271 MDXXV, NOVEMBRE. 272 se pur vi fosse aggionto inalili clic in falia sua sarano le cose concluse a più salisfactione dii Papa che sue, benché opinione del Legalo è che non abbia da venire, non obstante che Labbia richiesta li-centia et havula dal Papa. Scrissi che qua mollo si era restalo con mala salist'atione essendosi inleso veneziani non haver volulo comportare, et il Pescara non mancava di manlenire le suspitioni in piedi de Italia et maxime vedendosi veneliani sopra di loro in questo acordo; qual cosa ha mollo aiutalo in far che qua se siano resolti con il Papa. Scrissi apresso, il Papa haver fallo intendere all’ Imperatore, che mancando il ducha de Milano, volesse far ducha Borbone, che molto li sarebbe satisfalo et a tulla Italia. Vero è che quando questo si procúrele che già vi erano nove che era meglioralo il Ducha, non però in sialo sicuro. Ancor era venuto qui uno di l’Archiduca, quale dimandava ancor lui il Sialo de Milano; ma li fu risposto non potersi fare per haverli dato la investitura al Ducha, et fu inanti che se intendesse che stesse male. Domandato poi una pensione ogni anno sopra, ancora li fu risposto non potersi fare per la causa medema. Non ha poi mancalo come se intese el Ducha slare male, di adomandarlo, però, essendo il Ducha meglioralo come s’è inleso, leverà ogniuno de la dimanda. Scrissi a Vostra Excellentia per le mie precedenti, esser slà pigliato a Perpignano monsignor di Claramonte, et fu vero, ma da poi lo hanno lassato, per haver despazo del Christianissimo, qual era meglioralo, et hora, per quel se intende, è mondo di febre. Vero è che da poi che la Duchessa parlile di qua hanno restretto, che non intrano tanti a veder- lo, come havea fallo tanto che è stalo infermo, el li hanno accresciuto le guardie. Postscripta. Parlasi che a mezo Novembre la corte partirà et andaremo a Sivilia, dove haverà ad esser condutla la sposa, moglier di Sua Maestà di Portogallo. Monsignor di Barbón a li 5 di questo gionse in Palainos el da poi in Barzelona, el per 176’ quello se intende venirà a sue giornate, benché havea serillo a Sua Maestà per venir in posta se fusse slato de sua volunta. El quando sarà a due giornale apresso, io lo andarò ad incontrare per mio debito. Mollò è expetalo vedere come andará fra esso et Viceré, per la cosa che a li dì passali occorse con Lorsi et dillo Viceré, come scrissi a Vostra Excel-lentia. ' Qui se è inteso esser comparso una armata de 80 vele in Barbaria di Tunis di turchi, et haver piglialo una terra nominala Bona, loco grosso, el di poi essere venuto dilla armata più qua verso li loci di Sua Maestà ; pur non se intende altro effetto seguito. Stasse in dubio se sono vele de corsari opur armate mandale da turchi a posta. Sin a questa bora non se intende se la duchessa di Lanson sia per restare el ritornare qua, over per partire per Prancia pur senza conclusione ; vero è che, dopo lei parli, sono andati nanti el drelo alcuni da Madril a Sua Maestà, come é stato monsignor di Memoratisi et Morella un’ altra volta. Però non se intende altro di momento. Ho inteso da bon loco, che si é scrilto di qua a li ambasialori che sono a Venetia, el moderatoli le commissioni cerca le difficultà di foraussili de li dinari che si dimandavano in loco de li sei milia fanti, et queste due cose secondo se intendeva, pareva che causassero tulle le difficullà. E in bona gralia, eie. Date ut in litteris, 21 Octubris. Ex litteris superioribus 16. Advisai el Gran Maestro di Rhodi esser gionlo qua, i! quale procura che si facia la impresa contro il Turco, dimostrando che lui farà guerra conira essi se non se prevenerà de farla a lui. Però leappa-rentie de tempi demostrano male allo tempo per concluder tale impresa per il presente. Per la duchessa di Lanson fu offerto all’ Im- 177 perator per la liberaiion del Christianissimo. Cedere tutte le ragioni de Napoli el de Milano, et lutti li denari che se li dovevano perle composi-tione vechie, et 300 milia scudi che ’1 re vechio di Spagna era debitor; et che se abisognasse se aiuterà lo Imperator a farlo signor pacifico de li ditti stali. Cedere tutta la supranilà de Fiandra per la vita dell’imperatore et del primogenito suo. Dare el ducato de Borgogna integro in dole a madama Leonora marilandose col Christianissimo, et che ’1 primo figliuolo suo fosse duce, et successive suoi heriedi, et quando pur l’Imperator volesse haver di presente dillo ducato in mano per darlo lui poi alla sorella, liberando lui il Christianissimo, se li daria ostagi per la securlà che dillo ducato li seria dato, pur che l’Imperator dii altri ostagi dq