227 MDXXV, NOVEMBRE. 228 dalo dal signor Ducha a l’Imperator, Zobia se im-barchete a Zenoa per Spagna ; tamen questo lutto di sopra è in lettere particular. Et in le pubbliche, pur di 6, hore 4, scrive ditto Orator. Come il signor Ducha sta molto miorato e si fece menar a la piaza dii castello hozi dove erano li fanti, e qui persuase volersi manlenir, con altre parole ut in ìitteris, et li capi li iurono fedeltà, et ha lassato il cargo del castello al signor Sforzili Sforza. Scrive, li lanzinechi 2000 solto il conte Battista da Lodron non snno intrati in la terra, perchè voleno prima haver danari. La terra sta in timor. Li zentilomeni non restano redursi a casa dii marchese di Pescara ; etiam ne vanno in castello dal Ducha, sì che si va dentro e fuora, perchè ancora non è serado. Scrive.il Marchese li ha mandato una replica al Ducha, la copia sarà qui sotto, molto lon-ga, qual dice in conclusion voler, non volendo darli il castello di Cremona, che quel castellari zuri fedeltà a Cesare. Etiam che esso Ducha resti in castello; ma zuri di obedir a quanto vorà Cesare e di questo li fazi conto. Tertio, che la persona di Zuan Anzolo Rezo suo secretario dal qual voleva haver alcune informatione, che etiam lo fazi seguro di ¡haverlo a ogni richiesta di Cesare, et che Simplicio secretario olim di Hironimo Moron, per esser secretario di lui Marchese, qual è retenuto in castello, voi sia liberato e cussi facendo è contento il Ducha mandi uno homo in Spagna a Cesare, dal qual se intenderà quello Soa Cesarea Maestà ordinarà, e lui Marchese mande» rà uno con lui, c non facendo queste cose non potrà far dì manco di non ponerlo in tal custodia che di lui Ducha eie. sarà sicuro; con allre parole ut in ea. Scrive,che questa sera dillo domino Zuan Anzo- lo Rizo mandò a chiamar Domenego Vendramin suo secretano in castello, al qual li delle la copia di la replica, a la qual il Ducha li farà un’altra risposta, dicendo non si scrive al suo Orator qui esistente, pregando la Signoria fazi comune di questa, e non li scrive per bon rispello. Item, che il Ducha volse dillo secretario intrasse a lui, qual li disse li cesarei vuol tuorli il Stato e poi voria anche altro, et che ’1 sarà serato e lui di bon animo resterà ; è ben in ordine il castello per molti mexi di vituarie e altro, e non ha speranza si non in la Illustrissima Signoria per esser questo Stado suo, con altre amorevole parole, e nel Papa, pregando si digi al suo orator di qui avisi il suo orator apresso il Papa dii tutto ; con altre parole ut in ìitteris. Spagnoli stanno con non poca paura et varda. Item, dii zonzer lì nostri Oratori, quali hanno mandato a Cassan per passar; è con loro uno homo dii marchese di Pescara per securtà loro. Da Crema, dii Podestà et capitanio, di 6, 148 hore .... Come attendono a la fortification di la terra, et ha haulo li aspidi e allre artellarie dal Pro-veditor zeneral. Le zente di Geradada non sono ancor mosse, nè quelle di Lodi per avisi l’ha, et manda uno riporlo, el qual è questo, zoè : Riporla Miehiel Agnolo arder del conte Alexan-dro Donado, che Sabato da sera a di 4 zonse in Milano, nel qual loco ha visto il marchese di Pescara, il marchese dii Guasto e missier Antonio da Leva alozati nella terra ; in borgo di porla Tosa aloza i lanzinech, et dice che ne li borgi di porla Renza aloza li spagnoli, et dice che ’1 signor Ale-xandro Benlivoglio li ha dillo che li lanzinech sono 2000 et spagnoli 1000; el che ha visto a porta Tosa pezi de mezi canoni 4, £t 3 a por ta Renza, et dice che ’1 sopradilto signor Alexandro Benlivoglio li disse, dì al podestà di Crema per nova certa che 1’ abate di Nazara Sabato a dì 4 da sera andò in castello por nome del signor marchese di Pescara, e dimandò alla cxcellenlia dii ducila di Milano la terra e il castello di Milano, con il castello el terra di Cremona, el qual Ducha li rispose che teniva quelli lochi per la Cesarea Maestà, come bon imperid, come hanno potuto veder, et che era stà inveslido dii ducato di Milano et haveva pagalo 60 milia ducati, et che voleva aspettar risposta di la Cesarea Maestà. Dice che in castello sono 1000 homini boni, et vic-tuarie in gran quantità et ogni dì intra. Dice etiam haver inteso da missier Zuan Mella capitanio che stà in castello, et da molli milanesi soi amici da lui cogriosuli quando slaseva a la guardia dii Ducha, che li hanno dillo che il populo mandò missier Francesco Visconte dal marchese di Pescura a dirli che spagnoli faceva molli danni, et che il signor Ducha suo et loro etiam è stali boni imperiali et sariano, fin che vive et signor Ducha lo voleano per signor, per esser del sangue suo et esserli stà dalo per la Cesarea Maestà per signor, et che non voleno altro signor, perchè sanno che '1 suo signor non ha fallilo, et quello ha fatto il signor Hironimo Moron 1’ ha latto senza saputa del signor Ducha perchè lui era amalato, et che le lettere che mostra il signor Hi- 148' ronimo Moron, che dice esser sottoscritte de man dii Ducha non sono vere, perchè el canzelier dii ditto Moron, che è retenuto in castello, ha confessato haver falsificato tal sottoscripto, e per lutto Mi* lari si parla che ’1 Papa et la Signoria darà favor et aiuto al Ducha, et che se ’1 popolo savesse cerio de