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MDXXV, DICEMBRE.
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      slava in camera per la morte dii barba insta il rito spagnolo et pianzeva. Et che al signor Antonio da Leva non si poteva parlar perchè si diceva slava mal, e lui urli che in una camera dove 1’ era el si doleva per mal havia a uno dedo de la man. Unde l’andò a parlar a l’abate di Nazara, al qual esso signor Ca-milo li scrisse per esser suo amico. El qual udendo quanto el richiedeva, disse : <c Vui volè veder l’Im-perador più sotto terra di quelo 1’ è di sopra per poter dominar questo Slado,et quando fosti sul più belo ne lasasti ». Unde lo rimesse al signor Antonio da Leva, e lui visto questo, è ritornato. Dice, si diceva dii fuzir dii re di Navarra dii castelo di Pavia beri di notte, e lui vele spazar cavali per tulio per veder di haverlo. Dice che queli dii castello escono luora, e portano vicluarie dentro, etiam cavali con paia e fen. E che ’1 Ducha slava ben; ma non si poteva aiutar di le gambe. Dice ancora non era sia zurà fedeltà da le parochie, perchè voriano prima fosseno leva le zenle, e che parlano contro l’Imperator, et che spagnoli et ianzinech stanno con gran paura. Item, che per uno partì da Lion a dì 8, venuto in posta a Turin, ha inleso lì a Milan, che queli dii Conseio di Pranza haveano terminalo venir in Italia con 18 milia fanti el 5000 lanze, e sariano di qua da’ monti a mezo Zener, con i qual venivano Maximilian Sforza con li foraussili, et che haveriano sguizari.
        Di Bergamo, di rectori, di 15, liore 6. Come, per uno homo da ben, qual vene hozi da Mirabel di Geradada loco apresso Vaylat, parlilo hozi de lì, che referisse ditta villa di Mirahel esser sta abandonata da li habilanti per le estorsione et mala compagnia de spagnoli, et parte de ditti habitanli esser venuti ad habitar sul cretnasco. Et che doe bandiere de spagnoli hozi si dovevano levar de 332* Vaylat et loci circumvicini,et andar a Soresiua loco verso Cremona.
        Item, come hozi hanno inteso per uno homo da ben, mercadante di questa terra, venuto da Verzeli, che a Verzeli era nova certa che a Lion si erano butati CO pezi de artigliarla ben reuscita, et che continuava la fama di Maximiliano che vengi a la volta de Milano cum li svizeri. Et del disponersi de foraussili similmente, sicomeper altra banda se intende eiiam.
        Da Crema, dii Podestà et capifanio, di
      15,	liore 5. Come, per alcuni mei mandati in Geradada, dicono che le genie spagnole erano a Cara-vazo lutte sono levale questa mattina, e sono andate verso Cigno et a queli contorni. Et dicesi che quelli
di Pizigaton li hanno dato ducali 600 per levarsi. Et dicono haver inteso da spagnoli, esser venuto ordine da Milano che li soldati spagnoli habbino da li vilani per homo d’arme mezo scudo al zorno, alogiamenlo, strame, oio e axelo, el queli soldati non se contentano. Item, scrive, pi i' uno mio venuto da Lodi questa sera, riporla haver parlalo cum alcuni lodesani mercadanti soi amici parliti a dì 5 da Lion, che li hanno dillo che Maximiliano, li foraussili et alcuni francesi sono andati a la volta dii Dolfinalo per venir verso Milano. Et che fina hora erano venuti da 600 homini d’arme, et 8000 fanti, el che se andavano a la zornada ingrossando. Et che de 11 publice se parlava in Lodi, che a dì 10 Zenaro passarano li monli. Item, dice che si parlava publice in Lodi, che ’1 re di Navara era fuzito di prexon, et che ’1 ducha de Milano slava malissimo, et etiam il signor Antonio da Levaci dì 18, Luni. La malina, li Savii si redusnno a consultar, et il Principe ordinò Pregadi mollo per tempo.
    Fo aldili li Gradenigi con li Trivixani per l’aba-lia di San Ziprian, qual questo abate ha renoncià a domino Zuane Trivixan di sier Polo suo nepote, e li Gradenigo come iuspatronatus I’ hanno data al Lipomano episcopo di Bergamo e una e l’altra bolla è passa per via Roma. Fo rimessi a uno altro dì.
   Vene prima sier Berluzi Zivran venuto conte di Zara za più zorni, è sta amalato, vestito di scarlato. Referì poco. Laudato de more.
   Di rectori di Bergamo, di 16 Decembrio. Mandano do reporli li quali fono lecli in Collegio, ma non in Pregadi, et è questi :
   Per uno nostro mandato et venuto da Pavia, à bon loco di haver con verità di le cose de lì, referisse esser partito beri a bore 20 di Pavia, ove gionse Zobia proxima a bore 18. Et subito che fu a Pavia, intrò in caxa de monsignor de San Lanfranco, ne la qual ha molta domestigeza, ove intese, essendo a tavola el ditto monsignor, che era la note precedente, che fu Mercore di notte a di 15, scampato lo re di Navara con zerca 10 spagnoli. El sa che ditto monsignor gli havea donato uno cavalo che valeva 200 scudi. Et che molti spagnoli la Zobia poi si missero a cavalo per andarli dreto et prenderlo. Et che li cesarei hanno fallo comandamento a tutti queli di la terra et contado, che conduchino in Pavia tutte le robe sue et victuarie; ma che sono molti di queli zenlilhomeni che voleno partirsi de Pavia, et non lasarsi trovar dentro, come feceno l’anno passato. Et che fortificano cimi grande diligentia la