725 dato ditto mnlfator ; et cussi scrivo aver fato, aziò questi tristi siano castigati. Di le zelile di Geradada non è seguito altro e stanno al solito. Li forieri sono venuti a li lochi dove non alozano, per far trazer danari a quelli. Item, avisa : Riporto di uno mio venuto da Milan. qual partì ozi a dì 26 a Jwre 21. Dice et aferma le cose scritte per le altre, et che.............. a di 23 quelli dii castelo ussiteno fuora, arnazono 46 lanzinech, e di loro edam è sta morti qualche uno, et passono le trinzee e veneno su la strada et tolse-486* no formazi et carne di le bolege et tutti ge le dete-no voluntieri, adeo convelle il marchese dii Vasto andar in persona con li lanzinech a cu za rii in castelo; i qual ritornorono in castelo. Dice ancora che ogni sera e matina escono fuora queli dii castelo a scara-muzar, et che usiteno per menar dentro do : non si sa quali siano. Item, dice li cesarei voriano il po-pulo iurasseno lldeltà, et de 18 parochie 6 zurono et 12 non hanno voluto zurar, unde li hanno mandati li lanzinech ad alozar in le ditte parochie renitente. Item, dice, li lanzinech che ussiteno, zoè do bandiere, fo per non aver danari, e li cesarei fono contenti andaseno a trovar da viver, maxime dove non hanno patido, et che poi dieno tornar in Milan; ma altri dicono è andati conira sguizari verso Como. Scrive, doman si veder# quello voranuo far le parochie. Item, l’odio è grande Ira questi capi, e il signor Antonio da Leva si fa dir amalato, dubitando del marchese del Vaslo perchè li voi mal ; qual ha ditto esso Marchese, si non fusse per rumar le cose di Cesare lo aria fato amazar. Scrive che ’I ditto suo amico li dice, haver inteso da uno maislro Francesco m'edico, che za 15 zorni li cesarei hanno auto ordine da Cesare di remeter il Duca in stato; li quali non intendendo ben tal commissione, hanno rimandalo in Spagna perchè sia chiarita. Dice che Marti missier Francesco Visconte fo mandalo a chiamar da li signori cesarei, con il qual parlono dii iuramenlo; qual disse haver iuralo, e poi el dillo è ussito di la terra, et questo non ha piaciuto a molti. Ancora dice, che havendo inteso milanesi metersi le poste per li cesarei su terra di la Signoria, dubitano la Signoria non entri in pratica di far acordo con loro. Item, per uno altro mio venuto, conferma li lanzinech parlili, et che li cesarei voleno dar do page a li restanti in Milan ; e altre particularilà. Vene in Collegio l’orator di Milan per saper qualcosa da scriver al suo Duca ; et comunicoe alcuni avisi auti dal Duca, et disse di sguizari che verranno zoso. 726 Di Austria, di sier Carlo Contarini ora• 487 tor, date a dì 23, in Augusta. Come questo serenissimo Principe non pensa in altro che in aver il Stato di Milan, et con li capitami che sono qui zonti non consultano altro; el per opinion di tulli, hanno concluso, dovendosi far la impresa, farla perdo vie, zoè calar una parie per via di sguizari nel Stato di Milan, et l’altra mandar il forzo di le zenle e arlel-larie per il Friul ; el mandano a tuor l’artilarie sono a Mai an. Scrive, da Domenega a dì 21 in qua, forsi 10 volte è sta dimandalo a tutti li mei quando si partiremo di qui, dicendo la guerra esser zi rolla. Scrive, qui sono do noncii de sguizari de Zurieh, e dicesi per causa dii passo. Tamen lui Orator non poi creder per adesso, si altro non siegue, che ’1 si facia altra motione, et edam lui non vede provision di danari di qui a sutTicentia. Vene in Colegio alcuni di la Torre ciladini di Udene, dicendo esser venuto in Studio a Bologna differentia fra Hironimo da la Torre e sier Marco Michiel qu. sier Alvise eh’ è in exilio : el qual di la Torre è favorito da quelli di Pepoli ; per il che loro non voriano si facesse quello hanno terminato di far di combaler insieme a dì 18 Fevrer sul mantoan. Et noia. Licet habbi scritto siSno venuti in Colegio, tamen non è ancora comparsi, et a l’incontro, sier Marin Michiel fradelo di sier Marco predilo, voi ob-star dicendo mentesi per la gola di quello ha dillo di venitiani, e toy uno schiafo come lui dete a mio fradelo: la paxe sarà fata. Fono balotadi li Savi di terra ferma per elezerne do iuxla la parte, a esser con sier Francesco Bernardo, sier Benedeto Valier, sier Francesco Marzello savi sora le acque, a incantar e vender li officii eie., et rimaseno sier Marco Antonio Venier el do-tor e sier Gasparo Contarini ; et cazete sier Marin Morexini qual è sla autor di la parie et desiderava di esser; ma il Colegio acoriosi di questo, non l’hanno voluto far romanir. Da poi disnar fo Conseio di X con la Zonla, et 487 * primo feno li Capi di X per il mexe di Fevrer, sier Zuan Miani, sier Bernardo Marzelo et sier Lunardo Emo, siali altre fiate.Item, feno Cassier per rnexi 4 sier Lazaro Mocenigo. Fu posto et preso di elezer, olirà li 5 preso di far altri 5 Soracomili con la condilion di altri, sichè a un trailo siano electi 10, et tulli siano imboso-ladi et quello a chi tocherà la tessera siano dii numero di 15 di armar prima di questi 10 ; e sia revocata la parte, diceva chi liarìa più balote sia di 15, e lutti si elezano per scurtinio. MDXXVI, GENNAIO.