Oli MDXXVf, GENNAIO. 612 fanno, et la forfeza predilla e la conservation et se-gurtà di questo contado di Zara. Letera dii castelan di Obroazo Messer Jacomo, amice carisssime (sic). Stasera zonsi a salvamento a Possedaria; d’un altro canto zonzèno fanti da Obroazo con certi presoni li qual mando di longo, et me zurono che per do sere circa a cinque hore di notte li hanno visto andar per il fosal de Obrovazo persone aliene. Non disè che farò el fato mio ; per Christo che adoro l’è cusi: sera a la faza chi noi crede eie. Altrojpaal. Le-vado el campo de turchi sotto Obrovazo, balizase-mo un turcho, el qual batizado scampò beri in Turchia con un dei soldadi deOstroviza. El dillo scampò avanti che vene quel poco di biava, el el ditto vele che quei signori ci erano a mezo de via de Obrovazo el similiter li chrisliani, vide romaste poche persone el senza viluaria. Haverà da dir ne alosicharà et ruinerà. Et eliam eror de quei pochi schiopelieri che a Obrovazo sono. Ne hanno manda a dir non voleno star come bestie, digando « non senio pagadi, risichemo con le persone nostre, non volemo che ne preterisse pur un zorno del nostro mese, o se u’an-daremo via nisuno guardando in facia. » Adesso mò v’ò dillo quomodo et qualiter passa la cosa, non più. Quel puoco mi havesi dado l’ho speso più di la mila per le cose necessarie per el luogo. Non me melo avanli che non ve habia fato molo. Se interve-gnirà qualche cosa voi sete in colpa et causa non mi. Fena ch’ei fero è caldo, baterlo; mandeme per schio-petieri ducati 20, et salnitrio, polvere, piombo, oio, bombardieri inzegnosi, uno l'avro, uno muraro et apresso 20 pers «ne, et da ciò cuin schiopeti fari boi) sparagno. Vanzale per un cenlo se sta ciladela ro-magna ne le man christiane. Da pò vorà aiutar, non averi modo. A la fé’ sia 11011 me passerà sii zorni proximi, come havemo per i scocii et de altri amici, cum tutta la Possaria el bombarde ne vien adosso per terra. Provedè. Suficit. 1525 DecembrìS, Venere avanti Nadal. Sottoscritta : Vido Posederschi castelano vostro in tutto. 408 Adì 6. Fo la Fpiphania. 11 Serenissimo, vestito di veludo creniexin con la barela di veludo cremexin, e lutti li Consieri di seda con li oratori, videlicet Papa, do cesarei, do di Franza, do di l’Ar- chiduca, Milan, Ferrara, et Mantoa, il primocierio Barbarigo e lo episcopo di Baffo Pexaro et 7 Procuratori, sier Alvise Pasqualigo, sier Lorenzo Lore-dan, sier Giacomo Soranzo, sier Alvixe Pixani, sier Andrea Giuslinian, sier Andrea Gussoni et sier Marco da Molili; et il 7 Procurator per non andar con li Cai di XL come dovea andar, di solo, a banda destra dii zovèneConsier; poi erano Avogadori, Cai di X el Censor per esser l’altro amalato, et assai palri-cii da numero.... et venuti in chiexia a la messa. Qual compila, nel tuor dii combialo vene quel non- lio di Cesare domino Fernando Bizio che portò la lettera di le noze et tolse combialo dal Serenissimo; al qual li fo mandado li scudi 200. Da poi, ppr lezer le letere venute eri sera di Spagna di VOrator nostro, qual veneno a hore 3 di note, et fo trate molto tardi da zìfra: per le qual se intese la conclusion di l’acordo etc. Il Serenissimo con la Signoria et Collegio si reduse- no in.....ad aldir le dille letere, ch’è di summa importanlia. Etiarn di Mantoa, qual manda avisi di 16 di Spagna con tal aviso. Etiam fono lecle le altre letere, sì che stele Collegio mollo tardi. Dapoi disnar fu Collegio di Savii ad consulen-dum, et harìano fato ozi Pregadi si non era per non dar che dir a la terra per esser il zorno dì Pasqua lophania; el sarà Limi. Di Spagna, di sier Andrea Navaier orator, date in Toledo adì 7 Dezembrio. Come era stato dal reverendissimo legato per saperl’exilo dii memo-rial dato a Cesare, e inlese Soa Maestà non aver ancora risposto. E perchè il Nonlio parlò a Cesare altamente, soa signoria (il Legato) disse che ’1 parlava libere, perchè li disse il marchese di Pescara era slà causa di tulle sle pratiche, e non il duca di Milan, con volersi far re di Napoli, e non potendo farsi re, scoperse il Iralato. TJnde Cesare si lurbò dicendo il Marchese li era bon servilor e laudava tutto quello havia fatto; ma ben era vero che ’1 non ha-via ordine da Sua Maestà di far tanto conira il Ducila, pur l’ha per ben quello ha fallo. Ech’el Noncio predillo rispose, che ’I non diceva che ’1 Marchese non fusse degno capitauio; ma era slà causa di questo error. Hor Cesare disse vederia di risponderli. Scrive, questi alendeno ala pratica di lo accordo 408* col re Chrislianissimo. Scrive coloquii auti col Legato ; et 1' orator dii ducha di Milan cavalier Bia parlò a Cesare dolendosi che l’homo dii Ducha era slà preso da francesi venendo a Sua Maestà ; e Cesare li usò bone parole dicendo ben dii Dudia, e che faria provision eh’ el sarà liberalo. E di’ el