433 MDXXV, DICEMBRE. 434 al Papa era bon si acordasse con Cesare, et farlo grande, perché ad ogni modo tutto sarà suo. E qua-tro cose bisognava con Soa Cesarea Maestà a far accordo : presteza, pregierie, parlili el pecunia. Scrive colloquii auli poi esso Oralor col Datario, qual li disse il bon voler dii Papa a far liga ; ina voi prima saper quello riporla ditto nuntio. Del ditto, di 4, a li Cai di X. Come parloe al Datario zerca la liga diffensiva. Li disse zonto fusse il mandato da Fiorenza é bon a farla, per ligar il Papa una volta; sichè doman el zonzerà e la concluderà, perché il Papa la voi, non sopravenendo allro. Item, zerca lo acordo dii duca di Ferrara cui Papa, li disse saria bon quella Illustrissima Signoria se interponesse per poter inlertenir il Papa. Di Anglia, di V Orio orator nostro, date a dì 17 Novembrio Come havia recevuto nostre le-tere di 18 Octubrio, seriloli col Senato. Parlò al reverendissimo Cardinal comunicandoli la presa dii Moron da spagnoli e il pericolo dii Stato di Milan. Soa signoria disse però si lazi la liga con la Franza, o col Papa o senza si strenza la Signoria e la Francia, e non à da indusiar. Et che ’1 voi si mandi uno orator secreto in Franza, e si fortifichi le terre, e non aspettar il Papa, el qual Papa non cognosce Cesare che li è inimico. Poi disse, Gregorio Caxal sarà zonlo a Venelia et Roma, al qual soa signoria li scriverà per nome dii He, come per suo nome lettere al Papa concludi la liga ; et che ’1 parleria a li oratori di Franza sono qui debbino scriver a madama la Rezenle concludi la liga ; etiam li scriverà 289 lettere non debbi indusiar a concluderla. Scrive, eri è parlilo di qui domino .... elemosinario regio va orator in Spagna a l’Imperador in loco dii presidente di Londra, qual ritorna. Scrive è zonlo qui il Pazeo orator a la Signoria nostra 'stato amaialo ; vederà di visitarlo. Scrive, spaza questo corier a posta. Noto. Lelle queste ledere, il Consejo di X con la Zonla introe et prese aprir al Conscio una lederà dii provedilor Pexaro, da..., di 5, bore 5, venuta eri, drizata a li Cai di X. Scrive colloqui auti col duca di Urbin capitanozeneral nostro, qual li disse saria facile impresa conira spagnoli per esser morto il marchese di Pescara et esser discordia tra il marchexe dii Vasto et Antonio da Leva, et poi questi volendo converano tenir Milan, Cremona, Lodi, Pavia e Alexandria, non potrano far tante cose, però opinion soa saria di far facende. Sono spagnoli poca genie, 13 in 14 milia fanli, 700 in 800 lanze, 10C0 cavalli lizieri, nui havemo più numero di zente d’arme di I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XL. loro e miglior cavalli lizieri ne (laveremo quanti vo-remo, e cussi fanlarie. Da Crema, dii Podetà ci capitanio, di 5, 289* hore . .. Come, per uno suo ventilo da Milano, riporta come al governo di lo exercilo cesareo sono rimasti il marchese dii Vasto e domino Antonio da Leva e l’abate di Nazara, e il Senato si governa a nome di Cesare. Dice etiam che 4 bandiere di fanlarie, che erano a Milano, sono levate per andar a Pavia. Scrive, in Lodi attendono a compir quello ha-veano principialo per forlification di esso loco, el li fanno mirar vituarie di ogni sorte dentro. Da Pavia, per uno suo venuto, dice che ogni zorno quelli dii castello ¡osino fuora et scaramuzano con li ianzi-pech, et sempre portano viluarie dentro. Heri sera fecero grandissima alegreza de artelane per la morte de Pescara. Dice etiam aver inteso venendo, da quelli de Anlignat e da Coti’ che quelle zenle che sono alozale de li sono per levarse per andar a Milano. Item, il ditto Podestà et capifanio manda una lettera aula da Milan, zoè : Da Milan, di Abbatis, drizata a la Signoria nostra, il Sabato a dì 2, hore 13. Come a hore nove e meza era morto il marchese di Pescara qual rendè l’anima a Dio, che era la colona di questo exercilo cesareo, e ordinò avanti el morisse al governo Antonio da Leva e marchexe di! Vasto. Il Senato fa a nome di Cesare. Si attende a far le trin-zee e serar il castello. La compagnia dii ditto Marchexe era in Milan è andà a Pavia. Li zentilhomeni hanno zurà fedeltà per loro non per il populo. Et quella notte che morite, il Marchexe siete insieme con Antonio da Leva, qual rasonando di varie cose li disse di l’acordo di Cesare con la Signoria, e che se la Signoria vuol li basta l’animo di concluder presto, e che questi ambasutori è qui non faranno niente; sichè la Signoria si la vuol li scriva e li mandi la zifra; e altre particularilà, dicendo chi ha tempo non aspelli tempo. Di Bergamo, di rectori, di 4, hore......290 Mandano uno riporlo di uno stato a Cremona, qnal narra lo alozar di spagnoli e allro. Item, una lettera dii Tasis da Milano di 29 dii passato, la qual la indrizò a uno qual era in villa e tornato in Bergamo P hanno anta, qual è cosse vecchie, pur 1’ ho notada qui avanti. Magnifici signori mei observandissimi. Per lettere di Spagna si ha che il signor Marchese è confirmato per la Maieslà Cesarea nel già 28