497 MDXXV, DICEMBRE. 498 331') A dì 17, Domenega. Da matina vene in Collegio il Legato dii Papa insieme con uno episcopo ili Scarense orator dii Papa, qual manda in Moscovia, et uno orator dii ducha di Moscovia nominalo missier Demetrio Arasmo, qual è sialo dal Ponlificee ritorna in li soi paesi. El qual era vestilo con casaca rosa e di sora velludo negro e una bàreta di fellron bianco, in longo, con dossi atomo al costume loro. E nitrati in Collegio, fatto le debile accoglienze per il Serenissimo, latto senlar apresso tulli tre, il Legalo disse la causa di la sua venuta. Poi l’allro episcopo, come il Papa il mandava per sedar quelle cose, et redurii a la bona fede. Poi l’allro di Moscovia, per interpelre di uno prete, fè dir alcune parole, con gran reverenlia, dii suo Duclia verso questo Sla-do. El poi apresenlò una pelle de zebelin bellissima, di valuta di ducali 50. El il Serenissimo lo ringralioe eie. Sono alozati quei di Moscovia a la Pviva dii ferro. El venuto in Collegio il secretano dii Capila-nio zeneral nostro ducha di Urbin domino Baldo Antonio dolor, disse da parte di la Duchessa, che el pregava la Signoria fusse lassalo di prexon uno preso per una sentenlia falla, per alcuni inconvenienti fo fati a li confini eie. Il Serenissimo li disse non si poi far tal gralia si non con li Conse-glii ordinari, elsi vederia. Poi havendo il Collegio terminato di far uno presente a la ditta Duchessa, el qual secretarlo I’ bave mollo agralo, dicendo bavia in commissione di comprarne uno per Soa Excellentia, et trovoe uno per duciti 40 più bruto di questo. Da poi disnar, fo Gran Consejo, non fu il Principe, etiam niun di Savù di lerra ferma, perchè slelleno a consultar con li Savii di Collegio la materia si tralarà doman. Fu posto, prima si andasse a capelo, per i Consieri sier Jacomo Soranzo e sier Francesco da Molili cai di XL e sier Ferigo Renier avogador in loco di sier Vicenzo Marzello cao di XL absenle, che essendo sta eletto sier Gabriel Venier orator a Milan et acelado, et essendo seguito quelo è nel Stado de Milan non è possibile vadi sì presto, et non è ho-nesto, che ’1 dillo non possi in questo mezzo che ’1 vadi esser electo ad alcuna cosa, come voi le leze de oratori pòi che haverauo acelado ; el qual non 331 * ha hauto alcun dinar. El però sia preso clie’l ditto possi esser electo in ogni loco et officio, maxime havendo il dillo sier Gabriel ditto esser pronipto (1) La carta 330* è bianca. I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XL. andar a ogni requisition di la Signoria noslra a la ditta legalion de Milan, ut in parte. Ave: 3 non sincere, 267 di no, 1371 de sì. Et fo presa. Fo mandato zoso di Consejo sier Nicolò Bendo di sier Matlio, per haver lotto più di una ballota fuora dii capelo primo, dove era sier Pandolfo Mo-rexini consier, visto per lui, et però fo mandato a la leze, eh’ è privo dii Mazor Conseio per mexi 6. Fu fatto Provedilor al sai sier Alvise Barbaro fo Cao dii Conseio di X, qu. sier Zacaria cavalier procuralor, el altre 8 voxe e tulle passono. Di le poste vene lettere sul lardi, el questo è il sumano : Di Verona, dii proveditor generai Bexaro, di 16, hore 4. Come, per lettere di Zuan di Naldo da .... ha nova, il re di Navara era preson in la rocca di Pavia con taia di 100 milia ducali, era lu-zito insieme con queli el guardavano. El si riferma quesla nova per uno venuto da Milan. Etiam, per lettere di Bergamo, dii signor Camillo Orsini, scrive ha ricevuto nostre lettere, come subito mandi il capilanio. ... in Treviso con la sua compagnia ; cosi farà la resegna el li manderà; el qual ha fanti 150. Scrive, si provedi di denari aziò possi compir di far le paghe eie., maxime venendo quesle feste, et havendola zà livrala. Del signor Camillo Orsini, date a Bergamo, a dì 14, hore 7. Come da Milan non ha alcun aviso, et questi di Geradada non si moveno; ma ben ha che queli poveri populi sono in disperatone, quell spagnoli voleno una (orla de uno scudo, biava in pasta con oio. Voleno loro li danari di le conlribu-lion li fanno le altre ville. Scrive, che queli è alozati in Romanengo fallo gran danni a queli meschini. Da Milan ha aviso a bocha, per uno partite a dì 14 da mattina, come queli signori voleano si iurasse fidellà ; ma tien non si farà. Li lanzinech dubitano star in Milan, et zonli saranno li fanti italiani che vieti de Piemonte, si leverano per Pavia, Lodi el Pizigalon. Dice che li foraussili erano reduli su quel di Savoia, el sperasi di soccorso. Queli dii ca-slelo escono in porla Verzelina et dove li piace, et vanno per Milan, e dicono se havesseno un poco di favor fariano etc. i Dii ditto signor Camillo Orsini, di 15, 332 hore 5. Come era ritornato uno Sedio Rusichello stato a Milan, qual andò zà tre zorni per parlar a queli signori per la liberal ioti dii suo stadere di quell’altro, che fono retenuti ; qual ritornalo manda la sua deposition, la qual dice cussi : Come non ha-via potuto parlar al marchexe dii Guasto, perchè ’1 32