501 MDXXV, DICEMBRE. 502 terra refacendo tutti li bastioni primi che erano ruinali, fortificandogli con muraglie di pietra tanto alto che non possino esser offesi da l’acqua, come per avanli hanno fatto. Et che le fosse sono vode de acqua perchè fanno lavorar, et hanno fatto sostegni ne Iiì predille fosse fortissimi de mure de ferri apontidi per cima de li muri, aziò che noiosi possino montar. Et che la banda de italiani che erano in astesana deve venir in breve per mettersi a la guardia dii castel di Milano et di Cremona. Et li lanzinech et spagnoli dieno andar dispensadi in Pavia, Lodi, et Alexandria. Et che è fama in Pavia, hauta per certa, che Maximiliano viene cum 15 milia sguizari et foraussiti, et che fina bora alcuni di foraussiti sono gioliti a Casale. Et passando beri per Lodi, dice che ha veduto lavorare apresso il castelo a la muraglia, et che designavano uno bastione et principiavano butar zoso la muraglia. Et che in Lodi lui relator non è sta zercato, nè interle-nuto al passar di Adda. 333* Nicolò da Bergamo trombetta de mi Capitanio, andato cum bona licenlia nel campo de Cesare a trovar uno suo filiolo anialato per farlo curare, et di necessità intertenufosi per dilla causa in ditto ■ exercito fin bora con il capitanio Comendatia Figa-rolo, cum el quale esso suo filiolo era trombetta, hoggi a dì 10 venuto, referisse esser stato con esso capitanio, quale ha condulta de legieri a Ce va loco apresso Prodenzo città nel ducato di Savoia miglia 5, già tre mexi, nel qual tempo sono sempre stati li cesarei sparsi de li cum gran guardie per li foraussiti che erano sopra il savoiese, che gli davano assai danno spogliandone et svalisandone molti di essi. Ne li qual lochi, tutto lo ditto tempo sono slà sparsi per quele montagne a le guarnisone bandiere G de cavali, quali in tutto possono esser 400 da falli. Et bandiere 3 de fanti italiani cum alcuni spagnoli mesedati. Et che a zerca li 20 dii preterito mexe, vene ordine et lettere dii marchexe dii Guasto al commissario de li cavali legieri spagnoli che era sopra il ditto contato, diceva che dovesse redur con ditte compagnie sì de cavali come de fanti in zoso verso Alexandria et Monferrato, per rispetto de la morte dii Pescara. Et cussi tutti uniti et non sparsi per paura de vilani, che gli sono inimici et cridavano : « Pranza, Franza, amaza, amaza », si reduseno sopra lo alexandrino et Monferrato, et parte in Aste ove ancora se ritrovano, et fanno gran guardie in el loco de Aste per paura dii Birago et altri foraussiti che sono in Crimignola et sopra il saluzese, el tieneno serate tulle le porte di Asie, salvo che una, et hanno etiam paura perchè se gli dico publicamente che Maximiliano era a Susa con assai gente de foraussiti et francesi. Et elio ivi in Alexandria, olirà le predille 3 bandiere di fanli ne sono etiam due altre che gli erano perinanti in el borgelo de Asie, el che non le volenoin la cità. Et se gli dice publicamente, che passalo questo mexe se gli vole-no levar da quele bande et voleno venir a la volta de le terre de la Illustrissima Signoria, perchè sarà 334 compita la treugua. Et al ritorno suo in venir di qua dal loco di Aste, che (u a li 14 de l’instante cum suo filiolo, el ritrovò de qua de Po per tutte quele ville alozati fanti et cavali de cesarei, quali tutti dicevano che andarano a la volta de Venetia, havendogli mollo l’animo aJosso. El non sa dire altramente il numero di le persone di cesarei che siano de là di Tesino, nè anche manco de queli che sono de qua, non essendo dimorato, ma seguilo il camino suo. Capitolo di una lettera, data a dì li, in Milano, mandata in le lettere di rectori di Bergamo. Et apresso di gionta, come heri tardi, quelli dii castelo de Milano con luseno dentro circa 30 bovi grossi. Et che spagnoli stanno con gran paura. Ul-terius, come fanno conzar la via de Milano a Pavia con gran soleziludine, che l’artegliaria se li possa condur, et de forsi 64 cavali da tirarla che bave-vano in Gorgonzola distante da Milano miglia 12, li hanno conduli apresso a Milano a doi migliara, per haverli più apresso per ogni occorenlia. Et questo lo ha havuto proprio da uno de Gorgonzola, che ne havea parte alogiati in caxa sua. Io aspetto il messo che ho mandalo a Milano hozi, che ’1 mi porli altro di novo, et gionto che ’1 sia spazarò uno a posta a Vostra Magnificentia, a la qual mi aricomando. Questi è li tituli di do oratori, uno dii Bapa va in Brionia, et uno di quel Be torna in Bolonia, stati in Collegio. Bcverendus pater dominus Joannes Fran-ciscus Citus episcopus scarensis, nuntiusSanc-tee Sedis Apostolices apud magnum Basilium principem Moschovice et totius Bussics impera ter em. Demetrius Arasmi orator magni Basila civitatis Moschovice principis et totius Bus-sice Imperatoris apud Sanctissimum Dominion