77 MDXXV, Dii ditto, di 16, hore 15. Verifica la sopradila nova. Come dillo Brancamonte nel senato et 12 deputali havia ditto quesla relention esser slà falla, non per rimover dii Stalo il signor Duca, qual li cesarei voi conservarlo; ma perchè il Moron havia maciullalo conlra la Cesarea Maestà, in caso fosse seguita la morte del signor Duca, volendo risposta di loro: i quali risposeno di redursi ozi, come eri sera scrisse. Di Crema, dii Podestà et capitario, di 14, ore 2 di notte............ 47 Dii ditto Pode tà et capitanio di Crema, di 15, hore 1 di notte. Manda doi reporli, qu;fl son questi ì Riporlo di Zuan Tomaxo napolitano, mandato a Bergamo. Riporla che a dì 13 partì de Trìca, nel qual loco dice era bandiere 5 el a Gain altre 5 de lanzinech, i qual loci sono del novarese. A quelli de Trìca spagnoli ha dato meza paga de panni, promettendoli per queslo darli il resto. Et dice che a dì- 9 partite da Verzelli, nel qual loco vele pezi 11 deartellarìa grossa preparala per con-dur a Pavia come lì inlese. Item, scrive, hora è venuto sier Antonio di Marchi cilladin di quesla terra, dacier del sai. Riporla, che ozi, essendo in Lodi a hore zerca 18 disnando se dete all’arme, et vele che i lanzìnechi che erano alozatì sotto il lodesano erano in ordinanza a la purla de Ada, el per quelli di la terra era fallo resistenza che non iiitraseno, et combalendo lo amazato messer Bassan Nicola cilladin de lì, et da poi quelli di la terra li lassò iutrar dentro, i qual in ordinanza per la terra ondavano: « Imperio, Imperio ». Et alcuni cittadini li disseno: « Vui seti inimici dell’Imperio. » Et poco da poi, sentite far una proclama per ditti lunzichenech che nissuno lolesse niente, et volendo roba, la dovesse pagar. El vele sopra Ada alcuni pezi de artel-larie preparale per mandar a Cremona. El hesseudo per vegnir a Crema, trovò maestro Beltrame bombardici1, che slà nel caslel di Cremona, per esser so amico et cremasco, li disse secrelamente clic el castellali de Cremona haveva habulo un comandamento dal signor Hironiino Moron zà zorni 8 che dovesse mandar a tuor (ulte le arlellarie et muni-lion era in Lodi et quelle porlar a Cremona. Et essendo venuto lui per tuor le dille arlellarie, vi zonse li ditti lanzinech in la terra et non la potè porlar via, el luì ritornava a Cremona. Dii ditto, di 16, hore 24. Come ozi, per per- ottobre. 78 sone degne di fede el manda le relation venule da Caravazo, Cremona el Lodi. Dicono, che ’I signor Hironiino Moron, qual era andato di Milan a Novara, era slà relenuto per il marchexe di Pescara. Item, per uno nominalo Pizìn da Brexa, vien da Bìsignana eh’è su quello di Alexandria, li ha referto che deli le zelile yspane che erano non sono mosse, ma ben danno voxe esser per levarse presto. Item, scrive che li lanzinech che eri introno in Lodi sono alozati 47* a descrilìone, et dicono che so li darano una paga e meza, che se parlirano de ditta città. Di Manica (o aviso dìi releiyr fallo per li cesarei di domino Hironimo Moron. Di TJdene, dii Locotenente, di 14. Con avisi aulì di Venzon, la copia de li qual polendo averli lì noterò. Da poi disnar fo Collegio di Savi a consultar, et steleno mollo tardi, el spazono lettere a Roma di la retentìon dii Moron. A dì 19. La matina per tempo vene le infra- 48 scritte lettere : Di Milan, di l’Orator, di 16, hore 4 di note. Come per questa nova (ulta la lerra è stà sottosopra, e quesla nolle hanno fallo gran guarda atomo la terra et atorno il castello, et molti zenlilomeni è andati atorno a cavallo armati. Et scrive, ozi esser venula una lederà dii marchese di Pescara qual scrive al senato el a li XII, come voi siano fedeli al signor Duca et a la Cesarea Maestà. 1 quali li hanno risposto che loro saranno, el che ’1 magnifico Moron etiam è slà fidelissimo, sicome dillo Moron ha mandalo a dirli aver dillo lui, né mai aver Iralà cosa conira il signor Duca né conira la Cesarea Maestà, et che in quesla malattia dii Duca havia governalo quel slado a beneficio di Soa Excellenlia. Scrìve, il Duca ancora non sa nulla di queslo; ma ozi questi voleno dirli e si fa qualche preparatimi avanti, azió Soa Excellenlia non sì conlamini. Di quello seguirà, aviserà. Dii ditto, di 16, hore 8. Come ha inteso il modo che ’I Moron fu relenulo. Par che, essendo expedilo dal signor marchexe di Pescara el venuto con Anlouio da Leva su la piaza di Novara eri per partirse, havendo tolto licenlia, li vene conira Zuan di Urbin el lì messe le man adosso dicendo: « Seti prexon de l’Imperador. » El subilo lo mandono a Pavia, el poi lo mandano a Zenoa per farlo passar in Spagna. Item, ha inteso il marchese del Guasto con li spagnoli cavalca in Geradada, et hanno tolto 'l’or-lona a nome de l’Imperator, e subilo hanno spazà una a siatela l’Archiduca. Scrive, come Braucainonte