279 MDXXV, NOVEMBRE. 280 non resta però di negoliare ; et ¡1 nontio dii Papa li ha ditto che ’I non sii bene et non lassa andar alcun in camera se non li soi, et ha dato ordine che le gente cesaree che sono qui stagino ad bordine, zoè spagnoli e lanzinech, et hanno fatto condur in la terra li cavali di le arlelarie e conzano il tutto. 11 castello sta preparalo e non teme di altro, se non di stare longo tempo seralo. Il signor Ducila va miorando; li 8 deputati non sono stati ancora dal signor Marchese. Sono a visi di Zenoa di 10, come hanno aviso che a di 30 dii passalo le galee di Zenoa che andono a condur monsignor di Barbon a Barzelona erano partite per Zenoa, e lettere di Bar-zelona sono di 2 dii presente. Dii ditto, di 12, liore 5. Come li 8 deputadi hozi sono stati a caxa dii signor marchese di Pescara, qual li fece dir esser alquanto doglioso e in-dusiaseno a damatlina; tamen non si sa come stagi soa signoria ; si dice ha dii mal assai. Le zente Cesaree stanno ristrette. Scrive, il Ducha questa sera mandò a dirli andasse a parlarli in castello, e cussi esso Orator andoe. Intrato in camera, Soa Excelleu-tia era disteso in letto. Scrive colloqui hauti insieme, e li disse quello ha manda a dir il Marchese e la risposta fattoli, dicendo: «Son homo da ben, et voio mantenirmi qui in castello ». Esso Orator laudò la savia risposta fatta. Esso Ducha disse sperava in questo tempo qualche Principe lo aiuleria, e si rico-mandava molto a la illustrissima Signoria, ut in 182 atteri,s. Scrive esso Orator, il signor Ducha sta bene di la febre, ma dii moto miora poco, et si va restaurando. Et che ’I Marchese li mandò un’ altra scrittura per domino Francesco Visconte, il sutna-rio di la qual et questo è, et potendola haver sarà scritta di sotto, come il signor Marchese lauda si dagi il iuramento a la terra. Item, voi li obstagi come ha ditto, et lui non voi darli. Item, ducati 25 milia per adesso a conto di ducati 100 milia di la investitura, et il Ducha dagi adiuto ad exigerli da la terra. Et che ’1 mandi il suo homo a Cesare et torni presto. Il Ducha li ha risposto di dar il iura-menlo a la terra sarà contento che non aiuteranno niun voi offender lo exercito di la Cesarea Maestà li in Milano, nè fuora, et voi darli obstagi honesli, dando e ti am lui a Soa Excellentia zerca a li 25 milia ducati exorterà la terra a darli; ma si mandi le zente fuora, perchè fanno gran danni,-et voglii disgravar il dominio suo, et che 1’ homo manderà a la Cesarea Maestà, dal qual aspetterà ordine. Di Crema, di 13, et Bergamo, di 13, con avisi, sicome dirò di sotto li sumarii. Di Verona, dii proveditor generai Pexaro, di 14, hore 18. Manda una lettera, haula dal conte Alberto Scolo, da Crema, di 13, hore 16. Scrive in ditta lellera, come per uno suo venuto da Milan, parli beri matina, che queli dii castello vien fuora et vanno in castello chi voi. I lanzinech et spagnoli sono a li soi alozamenli. Il marchese di Pescara è agravato; il popolo è mal disposto contro li cesarei e si tien faranno qualche novità, e si dice aspectano soccorso dii Papa e di la Signoria nostra, e che Za-nin di Medici dia venir in soccorso del Ducha; et come hessendo sta conduii in Milan 12 cara di feno per quelli dii marchese di Pescara el passali per la piazza del castello, quelli del castello ussiteno el li tolseno dentro. Da Crema, dii Podestà et capitanio, di 13, hore 1, di notte. Come ha aviso di cesarei, come quelli è alozati in Antignano hozi si doveano levar, tamen non sono levali, per andar a la volta di cremonase, et etiam alcuni altri pochi fanti sono in Fontanelle è per levarsi. Per uno venuto hozi da Cremona, mi è referilo, 182* che li soldati sono nel castello ogni zorno saltano fuora, et sono a le man con i lanzichenech, dei qual amazano et feriscono. Etiam aflìnnano zerca il laion, sicome per sue di beri scrisse, che cremonesi polendo si componer;mo cum Pescara in 5 over 6 milia scudi, aziò non li vadino alozar sul cremonese, et i lodesani hanno deliberato de li 2000 scudi domandatoli per il predillo Pescara, darli scudi 1000. El questo li ha ditto uno suo mandato lì, dicendo haverlo haulo da uno suo amicissimo et homo da bene; dicendo etiam haver inteso da uno venuto da Milan, che beri sul lardi spagnoli con quelli di la terra di Milano forno a le man, et chc lui se parlile allora e non sa il successo di quello seguile. Di Bergamo, di rectori, di 13, hore 7. Co- 183 me, per uno venuto di Milan stato in castello heri, riporta, il qual ha nome Zuan Francesco di Color-gno, che Sabato a dì 4 fo in caslelo, el parlò con uno suo amico, et vele lì esser venuto uno astrologo fuzito li, scampato da paura dii marchese da Pescara, il qual diceva, e lui aldite dirlo al signor Sforzili, come il Marchese preditlo con le sue genie di brie-ve sariano taià a pezi dal populo di Milan, et che ditto signor Sforzin disse.se questo sarà vero li do-naria una colaina d’oro havia al colo; elqual rispose : « Meteme in prexon, e se non è vero feme ta-iar la testa ». Item, dice si preparava guastatori per serar il caslelo. Da Crema, dii Podestà et capitanio, di