269 MDXXV, NOVEMBRE. 270 sicuro rii In grave infirmila patita, come ne advisai Vostra Excelenlia, el fu mollo honoratamenle rece-vula, haverrdob Sua Maestà incontrata all’ enlrare, quasi a la porla de la cilà, et accompagnata al suo allogamento. Il giorno seqaente fu lei al pa-lalio de Sua Maestà, et incominciò ad negociare,, cl eosi per 8, o, 10 dr nanti sia parlila ha continuato molto diligentemente la negotiatione, solicitando ancora molto il primo giorno il parlare con la Regina1; et per quello si è inteso, non era il suo ragionamento se non in dire lulto il male che si possa dire dii maggiore traditore et assassino del mondo, di Barbone, el dimostrarli il paradiso aperto pigliando il re di Franza, di modo che l’Impf'rator per levarli tal comodità a 1’ improviso fece partire la so rei a con scusa di andare a Guada-lupa, con tutta la mala satisfattone, che se possa esser tanto dal canto de la Regina quanto della Duchessa. Et cosi è ito il negolio, che la signora Duchessa è partita a li 14 di questo senza alcuna conclusione, et per quanto si è intesa la causa, perchè la Duchessa vene con presuposito fermo di fare il parentado et recognosccre la Borgogna in conto di dote et liberare il Re subilo, ma lo Imperatore è continualo in voler la Borgogna libera et in mostrarse diflcile ad prometter la sorela, dieendo ha-verla oblígala a Bombone. Olirà di questo, aduna«' dava molte conditioni grande, tra le quali le più importanti sono, che il re dii Pranza havesse ad re-nuntiare a tutte te amicitie et confederati©!» che havesse et alla proteclione de tulli li subdili de lo Imperio; apresso, che havesse ad conferire a la mila della spesa di tulle le imprese che volesse fare con' Ira a lutti, et ancora a la sua incoronazione, el molle allre cose. Però, quello che intendo per il vero, la summa del negolio consiste in la Borgogna, che dii resto sarebbe facile il retirarse dal canto dc#l’ Imperatore a la honestade, tanto de le altre conditone, quanto de ritrovare honesto modo di contentare Borbone et dìvre al Re hi sorela. Ma stando 1’ Imperador in dimandar assai et la Francia in offerire poco, partile la Duchessa cum dimandar.licenlia di tornare in Francia. È opinione dii canzeliero che non partirà, ma tornerà. Appresso, molti altri indicano 175* che non. Tutta volta per me me aeordo che la non habbia ad partire, che per ogni modo se concertammo, atieso che ambe le parie tengono gran necessità di acordo, et forse chi conlrapesasse 1’ una et l’altra necessità1, quella de l’Imperatore saria conosciuta maggiore, atteso che dal canto di Francia non se conosse necessità se non de liberare il loro Re, el quanto sia per regno, hora che francesi hanno pace con anglesi pono stare securi de fuora; ma dal canto dell’ Imperatore vi sono le cose di la Eie-magna in mina, il regno di Napoli in disperatone, et Sicilia in periculo manifesto dii Turcho, el non tenendo pace con Francia, sarebbe impossibile defendere nè 1’ uno, nè l’altro regno dal Turco, se vi occorresse la necessità. Vi è dopoi una povertà grande el debiti infiniti qui, nè si può conoscere in qual modo si potesse fare per forza la guerra in Francia per pigliare la Borgogna, nè allra cosa, hora elio Anglia si è dislongala di qua. Vostra Excelenlia intende li iuditii di qua, potrà fare il suo et iudicare quelo più ragionevole li parerà. Circa ciò se vi aggiùnge a le soprascritte ragioni, che potrà facilmente morire in pregione el Re come ne è sialo a li giorni passali in gran periculo, el di novo li è tornalo un poco di fehre, et morendo non ne riceverebbe il regno di Francia afcun danno, et di qua tanto che forse non1 se li crederebbe; etiti easo ehe pur non reusisse acordo cosi come per le ragioni sopra assi-gnafe circa la necessità che ne tengono le parti, di necessità si ha da credere, che ’I tulio causarà da la ira de Dio confra la povara ehristanilà per punirla et mimarla in lutto. Scrissi a Vostra Excelenlia, come, havendo l’imperatore comincialo ad conoscere Manti la parlila de la signora Duchessa le dificullà che se buttavano nel negolio, se restrinse col Legato, facendogli intendere, che dia poi conoscea il volere bowo dii Papa verso lui, che deliberava in tulio volersi unire seco solo, die da poi potrebbe meglio fare li casi soi con il resto, dolendosi assai che veniliani non Itavessero voluto accetar le honesle conditioni che ultimamente li havea mandalo, dove che erano la causa che lui non havea destinilo lo excrcilo in Lombardia, et erano causa di tenerlo in lauta spesa. Et haversi lui retiralo a tale honesla resolutione con veniliani, era sialo solo per volere dimostrare a tutta Italia che non pens.iva ad cosa ninna se non ad tenerla in pace el lenerse li potentati in Italia uniti in amore Et di manera se sono le cose trattale qua tra l’Imperatore el il Legalo, per levare ogni occasione che potesse dure mala satisfattene al Papa el assetare 176 quello riserve che fumo reservate ne la capitulation de la liga fatta a li giorni passali. Et sopra ciò fu expedilo il coriero soprascritto, el lietisi ehe habbia ad ritornare presto iildrielo con la ratificazione del Papa di le cose trattale per il Legalo qua, et dubito che ’1 ducha di Ferrara venendo qui per trovarse in tempo di tratare le cose sue, aggiongerà tardo, et