221 MDXXV, NOVEMBRE. 222 per nome di quelli signori francesi, ma non è tempo adesso, el li ha dillo (orni in Pranza, remelten-dolo a madama la Rezente, perdi# quando sarà tempo, voi vengano con le zenle a tuor il reame. Dii ditto, di 4, scritta al Conscio di X. Come parlò al Papa zerca far la liga defensiva. Trovò Soa Santità ben disposta e voi stipularla, dicendo volemo pensar, et diman vi risponderemo, de modo la si habbi a concluder. Et zerca il numero di le zonte, e lauda se dechiarissa la quantità, et è contento melter etiam di operar le arme spiritual in la scrittura, e al capitolo niun si possi acordar, non monslrò far caxo di conzarlo a nostro modo. Poi esso Orator fo dal Datario, qual li disse non havia potuto parlar al Papa, perchè tutto hozi Soa Santità ha scrii lo in Spagna, ma li parlerà diman. E quanto al capitolo de dechiarir etc., disse, quando si dice comunibus expensis, voi dir tanto spendi l’uno come l’altro di contrahenti; ma ben quello non si possi accordar li par necessario a ponerlo, dicendo: «11 Papa è freddo, scaldatilo un poco e solicilelo a concluder t>. E li disse, quel homo voi mandare a Cesare è Chapin, homo dii marchese di Mantoa, il qual andarà senza sospetto in Spagna a dechiarir al Legato in che termine se trova le cose de Italia ; ma ben soa signoria (desidera) del nome di costui sia tenuto secreto. Di Antonio Varola, da Lion, di 28, tamen è Zorzi Sturion, scritta a la Signoria nostra. Come a dì 13 zonse lettere di Spagna, madama di Lanson esser risulta in nulla e il Re scrive a MaUama attendi a far la liga de Italia, perchè di le cose de lì si abusa. L’Imperalor voi di più la Borgogna, la Provenza e il Dolfìnà, e che di Bar-bon si publica in la Pranza non esser in dolo alcuno, e a torlo esserli slà fatto e contra raxon quello li è sta fatto e toltoli il Stato, qual voi li U3* sia restituito, unde il Re scrive voi prima morir in presoti che la corona di Pranza assenti a questo, ma voi per forza sia liberalo; però si concludi la liga con Italia et fuzi armada per mar grossa. Item, scrive, heri zonse qui a Lion uno zenlilomo vien di Spagna, replica il tutto ut supra, et che madama di Lanson era partita e l’Jmperador va in Sibilia a far le noze con la sorella dii re di Portogallo. Scrive, il signor Thodaro Triulzi haverli dillo la illustrissima Signoria crederà quello li ho ditto, che spagnoli voleno tuor il stado di Milan e poi vora altro, e che l’andata di madama di Lanson in Spagna non andava a cosa falla, e scrive di questo al suo missier Evangelista. Item, è lettere dii Re a la Rezente, che interregni li foraussiti di Mllan e che fuzi le zenle d’arme slagino in ordine. Scrive, il duella di Ferrara è a San Jam de Mira, e qui è venuto uno suo homo per haver il passo. Questi non si risolverà fin tre zorni, nè cussi presto, perchè non ge voleno darlo e convenirà tornar a caxa pur che ’1 possi. Scrive, questi è slà betizati da Cesare el lo conoscono e monsignor di la Gisa è partilo per Zampagna per intertenir 6000 lan-zinech sono li, et Madama voi mandar a concluder la liga in Italia. Zam Clemente Stanga voria venir lui, ma sarà Claudio. Etiam uno Zuan Ba-tisla venitian, qual fo frale, voria venir lui, ma queslo è lizier di zervello, come dice Ruberlet. Scrive questa lettera sotto lettere di Pandolfo Cenami, et ha haulo lettere da domino Alvise Pixani procurator, che ’1 resli ancora lì, et cussi scrive resterà et aviserà, etc. A dì 8. La mattina, fo lettere di le poste, il 144 summario è queslo : I)a Milan, di V Orator, di 5, hore 20. Come de lì se dice volersi serare il castello, ma finora non è serato, ma forsi expedano la risposta dii signor Ducha, qual ha termine per tulio hozi a mandargela. Dicesi ancora, che questi signori cesarei voler metter la guardia al castello, zoè 1000 sehiopellieri et archibusieri spagnoli et 1000 piche di lanzichinech con 400 cavalli lizieri alla volta del zardino. Il signor Ducha sta molto ristretto in castello, et Soa Excellenlia si ritrova in assai boni termini dii corpo, ma della mente travaglialo. Questi signori zentilomeni de la città continuano a la corte del signor Marehexe cum pregare Sua Excellenlia che ’1 voglia fare che queste gente stiano quiete, perchè vanno tolendo molte robe per il territorio conira al volere di quelli che sono patroni di le robe. A li quali il signor Marchese ha risposto che debbia fare che nella città vengano delle robe, che li soldati non andarano di fora. Scrive come una compagnia di lanzinech, numero 2000, sotto il conte Ballista da Lodron, qual era verso Saluzo, et è de quella che fo in Pavia, par sia venula per intrar in la terra et è rimasta di fuora alozata qui apresso, nè voi intrar se prima non hanno danari. Etiam si dice vegnirano fanti italiani et le zenle sono iti Geradada. Item, scrive, li Oratori nostri quali vie-neno di Spagna questa sera arivarano qui, et hanno mandato il suo maestro di caxa avanti, qual é zonto. Da Crema, dii Podestà et capitanio, di 5, hore 3, Come ha ricevuto lettere di la Signoria noi