355 MDXXV, NOVEMBRE. 356 240 J)i Crema, dii Podestà et capitanio, di 23, liore ... Come ha da Milano, per uno ventilo, che è da Crema, e per uno servilor di la conlessa di la Sumaia: riportano che li do falconeli, qual scrisse che haveano tolto quelli dii castello a spagnoli, non li poleno condurli dentro in castelo, perchè so-prazonse gran numero de zente et fono sforzali abandonarli. Il marchese da Pescara ha fatto una crida che {ulti li banditi diebano partirsi da Milano, el che da terza campana indrielo nissun vada con arme, nè possi andar da 4 in suso insieme. Questa mallina per il zardino ¡»sileno alcuni cavalli, el fo-rono a le man con spagnoli. È voce in Milano el publice si parla, che calano sguizari ad ¡stantia dii Duca. Le genie che sono in Geradada non sono mosse. In Lodi hanno fatto uno proclama, che per tulio Sabato habbiano a condur dentro tulle le vi-tuarie sotto pena di esserli tolte et brusale, et che tutti li cittadini siano reduti a Lodi per tutto Sabato sollo pena di ducali 500. Hanno fallo gubernator de Lodi il capitanio de le fantarie ch’è in Lodi, et hanno casso missier Zuan Arziboldo. Item, liano messo le guardie a le porte el a le mure, et al ponte 4 guardie. Hanno etiam ordinalo, che sia slropalo la porta di la terra che se dimanda Porta Regale, el ne voleno far una più ahasso verso la terra. Voleno etiam che adesso si lieva il sale dii taione, tino bora ne hanno scosso più de 1200 ducali. Dii ditto, di 24, fiore 2 di notte. Come, per haver avisi scrive in Milano. Ne ha tre el questa nocle tien ne veguirà uno, sichè ogni zorno scriverà quanto haverà. Scrive, hozi è venuto da Milano mis-sier Zuan Balista da Oriago milanese, forausito per francesi, qual beri parlile da Milano. Dice che nel castelo è discoperto uno Iralato fatto per missier Lodrise Crivello, el qual voleva dar il castelo al marchexe da Pescara, et che vide heri da malina apicali a li merli del castelo tre, et si diceva per Milano che la excellentia dii Ducha ne havia fallo api-car più de 25. El che ogni zorno quelli dii castello vien fora a luor vittuarie, et sempre amazano et ferisseno qualche uno de li spagnoli. Dice etiam, che a di 22 vene uno nominato Abbalis che alias 240* fo secrelario di la Maestà dii re di Franza, mandalo per lo Infante cum uno salvocondultu, che tulli li foraussili debbiano tornar a caxa. Al qual Abbatis lui ha parlato et li ha ditto le delle parole. Dicendoli «state di bona voglia tulli vui slareli a caxa vostra, cusi è la mente de l’infante, el qual è investito del ducalo de Milano». Scrive etiam dii trattalo dii castelo di Milano, li è sta aflirmato per uno ere- monese parlile heri da Milano. Ancora scrive : Riporla Nicolò Valdiamer mandato ad intender li andamenti ispani, che homeni d’arme 50 spagnoli, che erano alozali a Cavenadigo, sono levali ed andati ad alozar a Caxal Pusterlengo el Vitaioli, i quali dicono voler andar a Cremona. El qual dice che volendo andar a Cremona, la drila via era da Cavena-digo, el quella da Caxal Pusterlengo dove sono alozali è per andar a Pavia. Et venendo, si acoslò a uno spagnolo in la via cremonese, et parlando de diverse cose, li disse che heri era stato a Vailat et Pandin a far comandamento a tré bandiere di fanti, che se levasse et andasse a Milano. Etiam, che I’ haveva fatto lo mandalo a li homeni d’arme è a Rivolta, che se dovesseno levar hozi et andar a Roma nengo. I quali hozi, a hore 18 passono a lai a le mure de Crema el andono al dillo loco de Roma-nengo. Scrive, Alexandro Donalo montò a cavallo cum parte di la sua compagnia, el se acostò al lo-colenenle de ditti homini d’arme, eh’è napolitano cognosulo da lui, et è dii conte di Potenlia. El parlando insieme, li disse ditto locoteneule : « Quando crideremo Italia, Italia per laiar apezi tulli questi spagnoli?» El qual Conte li rispose: « La mia Illustrissima Signoria ha bona pace con la Cesarea Maestà ». Et lui rispose : t Uu zorno tulli quesli spagnoli serà laià a pezi, perchè sono odiati da lutto il mondo per li soi mali portamenti, el sono inimici capitali de italiani, et nui che senio a li servitii soi ne vedeno mal volenlera, nè siamo da loro pagali». Scrive che, essendo sia li predilli seguitati da alcuni nostri fino a Romanengo, quelli de la terra non li volevano aceitar dentro. Da Bergamo, di redori, di 23, hore .... 241 Manda questo reporto. Morganle fameio di domino Galeazo de Soardi rel’erisse, essersi partito heri a hore 18 in zirea da Milano, ove se diceva publicamente per il populo de Milano, che lo precedente giorno, che fu 21 di questo, queli dii castello ussi-rono fuora due volle et feceno scaramuza con i lan-zinech el spagnoli el ne amazonio molti, el condus-seno doi pezi de artigliarla di cesarei fin a la trincea falla per essi cesarei, ma non la poleno tirar in castello. El cussi seri veno essi rectori hanno per altre vie in conformità, el si sono sentili molti colpi de arlelaria in ditto giorno per il territorio. Scrive-no, heri sera per li nostri de le guardie sopra la torre fumo visti signali de fuoco tre volte mostrali nel castello de Milano. Item, manda capitolo di lettere date ili Valleve de olirà la Gochia (?) sotto 21 de l’instante, da persona nostra. Da novo ho inleso, esser