391 MDXXV. DICEMBRE. 392 so che dieno vegnir in Lodi 100 homini d’arme ad alozar. Item, che hanno fatto un comandamento, che per ogni bocca debba levar un peso de sai, et che uno homo per caxa debba andare a lavorare in Milano. Missier Ilector Phisiraga referisse haver habulo da alcuni soi amici, che l’è sta fatto intender a quei de Antignate el Coff, et a quelli contorni del cremonese, che non debbano dar danari a quelli soldati che alozano a quelli lochi, perchè se dieno levar el andar in Pavia, et anche in Lodi. Dice etiam haver habuto aviso, che la Cesarea Maestà ha fallo intendere al signor marchexe da Pescara se inlerte-gna fino a tempo novo, che non li mancherà de genie et danari. Scrive etiam dillo Podestà : Dii cremonese, non sono insiti da Sabato a dì 25 in qua quelli dii castello, et al Ire zente che sono in Geradada etiam non sono mosse da li soi lochi. Dii ditto Podestà et capitanio di Crema, pur di 29, hore.....di notte. Manda questo altro reporto, qual dice cussi : Riporto de le cose de Milano per Trentatre homo dii signor Malatesta, qual fu deste-nuto a dì 21 dii presente in Milano da li cesarei et fu lassato heri, et dice de coetero : Primo, che Domenega proxima passata a dì 26, a hore 20 in circa, in el castelo de Milano introrono cavali cinque con due valise, et venerno di fuora circa cavali 10 di qucli de dillo castello a farli la scorta, et searamuzando ne fo morto uno de dilli cavalli lizieri da li cesarei con uno archibuso. Item, che Domenega da sera a hore 3 di notte, vene una slafeta de lo Imperatore che portò la con-firmatione del marchexe da Pescara, che sia Capitanio generale de lutto Io exercito cesareo in Italia et cum la donalione del Carpo eh’ era dii 265 signor Prospero, el etiam la donalione del conta di Sarnia in reame, che fa lo Imperatore al prelato Pescara. Item, che ’1 predillo Marchexe sta malissimo, et che se nutrisse da due donne lactante come etiam se ha habulo per altre vie, el che non è per campare di tal rnalalia. Item, che la medesima slafetta portò ancora che ’1 marchexe dii Vasto sia Capitanio generale de tutta la fantaria, cussi to-desca come spagnola in Italia. Item, che ogni giorno quelli dii castello usino fuori, et ne amazano assai de quelli lanzichenech el in tutte le scaramuze che sono fate solum ne sono morti tre, et feriti quattro de quelli dii castello; ma de queli di fuora 10, 15 et 20 a la volta. Et che ogni zorno il castelo lira fuora, et ne amaza sempre qualche uno, de sorle che dice, che ’1 se diceva che i lanzichenech non vogliano più stare a la vardia dii ditto castelo. Item, dice che de certo spagnoli stanno in tanta paura, quanto se possa imaginare, el che sono odiali di tal sorte da milanesi, che ogni poco de cosa che sentisseno fariano novità. Item, che se fornisse Pavia de victuaria, el la fortifica in furia, el similmente in Lodi. Et predilto Trentatre è da Lodi proprio. Noto. Il dillo Podestà et capilanio di Crema, per le sopradilte sue lettere di 29, manda una lettera liaula da Milan, da Abatis, et la coperta era drizata a domino Zuan Badoer dolor et cavalier, capilanio di Verona, e dentro era la lettera scrive a la Signoria, però la manda. Da Milan, de Abatis, di 28. Scrive dii zotizer suo lì, et come da Padoa scrisse una sua. Avisa eri zonse lì Zuan Ballista Gastaldio capitanio di cavalli lizieri dii signor marchexe di Pescara, tornalo di Spagna. Vien con la confirmation di Cesare di loco-tenente e capitanio zeneral di Soa Maestà in Italia, e sia come Cesare con gran autorità, el li dà Carpi. Dice al suo partir non si sapea di la presa dii Mo-ron; ma ben I’ haveano inlesa per via di mercad^nti; et che con il re di Franza non sarà accordo. E monsignor di Barbon nou era zonlo al suo partir, el qual Barbon dia tornar di qua ben contento da Cesare. Il ducha di Ferrara non havendo il passo per la Franza, è torna a Ferrara, e sii fosse a passar, tien quesli non 1’ haveriano lassato tornar. Scrive qui in Milano sono 6000 spagnoli, 6000 lanzi- 265" nech, 4000 italiani, 700 lanze et 800 cavalli lizieri e lutto lo exercito di Cesare alozati in più lochi. Scrive non è mal la spexa ha fatto e fa la Signoria. Il signor Visconte videlicet Galeazzo servidor di V. S, va presto in Franza. Milanesi ubidiscono questi signori, ma li hanno poco amor. Quesli voleno da la Signoria Voslra ducati 66 milia, dicendo presto è il tempo di darli, et che alendeno a serar le vie al castello, et altre parlicularilà ut in litteris. Item, un’altra lettera pur di 28, qual dicessi scripta con alcuni avisi, e che dicono aspettar gran socorso, et che l’Archiduca vegnirà, et altre parlicularilà. Di Bergamo, di sier Polo Vaiar esso podestà et sier Nicolò Michiel capitanio, date a dì 29, hore .... Mandano alcuni avisi el reporli et lettere di l’amico di Milan, e una di Simon de 'fa-