669 MDXXVI, GENNAIO. 670 ! venza se fabricavano galìe solil fina al numero de 30,computale quelle erano armale sotto il governo de domino Andrea Doria. Item, dice, per lettere ha per inercadanti, dicono che la serenissima Regente haveva fatto far comandamento a tutte le zente d’arine se dovessero appropinquar a Lion. Dice etiam, che il re de Ingilterra haveva promesso per tutto il Mazo mandar la liola al Delphino con assai tesoro. Di Austria, di sier Carlo Contarmi ora-tor, date in Augusta, a dì 8. Come a dì 5 scrisse per il cavalaro di questa (erra, et fece a li 6 perchè si dovea parlir la malina sequente, come si parli. Da poi etiam a li 6 scrisse per la posta de Italia qual non hanno expedita se non hozi, però si bavera questa et quella, et il summario di quella di 6 scriverò più avanti. Per questa avisa uno grande caso intervenuto Sabato da sera a dì ... . dove si danzava, et erano domino Menasse et il signor Martino camerier di questo Serenissimo, quali monslravano molto amici, et quella sera haveauo cenalo insieme, venero tra loro a le mane, cui dice per amor di dame, cui dice che Marlin li portava odio perchè questo Serenissimo lo havea fallo in loco di monsignor de San Pin. Si principiorono a dir villania. Il camerier disse a Manesse che era miglior homo che lui, e Menesse lo mentì e li dete uno schiavo con la man sinistra, e con la deslra li dete dii papa-gorzo nel fronte una grande ferita di ponla et ruppe (orsi tre dilla el pugnale nel fronte. 11 Principe che era lì, si pose di mezo el tolse l’arme a Menesse et detelo ne le man de li arzieri ; volse far prender il camerier, lui cazò man a la spada e cussi fece suo fratello, et menando li arzieri prexon, esso Marlino con uno pugnaleto havea ne le man zanca delle a Menasse una botta dreto nel cor, adeo che de subilo sbasite. Il camerier l’uzile, il Principe fu alorno il fratello dii camerier et li comandò deponesse le arme, mai le volse deponer, tandem fu preso et liensi li farà laiar la lesla. Questa malina ha fallo proclamar Martino, el li ha dato laia a cui lo apresenta vivo fiorini 600 d’ oro et mortg 400. E cussi Soa Serenità vien a perder do soi grandi servitori et grandi homeni, quali haveano pessimo animo conira la Signoria noslra e conservano a farne guerra, ai qual il Serenissimo preslava molla fede. A dì 15. La malina fo gran pioza et lulta la notte, nè fo alcuna leltera da conio. Vene in Collegio sier Alvixe di Prioli procura-tor, rimasto savio dii Conseio, volendose scusar de jntrar per esser Proveditor sora l’Arsenal, el che per la parie del Gran Conseio poi refudar de intrar in Collegio; tamen è un’altra parie nova cheli Savii dii Conseio non si poi scusar de intrar ; hor fo terminalo che ’1 Conscio di Pregadi debbi terminar questa refudason. Da poi disnar, fo Collegio dii Serenissimo et Consieri con li Savii, et fo per aldir li Trivi-xani con li Gradenigi per l’abalia di San Ziprian. El parlò per li Trivixani domino Piero di Oxonicha dolor avocalo di l’abaie Trivixan presente e di P abaie Trivixan al qual è slà fallo la renonlia, et stelle a parlar fino a hore 3 di nolte, et volendo risponder sier Alvise Badoer avocalo per li Grade-nigi, videlicel sier Alvise Gradenigo cao di X, fo rimesso ad ahJirlp una altra volta. Da Verona, dii Proveditor generai Pexaro, di 14, hore 5. Come havia haulo una lettera di domino Raphael di Palazolo,qual non scrive la con-tmentia di quella, perchè scrivendo etiam el dillo a la Signoria nostra, a quella si riporta ; in la qual è molli avisi, replicando le cose scritte per avanti. Item, Zuan di Naldo li scrive, che uno capilanio spagnol yoria far alcuni capi sotto di lui, havendo a lar 1300 fanti ; per tanto uno suo fratello qual non ha stipendio con la Signoria, voria andarli, el però lì domanda licenlia. Item, manda uno reporlo dii signor Camillo, e una lettera dii conte Alberto Scolo. Di Trento, nulla ha. Di Milán ha aviso di una compagnia con 300 fanti spagnoli, licet babbi fama di 500, esser partita di Milan mollo malcontenta. Va alozar verso Cremona. Dii signor Camillo Orsini, da Bergamo, di 13, hore .... Manda uno riporlo di uno suo venuto di Milan, dove è stato 5 zorni, et parti beri a hore 20. Dice che de lì non è seguito alcuna cosa più dii solilo, e di l’acordo si dicea esser concluso tra Plmperalor et il re Chrislianissimo non se dice altro, et che quelle zente cesaree dubitano mollo per esser fama sguizari calano. L’abate di Nazara è pur indisposto. E stà in camera el marchese dii Vasto, li vene uno acídente per esser stato lardi 449 fuor di casa a done, che andò dii corpo 32 volle in quella notle. Par che ’I slava bene, però che P bave disconzo di stomaco per il troppo disordine facto. Dice, quelli dii castello di Trezo ha levalo 10 mia atorno le victuarie e coudule in castello, unde quelli di chi le erano è venuti a Milan a dolersi al Senato; il qual Señalo elexeno cinque di loro a dover andar dal marchese dii VaslOla dolersi di tal danni. Quello sia seguito non lo sa. Item, scrive di uno capilanio partito