877 MDXXVI, FEBBRAIO. 878 beni di foraussili, c disseno di l’accordo fato col re di Franza, qual li restituisse lutto : però rechiedevano presta risposta. 11 Serenissimo li rispose che si saria con il Conseio iusta il nostro consueto, e quello sarà deliberalo se li responderia. 584* Fu posto per i Savii dii Consejo, era sier Zorzi Corner cavalier, procuralor, e Savii a terraferma era, sier Jacomo Corner suo fiol non era, che sia espedilo Andrea Rosso secretano in Franza con la commission li sarà data ozi per questo Consejo ; babbi ducati 60 al mexe per spexe d’oro in oro, et vadi per le poste. Ave: 185, 11, 4. Et fu presa. Fu posto, per li ditti, la commission a Andrea Rosso va secretano in Franza al re Cbristianissimo. Prima si aliegri et intri in lo accordo, et vedendo tempo li digi non servi cosa promessa per esser un vergognoso accordo; et perchè domino Paulo Vito-rio nontio dii Papa sarà zonto 11 e li dia parlar di questo, vedendo che ’1 vadi a bon camin lo debbi seguir et li debbi dir se li mandarà uno zonto el sii in la Franza, e si soa Maestà volesse il Stato di Milan rescrivi de qui subito. Si aliegri con Madama etc. Visiti monsignor di Vandomo, di Lutrech, e il signor Theodoro e li altri a Lion. Tegni con lui 4 cavali, et avisi spesso ogni occorentia. Ave : 187, 7, 4. Fo comandà grandissima credenza, e licentià il Consejo a hore do e meza di nolte. Di Austria, di sier Carlo Contarmi orator date in Augusta a dì 20. Come quelli dii paese sono partili senza far conclusion, con dir voler far quello farà il conta de Tirol, e che per do cause si parteno : l’una per andar a caxa a far provision di danari, l’altra per non poter più star qui su la spesa. Scrive, esser zonto li uno era apresso il marchese di Pescara a Milan ; riporta esser zonli 5000 fanti spagnoli di Spagna et che se ne aspela ancora 8000. Scrive, esser zonta li una posta con lettere di madama Margarita di Fiandra ; non si ha potuto intender il riporto ; et vederà de intender el aviserà. 585 Ex lilteris domini Jacoli de Cappo, datis Me-diolani die 18 Februari 1526. di Urbino di condurre le compagnie dal canlo di venetiani. Questi dii castelo sono stali 5 dì che non hanno tirato; ma questa nolte tirorno di qualche 2 hore inanli dì molli tiri, et ussirno fuora, et intendo che amazorno molti lanzenechi ; et hoggi ancor da malina ussirno forse in 200, ma rilornorono presto dentro perchè rilrovorno le trincee pieno de schio-pedana. Questi della terra mandano uno in Spagna, forse dimane, a dolersi alla Maestà Cesarea del troppo longo et intollerabile slracio, et per quanto intendo, el signor Antonio non solum gli dà licentià, ma li spinge a mandarli. Quale signor Antonio disse questa malina, che io vi era in camera signando esso alcune patenti de allogiamenti: « Un bora mi pare mila che il Barbón venga a provare di queste insalade, de cui son io hormai fastidito ». Ilo ben io inteso per bonissima via che esso ha scritto a l’Imperatore de non voler stare più a la guerra, et che gli ha domandato resolulissijjia licentià excusandosi sopra il male che ha, quale invero non è poco, et è al mio parere incurabile ; a cui signor Antonio quesla ma-tina domandai se havea qualche cosa di novo per scrivere a vostra excellentia. Mi giurò di no, et mi disse : « Io sio meraveglialo che non venga alcuno de Spagna ». Vostra Exeellenlia saperà, che il Morone già puo-chi giorni è stato per fugire havendo fatto 1000 fanti secretamente con il guberno de uno suo genero di Botti et molli altri homeni da bene di Pavia, et de altri lochi, ne li quali fanti ha speso il prefalo Morone 2000 ducali; et l’ordine era che stando a la guardia sua se non 4 fanti, esso Morone havea 7 homeni a la sua servitù, quale voleva che amazaseno le prefale guardie quando paresse a lui, che farebbe essere, tidelissimo servo, li fanti in bona quantità solto la terra aparechiali. Li suoi servitori prefali gli promiseno di farlo, et poi uno d’essi lo ha scoperto, di modo che da poi lo hanno restretto grandemente. Ex litteris eiusdem diei 20 Februarii 1526. Il signor Antonio da Lieva è venuto un colmo di fredore di tal sorte, che lo ha gettato in letto con la t febre, qual mo’ gli è fahta el hoggi si è vestito. Se intende che ’1 signor marchese dii Guasto domane o altro sarà qua in qualche loco di questa terra. Si dice che sono venute lettere di Spagna al signor duca di Milano, quale gli sono state mandale in castelo. Mi ha ben ditto un Ijomo da bene forestiero mio amico, haver visto una lettera che seri- Sì dice qui che ’1 signor marchese del Guasto, qual è ancor in Asti nè se sà quando ritornarà, ha falò tagliare la testa a dui capetanii de quelli che ^ano là per quella mutinatione ; uno si chiama Cesare da Napoli, l’altro Alfonso Galante pur da Napoli. Et alcuni altri capitani sono fugiti, tra li altri uno spagnolo nominato Zoan di Varra ; et chi dicono che haveano inteliigentia curn il signor duca