195 MDXXV, NOVEMBRE. 19G da messer Zuan Ballista Spician, era secretano dii sig. Hironimo Morone. E1 signor Malalesla el il magnifico conte Alberto Scolo, con questi altri capitani, hanno mandato per intender più chiaramente il vero. Item, per uno altro compagno dii strenuo messer Alexandro Marzello capitanio di fanlarie, che è qui, il qual era andato a Fiesco a tuor compagni per remeterli, et a Castel Lion dice come sono andati questa notte nel castello di Cremona, et ha inteso dal ditto come spagnoli che sono nella terra, haveano posto pezzi 6 de arlellaria nel ditto castello aziò non potesseno venir fuora, et che trazevano nel dillo castello. Dii ditto, pur di 2. Come da heri in qua, non è passalo zenle alcuna Ada. A Milano si aspela 3000 lanzinech curri il marchese di Pescara per andar a serar il castello di Milan ; el qual Marchese par abbi ll24* mandalo a dimandar il castelo di Milan al Duca per nome di la Cesarra Maestà, el qual li lece risponder che lui era suficiente quanto un altro a legnirlo per la Cesarea Maestà, et quando l’bavera i conlrasegni, allora risponderà alla Cesarea Maestà. Scrive, si at-trova alcune fanlarie al Bià, a Charon, a Pallazol et altri lochi di là da Milano, che erano andati conira grisoni. 125 Da Bergamo, di reofori, di 2, hore . . . Con le infrascritte deposilioni et reporli. Rosso de Ancona stipendiato ne la compagnia dii strenuo capitanio Rodulfo di Mantoa, refferisse essersi partito heri da mattina da Pavia el venuto a Milano, dove heri da sera azonseno zerca 300 lanze el il capitanio Zuan de Urbin con qualche fanti 300 che erano in guardia del signor marchese di Prscara, et se diceva pubblicamente esserli venuto esso Pescara. Tamen lui non lo vile, et dice haver vislo in li borgi di porta Comasina et porta Verzeli-na bon numero di lanzinech, quali se dicevano esser al numero di 3000 el non li lassano inlrar in Mi- ¥ lano; el dice esser passato per inaliti a la porla dii caslelo di Milano, e Irovò esser aperta la piancheta et il ponle era calalo sino a mezo, ma gli era grande guardia. Poi dice che, ussendo esso referente da Pavia, el vele li fuora in slrata pezi 14 di arlelaria, quali conducevano a la volla di Milano, et che Luni proxiino a dì 30 vide andar da Pavia verso Lodi 7 altri pezi di arlelaria, et cha ha inteso in Pavia che si voleva condur il signor Hironimo Morone et il re di Navara a Pizigaton, in qual loco si doveva atrovar eri il Guasto. Et venendo eri sera in qua da Milan verso Bergamo, vide in Gorgonzola et allri vilazi zerca 9 bandiere di zenle d’arme et cavalli lizieri ; et dice che è slà levalo il Vaprio; ma stanno lì doi spagnoli con una barchela a tragelar chi voleno. • Le qual nove essi rectori le hanno efiam per altra via in conformità, el maxime de uno pavese venuto qui, qual dice che loro spagnoli el soi sub-dili stanno con paura di guerra et continue fortificano Pavia, el che hanno paura di la illustrissima Signoria et il Papa gli rompino guerra, el che li subditi non hanno altra speranza di esser redempli de tirannia da questi cesarei, che sopra la Illustrissima Signoria. A dì 2 ditto. Bernardino de Zuan de Piren, homo mandato per il consolo de Spirano, referisse esser andato oggi a Trevi per intender di novo, et dice aver inteso da messer Hironimo Bonzano de quel loco che hogi dovea andar a Caravazo il marchese dii Guasto 125* a disnare et che li era stà fallo il preparamento, et che in Trevi si aspeclava questa sera 50 lanze olirà altre 50 che vi sono, et che a tali erano preparali li alogiamenti. Venendo poi a casa, trovò a Lurano el magnifico messer Sonzino Seco al qual gli disse le predille nove, et esso messer Sonzino gli disse che era avisato come il predillo marchese dii Guasto era zonto a Caravagio. Domino Agamemnon da Lenzo refferisse haver hozi mandato doi de li soi balestrieri drio Ada, quali ge hanno referto esser stali apresso Cassan et alla Canonica, et che spagnoli per niuno modo non lassan persone alcune olirà Ada nè a Cassano, nè a Vaprio; ma che hanno retenuto uno cavallaro con lettere, che voleva passar, non sa però dir de qual fusse ditto eavalaro. Ex litteris domini Jacobi de Cappo, datis 126 Mediolani, primo Novemiris 1525. Che il signor marchese di Pescara sarà con 300 lanze et 3000 fanti lanzinech et nove pezi de arlelaria. Che ha scritto al signor Duca che condueeno li lanzinech secondo il suo consueto, e conduce le gente da cavallo et da piedi per sua secureza. Che ha scritto a la terra che tal venula sua non li serà di danno, né di disturbo alcuno, e dice ha dato una paga e meza a le predille genie, perchè vole che vivano a le lor spese e non di la terra. Che li alogiamenti si pigliano nel borgo di porla Romana. Che tutti li abitanti ne li borgi portano dentro le latere, et ciascuno è balordilo et impaurito.