615 UDXXVI, GENNAIO. 616 dii Guasto scrive il contrario, et fa ditte forze molto grande, e le zente dii Papa et di la Signoria nostra, siché le cose di Cesare in Italia è in pericolo, et non hanno danari da pagar l’exercito. Et di qui è sta consultalo su questo, et nulla terminato. Scrive esso Marchese, Maximilian Sforza vien con sguizari et 500 lanze in aiuto dii fratello Ducha. Il Legalo insta la risposta da Cesare, et non la poi aver ; ha solum bone parole, et che ’1 vuol pace con tulli. Barbon si duol molto ; ha inteso l’averà il Slado di Milan, e si Irata far quel Ducha Cardinal, et si darà a Barbon madama Reniera cugnada dii re Christianissimo per moglie: el qual Barbon tuto ozi é slà con Cesare et par stagi alquanto contento. Item, di capitoli, il Gran canzelier non voi farli dì sue man aziò non si vedi la sua letera, e voi uno altro li scrivi. Dii dito, di 11, drizata a li Cai di X. Come ha inteso questi acordi si fa conira Italia e a danno di la Signoria nostra ; però è bon far provi-sion. Il Papa li ha fatto intender li tratati tutti si trata con la Franza. Questi dubitano dii Turcho, hanno inteso la Signoria ha manda uno ambasator al Turco, e uno gran homo li ha ditlo Cesare venendo in Italia vegnirà a nostri danni. Il Gran canzelier è bon italian etc. 410 Ex litteris domini Suardini, datis in Toledo die 8 Decembris 1525. Scrissi per altre mie, madama di Lanzon esser parlila da Madril, el ritornava in Franza seuza alcuna aparenza di conclusione, e che li dui ambassa-tori francesi, arzivescovo de Ambrum et presidente de Paris, erano parliti de qua per seguire la duchessa. Et cosi fu vero; ma natiti che li dilli amba-salori partissero da Madril li fu fa Ito .intendere non partisseno, et aspeltasseno che’) Viceré sarebbe con essi. Et cosi sono dui giorni che ’1 Viceré è andato a Madril con speranza di concluder lo acordo. Quel che habbia parlato, più de quanto Vostra Excellen-tia haverà inteso per le mie precedente esser stato trattato non se ha inteso ; però iudicase che forsi attenderanno alla via del dinaro, atteso che se co-gnosse che l’Imperator non condescende a questo accordo con Franza se non per la volunlà che ’1 tiene da volersi insignorire de Italia più di quello che se li conviene, ancora che lui dica de non volerlo far. Però, non obstante che’l Viceré sia andato con la soprascritta opinione di fare ditto accordo, ilCanzelliero me ha ditto esser de opinione che non sarà niente, et che non li conosce ordine niuno ; et il bon Canzeliere sta disperato di queste vie tanto ruinose che ’I cognosce tenersi contra Italia, el arditamente ha ditto a l’imperator el in consilio molli giorni avanti, che se ingannano a pensare di voler per forza dominare Italia, et come se ne accorgeranno, che lutti se uniranno per non comportacelo; ma se per amor volea lenirla amica, che rilaverebbe, et che con tale amicilia haverebbe poi potuto far ogni gran cossa con reputatimi et utilità. Ma per esser nel Consiglio de l’imperatore persone che tieneno mala volunlà, non ha avuto lui credilo. Siché circa zio V. Excellentia intenderà, che se lo accordo di Franza se concludesse hora, che Dio no ’1 voglia, non potrà esser, per quello se po’ cognos-scer, senza concerto de travagliare Italia; se ancora non se concluderà, poiria esser che la instanlia che’l Papa hora fa perchè lo Imperator proveda de assicurar la Italia con relassar il Stalo di Milano in libertà al Ducha et resolversi con venetiani, farebbe effeeto bono. Scrissi ancora alli dì passali, come havendo par- 410* lato il Legalo a l’Imperador a nome dii Papa alcuni giorni sono, el fra le altre cose raccomandandoli il ducha di Milano, el lo Imperator haverli per conclusione ditto che ancora che’l Ducha avesse errato, volea perdonargli. Di novo parlato sopra tal materia per nova commissione havuta dal Papa, non pare che li habbia resposto così sinceramente come la prima vo’la,anzi li ha ditlo che se ’I Ducha havea errato sarà cosa honesta sia castigalo, overo se li perdonerà almanco sarà conosciuto farlo per clemente ; sichè se comprende pur alcuna cosa che non se li po’ dar altro sentimento che male animo verso Italia, ancora che come ho ditto siano le parole bone. Scrissi a Vostra Excellentia esser stato remesso per quel dispacio ultimo 60 milia ducali et fu vero : da poi apresso me fu dito ne erano slà mandati altri 30 milia. che in tutto sariano stati nonanta milia. Ex litteris eiusdem, 12 Decembris. Che da Madrit è tornato don Hugo dì Moncada et Joan Aleman quali andorno con il Viceré ; et per quello s’è inteso, reportano il Re volere dar la Borgogna con le conditioni che per mie ho scritto et replicate ultimamente ; el per assicuratone voi dare il Delphino, et insieme adimanda la sorella de l’Ira-perator sopralutto ; et per quello ha ditto Barbon ¡stesso, lo Imperator si ècondutto lui medesimo de parlare al ditlo Borbon aziò se hubia da contentar