785 MDXXVI, FEBBRAIO. 78C f Sier Zuan Francesco Donalo qu. sier Hironimo el dolor 15.13 — 21. 7 t Sier Marco Corner qu. sier Piero da s. Malg arti a . 17.11 Sier Nicolò Grilli qu. sier Ilo- mobon, qu. sier Balista . 14.13 Sier Francesco Barbaro di sier Alvise qu. sier Zacaria ca-valier procurator . . . 4.24 Sier Alban Darmer di sier Alvise........9.19 Quesli tre venuti a quindese, fono rebaloladi come apar. 523 * Et venendo zoso il Conseio di X preditto poi le 2 bore, vene in»corle di palazo uua bellissima mumaria di 6 principali che baiavano, bellissimi veslidi, con 12 veslidi da sarasini con torzi in mano, et baleno alcuni balleti novi che si bave gran piacer chi li vele, et erano assà persone in corle di palazo, el il Serenissimo ai balconi dii suo palazo. Fo etiani fato una comedia a Sant’ Aponal in chà Morexini per Zuan Francesco Beneti dacier e alcuni soi compagni, in la qual se mirava per bol-letini : era loco picolo, la fece Cherea, et fo una di Plauto di dò fratelli, non molto bella, la qual compite a bore 4 di notte. A dì 6. La malina, fo lettere di le poste. Il su-mario dirò di solto. Vene l’oralor anglico, qual è molto ineplo e non pratico di Stato, et disse che...... Di Bergamo, di rectori, di 3, hore..... Per ritorno di uno nostro da Milano parlilo questa malina avanti giorno, ne vieti dillo che li amici li hanno dillo et afirmalo la discordia de quelli signori, intanto che l’uno et l’altro se tenivano guardie secrete a l’habitation loro di et notte, et che tandem el marchese del Guasto partile heri malina due hore avanti giorno da Milano cum tutta la sua fameglia et robe, nè scia dir dove el voglia andar, se ben gli è voce che ’1 voglia andar a caxa. El ancora non credeno loro milanesi ad aviso de acordo seguilo, et che spazarono messo a posta el lo aspeclano, anzi afflrniano che ’I marchese de Sa-luzo ha mandalo a dir che gli è sia dimandato el passo per gran numero di gente, et dilogli che lui non vuol impazarsi cum alcuno, et che ’I vuol las-&24 sar andar chi li piace. Et che ben è vero haveano / Diarii di M. Sanuto. — Tom. XL. ordinato et preparato e Pavia arlegliaria o campo fin mo’ quarto giorno li cesarei. Item, che li spagnoli, quali se haveano retirati di Aromi verso Milano, se sono levati el vanno verso li monti, et che quelli subdili a dicla parte fugieno. Item, che bandiere 15 de spagnoli allogiati nel monte de Brianza et Geradada, se debbeno redur in Lodesana a Merlino. Beni, che ’1 signor Antonio da Leva ha fallo far comandamento a molli gentilhomeni milanesi dovesseno andar a Pavia confinati, li quali gentilho-meni non vuoleno andar, ma che pensano venir a Crema et Bergamo. Item, che la magior parte de todeschi se sono levali de la impresa dii castello, maxime verso el giardino et vanno per Milano. Item, che heri malina fu fatta una crida in Milano et posto bando su la piaza, che dicto relalor udite, da parte dii signor Antonio da Leva, che ’I non fus-se persona alcuna in Milano che nominasse francesi che venisseno o non venisseno, sotto pena di la forca. Bi Crema, dii Podestà et captiamo, di 4, hore 21. Scrivo zerea li danni fati per spagnoli su quel territorio in la villa Daza, come scrisse a di 29, e di la morte di uno archobuso di quel citadin qual fo in Spagna con domino Gasparo Contarmi, e toltoli il cavallo, danari, et anelli, nominalo..... per il che scrisse al marchese dii Vasto et al capi-lanio di Vaylà dolendosi di queste cose. Dii proveditor zeneral Pexaro, date a Bre- 524* xa, a dì 5, hore 3. Manda una lettera hauta dal conte Alberto Scoto, con alcuni avisi da Milano. Scrive haver mandalo do soi nonlii di sora Trento e a Ysprueh, dai qual bavera avisi. Scrive si mandi danari per compir la paga pasala, di la qual manca la mila di fanti a pagar et li cavali lizieri, et quelli fanti fono ne le terre alozati che comprano il sol vorebero esser pagali et non poi non havendo danari ; si chè si provedi etc. Dii conte Paris Scoto, data in Crema, a dì 4, hore 4. Come à hauto una lettera da uno suo da Milan, di 4, che li scrive haver parlato con il secretano dii Marchese qual li ha confirtnà la nova venuta da Lion di l’acordo fallo fra Cesare e il re Christianissimo, con li capitoli hauti per altri avisi, e che li danno per obslagii il Dolllno con alcuni altri, e li dà la Borgogna e aiuto di zenle a Cesare a ve-gnir in Italia, et a cognoscer il suo e luor quello li tengono venetiani ; l’infante galde Milan e alcune altre terre dilatalo, ma galderà tulio il Sialo et il ducha di Milan starà male. El li disse non è meraveia se di questo accordo non è lettere di la corte, per- 50