309 MDXXV, NOVEMBRE. 310 X li dava (al danari, ollr.i è una extremità di tempo che i 1’ hanno. La Signoria suspese per uldir nielio in Colegio tal cosa, et fo licenlialo Pregadi essendo sona liore 3 di notte. 206* W Bergamo, di rodori, vidi lettere parti-cular, qual non fono lette in Pregadi, di 14, liore 2. Mandano una relation haula da Bortolomio da Pontevico di la compagnia dii strenuo Zuan Francesco da Longena, qual parli heri a hore 16 di questa città e andò a Milano dove gioii se a hore 23, et ivi vele, come el dice, che tutli li artesaui di la terra di Milano haveano serale le bolege per paura che haveano de li lanzinech, et spagnoli che erano in Milano ne li borgi, quali a hore 21 posti in ordinanza se erano aviati ad andar a la obsidione del eastelo, et continuorono fino ad hora una di notte ad andar lì. Et che al gionger suo, quando andò a porla Romana per veder dille genie, intese che fuo-ra dii borgo di dilla porla se erano inlerlenule do bandiere di spagnoli venuti da Pavia, nè miravano in la terra perchè 1’ hora era larda. Le quale poi questa mattina lui rdator le vile andar in ordinanza solto il eastelo in compagnia con li altri. Et andato al dillo eastelo questa mattina per tempo, vite lutti li lanzinech el spagnoli predilli che lavoravano intorno al eastelo con zerca 400 guastatori, et che tutta la notte precedente haveano lavoralo. El che ha inleso, essendo a Phostaria, da certi spagnoli, che queli di! eastelo la noi le predilla haveano amazato quattro spagnoli trando Cuora, et scargando tutta notte molli colpi de artelaria verso essi cesarei. Et andando a Milano driedo al navilio inconlrò 4 spagnoli a cavalo che andavano in fretta verso Ada, et intese da uno hosto de dove erano parlili, che essi quadro spagnoli andavano per poner ordine di far venir più numero di gente a Milano de quele che restano a queste bande de Geradada o cremonese. Et dice che intese eliam da queli spagnoli con li quali se trovò in Milano a P hostaria, come di sopra ha ditto, che il Morone liavea di novo fatto uno trillalo in eastelo di Pavia di voler amazar la guardia dìi eastelo, et voler lenir esso caslelo per sè in questo modo, che mostrando alcuni di andarlo a 207 visitar do et Ire a la volta si come li andavano li faceva scondere in caslelo in certi lochi terreni, et che già ne havea reduli da zerca 50, el havea dato ordine, che a P aprir de la porta se trovassino de fuori altri da zerca 100, quali pigliaseno il ponte et amazaseno la guardia, trovandola. Et li altri di dentro discoprirsi et pigliar P arme centra queli dii casldo el tegnir ditto castello a suo nome. 11 che discoperto, hanno meluto in destrelfa lo prefato Morone et non li lassano parlar ad alcuno. El dice che essi spagnoli dicono che li italiani, che sono stali a Pedimonli, hanno hauto commissione di venir a Milano per la obsidion dii predillo caslelo. F.t che ha ¡illeso, che subito sono partiti alcuni italiani che erano in Garmignola lunlan da Saluzo milia 12, domino Zuan da Birago de parie francese con alcune persone è mirato in essa terra. El dice edam, che al ritornar suo in qua esso referente ha incontralo cerca 15 spagnoli, che lo hanno cercato se havea • leltere, et li hanno tolta la sua spada, el li diceano che lui veniva da Bergamo qua impaperandolo. Et lui refferente rispose che era de una di la compagnia italiana de cesarei, che andava lì ad una villa per far levar cerli fanti, et che fu per lai via lassato. Da Crema, di 14, hore 1 di notte, dii conte Alezandro Donado, particular. Come in que-sla sera è arrivalo uno de li soi arzieri da Milano qual riporta che heri sera saltò fuor dii castello di Milano el signor Sforzino con alcuni compagni et amazete 5 spagnoli, che lui con li occhi sui l’ha visti morti. Et che in questa mattina tulli li spagnoli et todesdii sono in Milano se sono tirati atomo el eastelo. Sichè pensa ogni giorno se intenderà da novo, et darà aviso. Dii ditto, di 15, hore 2. Come la causa che li dilli spagnoli fono morii da queli dii caslelo, fu che di fora dal ponte li erano alcuni spagnoli, et Marco Antonio Corso li disse si dovesseno levar de lì, et loro lo bravono et fono morti, et cussi il eastelo comenzò a tirar P artelaria. Si dice il mar-chexe è amalato, et ha mandalo a dimandar el castel di Zenoa. A dì 18, Sàbato. La matina fo gran pioza 207* et acqua, et in Colegio tra li Consieri tutli 6, che sier Andrea Foscarini vene in Colegio, e Cai di XL fo provato per li Avogadori nobele dii Conseio nostro sier Marco Dandolo qu. sier.....qu. sier....., da....., perhò che J’ avo si provò et il padre non, et ballotado, visto era legittimo, fo provado. Veneno con gran pioza li Oratori francesi monsignor episcopo di Baius, domino Lodovico di Ca-nosa et domino Ambrosio da Fiorenza, ai quali poi le parole zeneral il Serenissimo li disse la risposta del Senato presa heri. Et aldita, il reverendo Baius disse............. Et in questa mattina non fo alcuna lettera.