123 MDXXV, OTTOBRE. 124 ral a quella (erra; lauda leoperntion di Macon con-testabile è de lì in dilla forlìlìealion etc. Li qual reporli saranno noladi qui avanti. Di Bergamo, di reclori, di 20 et 21. Mandimi) alcuni avisi di successi di spagnoli, et coloquii hauti con lo episcopo Vendano nontio pontificio è venuto lì a Bergamo, zerca questi moli di spagnoli e che ’I si voi partir e andar a uno monaslerio di quelli di Servi a Cordoglio sul lago de Ise fino hab-bi altro ordine dal Papa, et che li grisuni li hanno mandato a dir voi mandarli li soi oratori a parlarli. Et che quando el se partì di Milan, il Ducha era contento di acordarsi con ditti grisoni ; ma sopravene questa retenlion dii magnifico Moron qual disconzò ogni cosa, dicendo I’ Orator di la Signoria è a Milan si volea etiam lui partir, el che l'era mal abandonar quel Ducha. El par che ’1 marchese di Pescara, per quello si dice, babbi preso una stafela che li scrivea il Papa a esso Verulano, et cusì le pi-glierano tulle. Però si era partilo di Milan per dubito di essi cesarei, nè voleva star lì, nè andar a Brex.i ; ma andarla al dillo monaslerio fino havesse altro ordine dal Papa. Item, per l’altra lettera, scriveno essi rectori di fanti fallì per il conte Gi-rardo di Arco et venuti a Mus, et sono in quelli subdiii nostri di la Riviera dì Salò e dì Valcamonica, et zìi ne sono passati 300, ut in litteris. Di Ve) ona, dii provediior generai Pexaro, di 22, hore 4. Scrive coloqui habuli col signor Capilanìo zeneral, che dice questi moti vano a mal camin, el però voria si provedesse a do cose : l’una privarli di la speranza dì Bergamo di poter andando lì far qualche effecto e Irazer summa d’oro, et l’altra che venendo sul territorio bergamasco o brexan, li mancasseno le victuarìe e. il modo dì starvi, e far come zà è sii principiato destro modo a far condur biave, strami etc. in Brexa; e a questo allendeno. Item, scrive haver avisi di Bergamo, Crema e Milan, come sì vederà, et haver ricevuto lellere dì la Signoria noslra che se li manda ducali 5000: questi è pochi al bisogno, è principia la paga, e non seguendo, le fantarie non servirà, maxime convenendo far faclìone, perchè il Capilanìo zeneral voi mutar di dove le erano per ogni bon rispetto, etc. La qual paga ha comenzà zà 17 giorni; sì-chè si provedì aziò non sìegui qualche inconveniente. Et leclo le ditte lellere, che fono assai, tutte per Ramusio secretano. (1) La carta 76* è bianca. Fo chiama il Consejo dì X con la Zonla, Colle-fio et Procuratori per luor lìcenlla di aprir alcune lettere al Pregadi, etc., qual reduto in Collegio, stalo un poco, vedendo convenir esser longi, licen-tiono il Pregadi a hore zerca V* di notte. Et restò dillo Conseìo di X con la Zonla, et preseno aprir tutta la materia domali al Pregadi con grandissima credenza. Item, fono sopra danari, et preseno luor alcuni danari per mandarli in campo da li Procuratori, di quelli di slerZacarìa Gabriel procurator in presiedo, e di altro loco per il bisogno grande. Et veneno zoso il dillo Conseìo dì X a hore 3 dì nolte. Nolo. Fo parla dì meller la parte di..... zenlilomeni, quali si hanno oferlo venir in Pregadi con ducati 400 per uno: e molti non la sentono, chi per non accrescer il numero dii Consejo, et allrì voriano almen ducati 500. Tamen il bisogno è grande; il Serenissimo non la sente, et quello seguirà ne farò nota. A dì 24. La mattina, non fo lellere di le po- 78 sle, nè di Roma, ma : Da Constantinopoli, di sier Piero Braga-din bailo, di 14 Setlembrio. Come, a dì 27 dii passalo fo 1’ ultime sue. Da poi, a dì 12 di questo bave do ledere dì la Signoria noslra, dì 11 el 26 Avoslo. In la prima exeguirà; ma l’orator dìi Signor non è ancor zonlo, qual lien farà bon officio, per esser parlilo come ha inteso ben contento di Venecia. A dì 7 de l’instante, gionse qui il magnifico Embrain basà vien dal Cayro, con gran fausto et pompa quanto mai alcuni di la caxa ottomana, et per quattro giornale ge andono incontra li magnìfici bassa cum tutta la Porla, el al desmontar de galìa ge veneno incontra i solachi del Signor cum tutta la guarda et lo lolseno di mezo. Il magnifico Aias bassa ge andava uno gran pezo avanti, poi drielo el magnifico Muslalà bassa et lui solo a cavallo fra i solachi cum tulio il resto de li grandi drielo, che era un gran numero. E il Signor era nel suo Serraio e vedeva il tulio. Et lì fo dillo : « Questo è un grande onor ». E lui rispose : « Queslo è poco onor u quel che ’1 merita ». E cussi fo acompagnato fino a caxa sua. Poi alli 9 1’ andò a basar la man al Signor, benché immediate zouto: per una secreta via era andato prima dal Signor. Li presenti che ’1 ge portò furono questi : una copa d’ oro con zoglìe che esso magnifico Embrain ha comprato a quelle bande per ducati 200 milia, ne le qual zoìe è uno diamante dìsconzo de carati 58, cosla ducali 31 milia, uno di carati 21