773 MDXXVI, FEBBRAIO. 774 Et di questa offerta fo comandato profondissima credenza. Di Mantoa, dii signor Marchese, di 2, al suo orator in questa terra, zonta hora. Come è passato ozi de lì uno corier dì l’oralor di Ferrara, vien da Lion e va batando a Ferara dal Duca?Riporla lo acordo fato fra la Cesarea Maestà et il re Christianissimo, e scrive alcuni capitoli, videlicet di le noze e dii dar la Borgogna et obstagii ; la qual nova è grandissima, però li ha parso per cavallaro a posta avisar, aziò la comunichi subito al Serenissimo, ut in litteris. Le qual tre lettere lede, lutto il Pregadi rima-seno storni, per esser nova grandissima et importante e inaspectala. Et dove li Savii haveano consultà una cosa, bisognò mutarla tutta nè più risponder a li oratori francesi eie. Fu posto, per i Savii dii Conseio e terra ferma, una lettera a l’Oralor nostro in corte, e si farà data a dì 30, come li oratori francesi li haveano ditto aver lettere di Franza, di 20, di mandar Maximian da sguizari per venir a soccorer il (rateilo ; la qual cossa non havendola aula avanti se non per voce non li parse comunicarla al Pontefice; e dii conte Guido Hangon che si dovea mover, perchè non la credevemo ; hora che l’battiamo, la comunichemo a Soa Santità, ltem, avisarli quelli spagnoli è stà lassati retenuli a Crema, perchè loro ha lassalo il nostro cavallo lizier ; il tutto debbi comunicar al Pon-lifice. Hem, al dillo Orator un’ altra lettera, come tenute le aligate, habbiamo auto ozi lettere di Brexa, dii Proveditor zeneral nostro, di 2 hore 20. Ne avisa il zonzer lì di uno gentilomo dii signor Federico di Bozolo vien di Lion et partì a dì 30 : riporta l’acordo fallo etc. e se li scrive il tulio: nuova grandissima qual debbi comunicarla subito col Pontefice, et dirli Soa Santità consideri la importantia, con-seiando quello si babbi a far per la quiete e pace de Italia. Andò tute do le letere a uno. Ave : 192, 5,0. 516 Copia di una lettera data in Verona, dii Capifanio generai nostro, a dì 2 Fevrer, dri- zaia a missier Baldo Antonio suo secretarlo « a Venetia. Nobilis dilectissime noster. È arivato in questa hora qui un genlilhomo che partile secondo dice da Lione a li 30 del passato, per relation del quale habbiamo inteso come de Spagna era arrivato a quella corte monsignor Me-moransì con la conclusione de lo accordo tra lo Imperatore et il re Christianissimo di questo modo: che sua Maestà Chrislianissima ha preso per moglie la sorella dello Imperatore con nome di dote di tre-centomilia ducali, alla quale la predella Maestà promette de sopradote ottocento milia ducati, et cede et dà a lo Imperatore Ansona, Beona, Degiun e Ulu in Borgogna cl per ostaggi li doi soi secondigeniti, monsignor di Longavilla et il Principe di Talamon, con li quali Madama sua madre deve andare a Bayona per consonarli et condur via el Re, qual dice esser libero di pregione, et haver sposala questa sua moglie. A monsignor di Barbon dice che restituisse il Stalo che haveva in Franza, et de più li danno Ast, Alexandria, Noara et alcuni altri lochi. A l’Arciduca dice che danno Milano, Pavia, Lodi, Como et vogliono che li foraussiti possano liberamente godere il loro, e stare ove li piacerà. Al duca di Milano dice che danno Cremona con la Ghiara-dadda, trovando che ’I non babbi fallalo. Et essendo queste cose tulle di quella importanza che sono, non havemo voluto manchar de non le vi scrivere tali quali le havemo havute, perchè subito le dichiariate al Serenissimo da parte nostra ; et così farete senza perderne ponto di tempo. Bene valete. Veronae, II Februarii 1526, hora 3.a noctis. % Dice anchor il predillo genlilhomo, che se restituisse Edie in Picardia. Bi Anglia, di I’ Orio orator nostro, date a Londra, a dì 9 Zener. Come l’orator di Franza li ha ditto haver da Lion, di 28, dii zonzer li in Franza madama di Lanson et nulla havia fatto in Spagna ; e che restava a Lion il Gran Canzelier, monsignor di Lutrech e Rubertet per aspettar domino Zuan Joachin, et li disse era stato dal Cardinal perchè il Re non dava audientia. El li ha dillo al suo secretario heri haver di Roma, di 8, il Papa havia haulo uno messo di Cesare, et che l’arcivescovo di Capua havia dillo per 4 caxon il Papa non si dovea discostar di Cesare : prima per Lutherio ; secunda perchè Cesare per le noze fate haverà danari ; ter-tio, non è da fidarsi di la Franza ; quarlo, Cesare e il re Christianissimo saranno d’acordo e era tra loro uno acordo secreto. E che’l Papa era ogni zor-no con l’orator cesareo. 11 qual Cardinal havia auto a mal haver inteso queste cose, e havia scritto al Pali) La carta 516* è bianca.