121 MDXXV, OTTOBRE. 122 più facilmente, ma presto se ne ha da vedere l’exilo, gionla la Duchessa. Scrissi a Vostra Excellenlia come il signor marchese di Pescara havea mandalo indrielo la expeditione che li fu falla del capitaneato genèrale in Italia de l’Imperatore fin alla passata 75* sua in Italia, dicendo non volerlo con tal condition, atteso che '1 non conoscea persona che più di lui lo meriti. Ancora, quando lo Imperalor sarà in Italia, non sa come se habbia ad butare, ancora non se intende. Giolito il ducha de Barbon se vederà l’exito della moglie, et ussiremo de li dubi che son posti in tal matrimonio, benché intendo che poco o nulla da molli giorni in qua non s’ è dillo sopra tal matrimonio per Pranza. Da poi che hanno inleso lo Imperalor tanto slare sopra la ostinatone de volere la Borgogna libera, et nel principio che fu domandala la Regina per moglie dii re Francesco pensavano di avere la Borgogna in dote, et che le ha-vesse ad restare solto tal nome la dote con altre conditone che a tal tempo ne avisai per più mie ; sicliè ora intendo non ne parlano francesi: non manca però la volunlà alla Regina di avere il Re prima che Borbone. Post scripta, a dì 4 de Octobre, Oggi, parlando con li ambassadori anglesi, me hanno dillo tenere in questi dì ledere dì Angletera, et hanno avìso come pur ¡1 loro Re ha fatto cello accordo con francesi cerca la pensione che hanno ad essere pagale per Pad venire; ma non haver fato altro. Et hanno dillo il medesimo al reverendissimo monsignor Legato; sìchè incominciano ad confessar quello che hanno negato fin hora. El credo siano più giorni che lo hanno questo avìso, ancora che lo abbiano taciuto, el hora tanto più me confermo ne la opinione mia, nata però da parere dì chi più di me sa el intende, che questo accordo tra lo Imperatore et Franza non habbi da concludersi così presto, atteso che le condìtìonì dì Franza sono assai meglìorate, volendo lo Imperatore slare sopra la libera reslilulione de la Borgogna, come sin hora é stalo molto saldo et fermo. 76 Da poi disnar fo Pregadì, et ordinato etiam Consejo di X, con la Zonla in Pregadi, perché vo-leno aprir al Pregadi certe cose, e lecte per Kamu-sio molte lettere, lezendosi sopravene ledere di le poste. Da Miìan, di V Orator, di 20, hore 1 di notte. Come non essendosi ancora partito di questa terra lo abnte di Nazara, et per esser molto suo amico, li parse andarlo a visitare. El andato, esso abate lo rìcolse con grande Immanità, et circa la captura del magnifico Morone lì disse che, havendo questi signori cesarei liavulì molli advisì, come esso Morone per esser molto pratico dì governar liaveva parlicipalo con alcuni principi che in caso dì la morte dìi signor Ducha volevano meler in suo loco il ducha Maxìmilìano suo fratello, che è ìli Franza, advertido la Cesarea Maestà dì questo da li predilli, gli rispose che in questo se remelleva a loro, per ¡1 che ad epsì signori cesarei gli é parso far prendere ditto Morirne per conservatone di questo illustrissimo signor Ducha, nè per ofender esso Morone in la persona, nè in la roba et per assegurarse il Slado, che in caso dì morte dii dillo signor Ducha sia il Sialo in potestà dì la Cesarea Maestà, et non de altri princìpi, dimostrando inlen-lione assai cerla a pace universal. El già tra C