159 MDXXV, OTTOBRE. 160 ha ordinato che alle oppostone che ge vengono falle esso Morene risponda in scriplo. Lo abaie di Nazara, qual beri vene qui, ha proposto al signor Ducha che ’1 sii conlento darli il restante di ducali 100 mile, aziò possi satisfare le genti da piedi, perchè non comelerano errore alcuno; che è ducati 48 milia sul Stado di esso Ducha, ma che barano a pagare le robe, haverano per uso suo. Sua excelleulia per dare ancor a questo qualche forma, ha fatto redur un numero di senatori et maistri operarii come provedilori sopra li danari, per veder di trovar modo che si possi scuo-der danari et darne alli ditti cesarei. Questo illustrissimo signor Ducha sla assai bene, tende pur a qualche negolio, però summariamenle. Da Cluxon, di sier Jacomo Antonio Orio podestà, vidi lettere, di 26, hore 17. Come in quella nolle havia hauto lettere di rectori di Bergamo, pur le qual li richiedono che per tutto ozi l’babbi 466 fanti ad bordine per mandarli in la città, di che dice questi, vedando che ogni zorno passano zenle per questa valle tien non vorano abandonar casa sua per andar a custodir caxa di altri, pur ha fallo chiamar il Conseio di la valle et li exorlerà quanto potrà a mandarli ; ma crede operar poco e hanno raxon. Di Verona, dii proveditor generai Pexa-ro, di 28, hore .... Come per ogni via risona li ponti esser sta falli sopra Adda per li cesarei, et esser slà ordina villuarie a Vaylo, Paudiu et Laulignano lochi vicini a Crema, dove alozerano le zenle, zoé le fanlarie, et le zente d’arme in le terre murade, per il che ha consultà con il Capita-nio zeneral e hanno deliberà et mandano Ruberto di San Lorenzo con fanti 300 a Palazuol, et Batista Corso, qual fa la compagnia, et è quasi compita a Ponteoio, acciò quelli lochi dii bergamasco siano * custoditi et revocà che Malalesla Baion vadi a Bre-xa con le sue zente d’arme, et lo mandano in Crema per ogni bon rispetto. Et prima mandono domino Beneto di Mondolfo capitanio di zentilo-meni del capilanio zeneral lì in Crema a veder le forlification di la terra, et se le fabriche ordinate quando fono de lì erano slà compile, benché quel Podestà scrivi esser in bona forteza. Hem, per uno venuto hozi di Milan, par il marchexe di Pescara babbi spazà lettere in posta a 1’ Archiducha. Et per via del Robio secretano dii Moron relenuto hanno saputo la pratica si trattava, et in dille lettere scrive che tenirano quel Stato cussi fin Cesare vengi in Italia, che sarà a tempo nuovo, qual Sua Maestà lo darà a chi el vorà. Et scrive a 1’ Arciduca che per adesso stagi con le zente preparale per ogni bisogno; et che li zenlilomeni de Milan in caxo di la morte del Ducha voleano metter in stado Ma-ximiliano suo fradello, qual è in Franza. Item, scrive haver ricevuto ducati 1180 dii dazio dii sai di Vicenza da quelli dacieri, et lauda sier Filippo Ba-xadonna podestà di Vicenza, che ha usalo ogni dili-gentia. Ma di Brexa per conio dii sai haverà solum ducali 2000, li altri é siali per li daciari mandati a Venecia; li qual danari li haverà per San Martin, et di Verona di altri conli, limilation, eie., haverà ducati 700. Aspetta li ducati 5000 si dice mandarli di qui. Item, manda uno reporto di uno Piza .... da Salò, qual si partì a dì 26 da Trento, dice che a li 24 il conte Girardo di Arco era lì con il capilanio di Avi et che ha scontrà 150 fanti italiani, che andavano lì et 400 lanzinech sotto il capitanio Bolz et do bandiere di fanti erano a.....Item, che su la piaza di Trento ha visto 14 pezi de arlellarie cavate di castello, e ha inteso ne doveano cavar di le altre, et come nel suo venir il conte Girardo era a Roverè. Da Crema, dii Podestà et capitanio, di 27, 101 hore.....Come spagnoli forniscono tutte le terre dii slato di Milan di ordine dii ditto Ducha, salvo Milano et lo castello di Cremona, che ’1 Ducha vuol lui custodirlo, \visa spagnoli sono passali Texin la mazor parte di loro alozati fra Pavia et Lodi, et butano do ponti sopra Ada, uno a Lodi, l’altro a Cassan, et per avisi ha vogliono venir in Geradada a invernar. Scrive, lì a Crema stanno con bone guardie, si dubita non fazino qualche assafto a Bergamo, overo in questa terra. Questo aviso è in soe lettere particular, drizate a suo fiol. Da poi disnar fo Gran Consejo, et il Serenissimo non vi fue. Fo fallo nove voxe e tulle pas-soe, non cose da conto. Fu posto, per li Consieri, che li 10 sopraco-miti ultimamente electi per questo Conseio haven-do acetado, possino esser electi iu ogni luoco fino meteranno banco. Fu presa. Ave :......Et a caxo hozi sier Daniel Trun qu. sier Andrea uno di rimasi fu tolto Provedador sora la sanitade et rimase. Hozi fo sepullo Nicolò Ottobon secretano, alten-leva a li mandati di Collegio, morto in zorni 6. Iddio li doni requie, veniva in Pregadi. (1) La carte 101* è bianca