745 MDXXvr, ledere veniva di Madril qui. Madama si parte, va a Bles o a Paris, e lui seguirà. Del ditto, di 11, date ivi. Eri zonse qui madama di Lnnson. La Rezenteslà meio, è zonlo Livio Grolto stato a Venelia et Roma. Qui è zouto il conte Lodovico di Belzoioso, e lo voleno expedir per Italia. Di Spagna non c’ è aviso alcuno. Si dubita Memoransi non sia sta relenulo, il qual doveva venir in Franza con li capitoli. Il signor Theodoro da Lion li ha scritto vadi, e sollicili questi Signori a expedir la risposta. 499') Copia di una lettera di sier Zuan Vituri podestà, sier Zuan Badoer dotor et cava-lier capitanio di Verona, e sier Piero da cha’ da Pexaro proeurator, proveditor generai, scritta a la Signoria nostra, data a dì 8 Zener 1525, o per dir meglio a li Capi dii Conseio di X. Serenissime Prineeps et Excellentissimi Domini, Domini Colendissimi etc. Da poi ricevute le lettere a dì 6, date il zorno inanli di Vostre Exeellenlie zerca quanto a quelle haveva scritto I’ abalessa di San Michiel in Campagna in la materia dii thesoro eie. consullassemo insieme quanlo si havea a fare, et deliberato che io Capitanio me havesse a conferirai ditto loco, qual è circa uno mio fuòra di la porta dii Vescovo, dove andai con pochissime persone, et solum feci admet-ter nel monaslerio il mio canzelier el Zuan Paradiso soprastante a le monizione. Trovai quella reverenda abatessa esser inferma già molti anni, cum la qual et insieme con molle altre di le sue monache usale parole conveniente al proposito, me risposeno comemorando la sumina inclinalione che tutte ha-vevano a Vostra Sublimila, et quante volle per tal sua dimnstratione erano siale da lodesclii sachigiate et pessimamente Iraclale. Et tandem me dixero dii bolletin trovato, mostrandomi la copia, che è preciso come quello incluso ne' le lettere di Vostre Excel-lentie. A la quale facta risposta conveniente circa la affectione sua che havevano commemoralo, gli dimandai dove havevano exlralto il ditto bollelino, instando che me moslrasseno lo originale, quale altro non mi sepeno dire se non che l’havevano estratto da uno antiquissimo che apena si potea Iezere, qual più non 1’havevano; et in questo co-gnobi che non constavano a sé stesse, et pertanto (1) La carta 498* è bianca. GENNAIO. 746 non mi parve procieder più olirà. Ricercai esser condutto al loco dove existimavano fusse tal thesoro, et venuto ivi acoro pugnato da qualro di le più antique di loro, che una fra le altre era da 74 et più anni, et la sua abalessa ne ha ben 76, et me moslrorono ne la sua chiesia, al capo de uno altare, il loco dove affamavamo zà esservi stati alcuni mo-nimenti molto antiqui, et haverli esse proprio ve- * duli, unde iudicavano esser il loco nominato nel boletino; nè altro vidi notabile, se non nel muro oposito al dillo loco uno deposilo picolo de mar-moro dove è scritto esser sepullo Borlholomeo Mi-chiel da la Scala nel 1348 a dì 17 Seplembrio, et ha In scala sculpila, el vidi come da l’altro ladi dii muro era slà rotto por zercar quello che se conte-ni vi lì dentro; rna le dille me dixeno che altro non era slà trovalo chi* ossi mollo picoli, che se potevano exislimnr di persona di pochi anni. Me dixero etiam, che in dillo monaslerio erano stale mollo abatesse di quelli da la Scalla, adeo che 'I se potea iudicar che ’I fusse slà edificato da quelle. Poi consultato con elle come et quando se havesse a far la cavallone per trovar dillo Ihesoro, me dixero che per haver a celebrar alcuni anniversari el oflìcii ad defuncti non si poiria far tal cavallone ne la sepli-mana presente senza murmuratione de li contadini circumstanti ; el per tanto è stalo rimesso tal ne-gotio a la seplimnna futura, et cussi se exequirà cum quella secreteza che sarà possibile; ma non fnceremo che queste venerabile done apertamente et zà molli anni a quanti andavano a sua visitatione gli parlavano di tal thesoro, el è opinione de molti, imo alcuni ne hanno afirmalo, che esse done hanno fallo cavar in diversi luogi dentro dii monaslerio per far experientia di trovar thesoro, el bora che voriano cavar ne la chiesia, non lo polendo far da per loro per esser loco publico, hanno (olio expe-diente usar l’opera di Vostra Sublimità, l’amen non mancheremo di diligentia di exequir quanto le Vostre Exeellenlie ne -¡munge, cuius gratiae, etc. Copia de una al tra lettera di dicti rectori, dri- 500 gaia a li Capi di X, data a dì 25 Zener 1525. Serenissime Prineeps et Excellentissimi Domini etc. A 8 di l’instante scrivessemo a Vostre Exee-lenlie circa il thesoro quanto fino a quella bora era stà rilrovato, et come la cavatione era stà diferila fino a la sequente seplimana per le cause prout in