non ne sia lauto come lui scrive, ma che lo facia per farsi più extimare. Vero è che ’1 Legato ha detto a l’Imperatore, che ’1 Papa ha assicurato h soi agenti per le genti che quel Conte ha fatto. Et dice dillo Legalo, che sa che sono slà falle per causa de certa disobedieulia naia in quelle bande, et che non sono tanti li fanti, comeèscriltoqua; pur come è detto non si stà senza molla suspicione. Et in questa occasion Sua Maestà ha concesso al Marchese il capitanato generale in Italia libero, come 10 ricercava, et ¡1 privilegio è falto a questa bora; non se stà però senza suspicione che ’1 duca di Milano et il Morone in questa infirmila dii Duca non habbia ancora travagliato in questo pratiche. Et io so per più vie, tanto da Roma come da Milano, è stalo advisato qua il Morone tener pratica con Ma-ximiliano Sforza, et che uno suo messo era in Mi- 277 lano. Quello ancor che assai augumenta il suspello è, ters° che Io ambassator de Milano ha negato et excusalo e l’uno et l’altro, zoè Duca et Morone, et sanno lui taverne scritto iuslificandose, nè mai da più di dui mesi in qua non ne ha inteso cosa alcuna per lettere sue, de modo che l’ambasatore ne sta disperato. Et non obslante che ad questi giorni sono venuti avisi che ’I Duca era megliorato, però ve ne sono ancora che dicono che nel medemo castello de Milano dove sta il Duca, ancora che si dicesse era meglioralo, che non vi era però persona che lo avesse veduto a chi se potesse creder. Lo ambassator di Venetia ancora luì slà disperalo, perchè non tiene lettere da la fine li Agosto in qua. Etiam, come tanto si parla di le pratiche de Italia, venitiani è la prima in ballo; etiam lui non ne po’, nè sa parlar nè risponder, et così poco circa 11 negolii tratali perii Carazolo non ne ha inlesocosa alcuna per lettere di la Signoria, et molle volte viene da me a dimandarmi nove di venetiani, secundo che Vostra Excellenlia spesso me ne dona a viso ; et quello che più li dispiace è, che spesso lo lmperator ha lettere da li soi agenti da Venetia. Tulle le soprascritte cose de Italia sono da me scritte a Vostra Excellentia aziò che la intenda come le dille cose se intendano qua, et non le scrivo per advisarli de Spagna le nove de Italia, che non sarei tanto imprudente, atteso che me rendo certissimo, che molle cose intendeseno qua per vere de Italia, che da poi Vostra Excellenlia, che è in fallo, ne deve intendere il contrario. Roggi de boti loco ho inteso, come è restato una certa coda de febre al re di Francia che