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MDXXV, NOVEMBRE.
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          Il reverendo missier fra’ Bortolomio de l’ordine di San Domenico riporta, die in Milane se dice pubi ice, che ’1 marchexe da Pescara sta malissimo, et che la sua infirmiti è incurabile, nè di quella poi guarire, et che quello se nutrisse de late de dona. Dice etiam che 1’ è zerca zorni 8 che ’I Marchexe mandò a far intender a quelli dii Senato, che voles-seno atcnder a li offici et expedir le cause per nome di la Cesarea Maestà ; li quali non ha voluto farlo, nè mai ha voluto expedir cosa alcuna da quello zorno fino hozi.
         Item, scrive esso Podestà et capitanio haver aviso, che li soldati, che sono nel castello di Cremona ogni zorno enseno insta il solilo dii castello, et s<Siramuzano cum li lanzichenech, che sono ne la terra, et ne amazano et ferisseno.
         Item, di spagnoli che sono in Lodi solicitano a far lavorar a li bastioni.
        Di Bergamo, di reofori, di 27, hore 2 di nocte. Mandano una longa deposition, la qual per non poter scriverla qui la noterò più avanti, et è copiosa di le cose di Milan.
252* In questo zorno, in Gran Consejo, dove si re-duse la Quaranta criminal per esser sta ruinà dove prima se redusevano, fono menali li do villani di Campo Nogara, che hanno facto quel enorme delieto a San Trovaso in cha’ Gratian, di haver amazà la moier di Griguol barcariol suo cognoscente, et una pula di anni .... et uno puto di anni 3, a zerca meza bora di notte mirali per la porla in caxa portandoli libre 6 di carne di porco, e li tolseno
    danari tra moneda e oro zerca ducali.....Li
     quali è chiamati Moro .... di anni .... el Za-neto Dado di anni .... e lutti do miraculose presi et condutli da li soi villani in questa terra avanti fosse messo la taia, et hanno il tutto confessalo. Hora era in Gran Consejo di le persone 4000 e più, e tulli tre li Avogadori, sier Piero Contarmi qu. sier Alvise, sier Marco Loredan e sier Ferigo Renier, e il Renier a chi locò il Collegio li menoe, disse poche parole e leto il processo. Poi sier Alvise da Ponte avocato di presonieri fece una bela renga laudata da tulli, non in suo favor, che doveano morir, ma non li dar atroze pena di tanaiarli o altro per non perder l’anima, et non morisseno disperati.
         El poi fu poslo quatro parte, una di sier Marco Minio consier, sier Francesco da Molin cao di XL, sier Zuan Bolani vice cao, che li dilli malfatori Sa-bado proximo poi nona siano conduti sopra una piata cridando per uno comandador la sua colpa, e a San Trovaxo smontar debbino e siino tirali a eoa
 di cavallo fino al loco dove feno il delido, dove li siano taià la man destra a tutti doi e iterum con-dutti in la piata con le man al collo fino a Santa Croxe, et lì tirati a eoa di cavallo fin a San Marco, dove in mezo le do Colone, sopra uno soler siano descopati el squartati et in 4 quarti, li quali siano posti sopra le 4 forche di questa città.
    Sier Vicenzo Marcello cao di XL voi la parte, ma che al loco del delitto li sia dà cinque lanaiade di foco, et etiam sopra il soler altre cinque dove sarano scopadi.
    Sier Nicolò Boldù vice cao voi la parte, con questo, quando sarano stà lirati a eoa di cavallo fin a P intrar in piaza di San Marco, siano posti tulli do sopra uno soler portalo per la piaza fino in mezo le do Colone, et siano cussi vivi datoli cinque bole di tanaia per uno, poi siano in mezo le do Colone scopati et squartali, come in l’altra parte si conlien.
    Et li Avogadori di Comun voleno la parie sopra-serila, ma di più die i siano per Canal tanaiati vivi.
    Andò le parte, dii Marzello cao di XL una, dii Boldù vice cao 8, di Avogadori 13, e dii Consier, Cao e vice cao 14. Iterum batolade le do con il —
 14	di Avogadori, et 14 dii Consier. Ilerum, 16 di Avogadori et 20 dii Consier. E fo presa. Erano hore
 3	di nolle quando veneno zoso.
    A dì 30, fo Santo Andrea. La malina non fo alcuna lettera da conto, solum uno aviso di Mantoa.
    Vene l’orator di Ferrara in Collegio, etmon-strò lettere dii suo signor Ducila, come P era zonto sano in Ferrara a dì 24 di questo la sera, el si ricomandava a questa Illustrissima Signoria, non haven-doli dà il passo la serenissima Madama rezenle di Pranza di poter andar da Cesare, havia convenuto tornar a Ferrara. Et da Turin a Ferrara è venuto per Po. Il Serenissimo si alegroe di la sua venuta e che ’1 stesse ben.
    Da poi disnar, fo Gran Consejo, fallo Podestà a Vicenza sier Zuan Contarini è di Pregadi per danari qu. sier Alvixe qu sier Bertuzi procurator, qual lui medemo andò in elelion, e li loca la voxe, che tanto procurava di esser tolto, el cazete do altre volle per avanti, hora have debel scontri e col favor di locarli la voxe rimase. Et fo fate altre voxe e lutti passono.
    Veneno sul tardi lettere di Verona et di Spagna, ' le qual fono lette da basso con li Savii et il Serenissimo.
    Di Verona, dii proveditor generai Pexaro, di 29, hore 4, Come beri ave lettere dii signor Camillo Orsini da Bergamo, che in Milan era levala