583 MDXXVI, GENNAIO. 584 li ha dillo haver letto una lettera che scrive el ca-valier de Landrian, che è a Roma a missier Tlio-maso dal Mayno in Milano, in la qual si conlien, che stia di bona voglia perchè el spiera che le cose del Duca anderano bene, perchè el voi che ’1 resli duca de Milano. Et che la Maestà Cesarea ha fallo trieva per do mexi con la Santità dii Papa, el qual voi ase-lar in questo tempo (ulte le controversie che ha Cesare cimi cadauno. Item, che li cesarei domandano al populo de Milano 15 milia scudi, et dandoceli leverano lo exercito via. Et se dice per Milano che questa cosa se tratta per il Papa, perché a di 28 di notte li vene lettere di Roma. Item, che a dì 28 a hore 19 insite missier Scipion de la Telia del castello, el andò dal marchese dal Vasto, et stette lì fina bore 23 che ’1 ritornò in castello; ma non si ha potuto saper quello hanno trattato. Et che ’1 Duca 389 * sta bene. Item, che ’1 signor Antonio da Leva è pur amalato el da una banda un poco enfiato. Item, dice haver inleso da uno spagnolo, che 6 bandiere de spagnoli et taliani, che erano a la Slradella el in Alexandrlna et quelli contorni, vano a la volta de Como, perchè se dice che sguizuri calano, et che li spagnoli che erano andati a Cassai) dieno andar a la volta di Como. Item, che tutte le gente cesaree stanno con gran paura. Et che uno di Picinardi da Cremona voleva andar a parlar al Duca, e li cesarei non ha voluto el vadi. El perchè a li dì passati fu dillo che missier Silvestrino Monsignor, che era andato da l’Imperator era ritornato, e che missier Alexandro Bentivolo li ha dillo non esser ritornato, perchè lui lo saperia per esser lutto suo. Noto. In questa matina in Collegio fo balotalo li Savii da terra ferma, et rimase Cassier sier Jacomo Corner. 390 A dì 3. La matina vene in Collegio l’oralor dii duca di Milan, et monstroe lettere aule dal duca de Milan, qual li manda quanto ha risposto a li cesarei zerca averli richiesto il castello di Domodossola, et lui li ha risposto non ge lo voler dar ut in dieta responsione patet. Item, averli mandà il marchexe dii Vasto, signor Antonio da Leva etl’abale di Nazzara a dirli mandasse uno da loro, dove era il Nonlio pontificio. Qual mandò domino Scipion Atellano, e zonlo lì, ditto Nunzio li disse dii capitolo di do mexi di la trieva fala con Cesare, e volendo intrar rispondesse in termine di tre zorni, e questo fo il dì de Nadal. Et Soa Excellentia li mandò a dir venisse ditto Nuntio a parlarli; qual non fu lassato andar da li cesarei. Unde lui scrive al cavalier Landriano a Roma, et manda la copia di la lettera. Vene l’orator di Ferrara volendo tratta di piere colle dii padoan, persalizar certa strada a Ferrara. Vene l’oralor di Mantoa per aver traila di cerle biave menute dii veronese. Da poi disnar fo Conseio di X con Zonta dii Collegio solamente, et expedileno sier Zuan Balista Do-nado di sier Vetor patron di una fusla, qual fu mentito per sier Marco Loredan avogador, el fu preso di procied r contra de lui, et condannato che ’1 pagi ducati 200 tolli a quelli mercadanli fiorentini, nè esci di preson fin non habbi pagalo. Item, sia privo di palron di la fusta et per anni 5 di tulle palronerie, soracomilarie e altro da mar, ut in condemna-tione. Di Crema, dii Podestà et capitanio, di primo, hore 4. Manda questo riporto : Riporla uno mio mandato per la Geradada, che hozi è levalo do bandiere di fanti di Vaylat, et questa sera andavano ad alozar a Gomedon loco lunlan da Caslel Lion do miglia, el che se diceva che li diti fanti andariano con allri fanti a la volta di Cremona. Item, che quelli de Vaylat hanno dato ducali 200 a li dilli fanti per il suo levar. Item, dice hano inteso come l’è slà fato comandamelo a li homini d’arme, che sono in Romanengo, Sonzin et allri lochi di Geradada, che debbano star in ordine. Item, refferisse che heri a hore 22 viste partir del Castion di lodesana 150 fanti, i quali lassorno le bagaie, li qual si diceva andavano a Cremona. Et dice haver 390* inteso che dilli fanti sono de quelli erano verso Alexandria. Madama di Lanson è gionla a Narbona unde lì farà le feste di Natale, et poi subito se partirà per la volta de Lione. El Madama la rezenle, fatta la festa di Nadale in Lione, si partirà el an.lerà a Tornono lontano due giornale da Lione, unde expelerà la prefala madama di Lanson. La Zobia avanti Natale, da sera, vene uno zenlilhomo mandalo per il re Chrislianissimo, qual vene in posla, et dice come inanli la sua partita lo Imperatore haveva mandalo dal Re il Viceré di Napoli et don Hugo di Moucada per parlar di lo apontamento. A li quali il Christianis-simo li rispose non dovesseno parlar nè proceder più in lo rasonamento, et che vogliando lo lmpera-tor acordo 0 parentalo andasse lui lì et non mandasse altre persone, et con parole lai che se poi iu-dicar esser in tutto alieno di fare apontamento. Item, si dice in Lione, che a dì 9 dii presente mese di Zenaro Maximiliano Sforza doveva partirse, et andar da sguizari. Et questo riportalo ha portalo uno nonlio dii signor Zuan Francesco di la Somaia,