MDXXV, DICEMBRE. 438 iurasse fedeltà, dicendoli che come bnbbino iurato chiuderano il castello di sorle che alcuno non potrà ussir, et che allor sgraverano la terra lasando poca guardia intorno al prefato castello, et il resto di le gente manierano in altro loco; ma per quanto intendo la terra non vote crederlo, nè ¡diramente iu-rarlo. Si pensava, che da poi la morie dii prelato Marchexe questo exercilo dovesse levarsi di questa terra, ma per quanto intendo dicono non volersi parlir non acadendo altro in la terra, o che altri si acovano in qualche altro loco, et alhora si rilirere-bono in Alexandria, in Pavia et in Lodi. Quivi si ingrossano de gente, et hanno mandato iti Pavia la compagnia di Honofrio dal Monte. El signor marchexe dal Guaslo ancor non s’intende che sia per fare residenza in altro loco che in la caxa ove stava il signor Marchexe morto, di cui prefato signor Marchexe piglia molti servitori, et manda post dimane in Spagna Joane Batista Gastaldo con il testamento dii signor Marchexe morto, coVi per esso ordinato, nel quale ricomanda a la Cesarea Maeslà tulli li capitani dii suo exercilo in Italia laudando di haver 292 quelli benissimo servilo, el in specie il signor marchexe del Guaslo. Pregando Sua Maeslà che contenti che lo possi fare suo herede, così dii ducato di Sora ad esso per Sua Maeslà donalo, come de altri sui propri beni, et ancor de Carpi, secondo che Sua Maestà al prefato signor Marchexe morto ne havea dato speranza, el medesimamente de la taglia dii re di Navara. Ex litteris eiusdem, 5 Decembris. Hoggi li deputali de la provisione sono comparsi nanti li signori imperiali ad querelarsi de molli de-sordeni occorsi et che occorrono de dì in dì, el di bora in hora in Milano el territorio per disordini di saccomani di fori, che non solum togliono strami et legne secondo 1* ordine, ma sachegiano et robano sin al sole. Di dentro poi li soldati fanno disordine in volere che li siano fatte le spese, in diversi modi fastidiosi e dannosi, talché sono intollerabili. Però hanno dillo hoggi questi deputati di la provisione, che tali modi non sono per indur la terra ad iurare fedeltà, come da sua signoria era ricercata, ma che il modo saria de voler indur la terra a tale iura-menlo de fedeltà, cosa che rechiede el bon animo et salisfation di le persone, che sue signorie cominciassero ad scaricare et sgravare la terra de li soldati che vi sono senza aspettar più, come dicono 292' voler fare, quando haverauo seralo il castello. Il che facendo faranno bona impressione a questo populo, de sorte che non gli saprà contradire di cosa che li dimandino. Et li prefali signori a tale parlamento sono rimasti muti, et li hanno ditto che tornino un altra volta. Quali rilornerano; ma non furano niente per quanto intendo. Dicono li prefati signori, et non viene d’altro loco al credere de ciascuno, che hanno lettere de 20 del passato, come uno ambassadore di Francia va a la Cesarea Maestà ad offerirli che la Maeslà dii He li darà parie de la Bergogna, el che seguirà lo apon-lamento Ira li prefali re Cristianissimo el Calholico. Fanno ancor fama esserli venuto suso le galee che vengono di Spagna 4000 fanti, et non n’ è venuto pur uno. Il caslelo é serato dal canto de la terra. Et heri mattina slelero suspesi questi signori, che ne P hora circa terza tirò il castello forsi 30 cannonale una dietro Pulirà, el non fu per altro che per la festa de Santa Barbara. El signor Duca se intende che sia assai bene, pur ancora non si veste. Fono ledi in questo Pregadi alcuni avisi auti per 293 via di Mantoa dii signor Marchexe al suo oralor qui. Acusa aver lettere di Milan di missier Jacopo de Cappo suo orator di 3, per le qual li avisa eri a ore 10 e meza morite il marchexe di Pescara, e avanti el morisse poco non attese ad altro che a le facende, et moriva mal volentiera per lassar il governo di le cose di Cesare. E fece una scrittura il Venere di do sfogli di carta, ch’è istrulion al signor marchexe dii Vasto et signor Antonio da Leva, ai qual lassa il governo di P exercilo, come si havesseno a governar. Et pregò il Leva, il Marchese li fosse racoman-dato. El la notte che ’I spirò dimandò dii Marchese, qual inteso riposava, non volse fusse dismissialo. Et ordinò di suo voler il testamento per alcuni legati ad pias causas, e beneficiar alcuni soi servitori, e scrisse come questi si doveano governar col Papa e con venetiani. E poi morto, questi hanno fatto li magistrati sentano pur a nome di Cesare, e il Senato, et che li ministri di le inlrade scuodino e pagino chi dieno aver per le ubligation dii Duca. Chiamò esso Marchese avanti morisse li capitani, e li feno zurar fidellà fin altro averano da Cesare. Scrive, questi atendeno a serarii caslelo con trinzee, quelli dentro escono a scaramuzar. Lui ha levalo negro per dilla morte come à etìam levalo il Nunlio pontifìcio. La compagnia dii Marchexe è partita e andata a Pavia. Di Spagna, da Toledo, di 6 Novembrio, al ditto marchexe di Mantoa. Avisa di le noze di lo lmperador et va a compirle a Sibilla, ma si alete- *