833 mdxxvi, demonio rebelo, che loro non intendevano abando-narlo de la loro servitù Gii tanto che ’1 vivesse, ctiam si se dovesseno manzarsi 1’ uno con 1’ allro. El fallo lai parlamento cadauno se parlile, et si ritrovava su la piaza dii caslelo a questo presente da 5 in 6000 venuti per divulgation di dilla Dovila. Et Zobia sequente poi 8 dii mexe, li ditti capita nei cesarei feceno far proclama publica in scriptis nominando personas de li soprascritti el de li altri etiam che non sono in caslelo, ma absentati, cum pena de rebelion et confiscation di loro beni. Itemi, rcITerisse, che fino al partir suo da Milano non erano venuti alcuni ad visi di Spagna a li capilanei cesarei, nec etiam alcuna confirmalione che babbi fatto il parlamento di Franza, benché se divaga che li obslagii siino parlili per Spagna. In Milano veramente alcuni non la credono el alcuni la credeno, secondo le loro passione. Item, che ’I signor mar-chexe dii Guasto partile Venere 9 dii presente da Milano cum molta compagnia, tra li quali li erano da zerea zentilhomeni 20 milanesi disarmati, et cum verità andavano in Aste ; et Domenica passata a di 11 gionse nova che erano arivali in Asie ; ma an-556' dorono prima a Pavia Et questa andata in Aste se intende ohe sia per metter ordine a quele fanlarie italiane alogiale de lì, quale facevano molti disordini, et parea che ’I fusse duo capilaniì de quelle fanlarie che feseno alcune cose quasi in forma de rebe-lione ; nè fin 1’ bora ora venuto nova di alcuno successo. Item, che Pavia p:>r cesarei se fortificava al continuo, et hanno agionto maggior numero de guasladori de l’usalo, refacendo li bastioni vechii in magior forteza, facendo diversi sostegni de acque in li fossi. Item, che quelli dii castello di Milano, non obslante le crìde soprascritte, ogni giorno danno fuori a scaramuza cum queli lanzinech, perchè spagnoli non ne sono, et sempre cum danno et morie di essi lanzinech ; et che in caslelo, poi che sono serali, non ne :ouo morti salvo che selle, tra li quali el conte Antonio Sforza figliolo dii qu. conte Alexandro Sforza vechio: et tulli stanno allegri. Dii prov editor generai Pexaro, date a Bre-xa a dì 16, hore 4. Manda lettere dii conte Alberto Scoto, da Crema, con alcuni avisi di Piasenza. Item, si mandi danari per pagar le zente ; si che si vede disperalo ut in litteris. Dii conte Alberto Scotto, date a Crema, a dì 16, hore 21. Manda avisi bauli da Piasenza dii zonzer lì beri uno corier, vien da Lion, va a Roma con lettere, et se ha inteso il modo di l’acordo con 1 diani di M. Sanuto. — Tom. XI. FEBBRAIO. 834 li capitoli come ho scrìplo per avanti ; el dì più il ducha di Barbon haverà il Slado de Milan, el page-rà le zente et darà ducali 100 milia a l’Imperador a l’anno et 50 milia a l’Archiduca. Scrive dii venir di fanti spagliali in Piasenlina a la roca dii Zeso, c voleano luor quela ; ma è sia scoperti, sichè piasenli-ni per questo stanno in gran paura. Da poi disnar fo Gran Conseio, el acadete cosa 557 notanda : che andato a capoio in la prima election sier Andrea Trivixan di sier Jacomo, qual è malo e lochò nel capelo, dove era Consier sier Pandolfo Morexini, balota d’oro, et non la dele al Consier come si fa, ma la buio sul tribunal et vene via. Et visto P era d’oro, el Serenissimo lo fe’ chiamar, qual vene, et dimandato la causa, disse: «Perchè in letion vegniva soìado » con parole da malo, et vene zoso. Sichè per la soa malieria fo butà la balota nel primo capelo et non fo allro. È mal far venir questi tali mali a Conseio, ergo eie. Fo strillato i ladri iusta il solito ; poi leclo le parte per Piero Dandolo nodaro di P Avogaria, videlicet una presa dii 1359 a dì primo Luio, poi le altre, demum sier Piero Contarmi qu. sier Alvise avogador, et fe’ una renga in loco di sier Marco Loredan di chi era la setimana, et era amalato. Et con gran esclamalion li slridòda numero 7, tra li qual sier Velor Foscarini fo Camerlengo di corrimi, dicendo è indegno fiol di lauto exeelenle padre. Et nota. Zà do anni sier Zuan Emo fo Camerlengo di cornun yu. sier Zorzi procurator, fo stridalo, poi è slà assolto non si stridi ; et a caso fo tolto hozi di la Zonta con titolo fo Governador di P ìnlrade, et have 478 di sì el 1132 di no ; sichè fo mal traiate. Fo publicati per Ramusìo secretarlo lì debitori di la tansa a restituir; et poi stridalo termine otto zorni cadaun pagi, aìiter non saranno provadi ole. Fo bulado uno prò di la camera de impreslidi di Monte Vechio, di la paga di Seplembrio 1480. Vene per primo Canareio. Fu poslo, per i Consieri, dar licenlia a sier Valerio Valaresso podestà et capitanio a Coneian, di venir in quesla terra per zorni 15, ut in parte. Fu presa. Ave : . Fu fallo 9 voxe, et tulle passoe. Et compilo Gran Conseio, il Serenissimo con li Consieri e Cai di X con li Savii, si reduseno in pa-lazo suo a lozer P aviso liauto di Mantoa, portatoli hozi per l’oralor dii Marchexe al Serenissimo, ch’è quanto ha riferito Chiapino venuto di Spagna al prelato Marchexe etc, 53