26 MDXXV, OTTOBRE. 27 le zenle di questo Signor erano a una fiumara, e l’lmperador di tartari era da l’altra banda di la fiumara in grandissimo numero; ma le arlellarie che ha questo Signor conira essi tartari li darà la vittoria, se faranno la zornala. 15 Copia de ma lettera di Spagna traduta di spagnol in vulgar, la qual narra la intrata dii re di Franza in Gada la Giarra, e l'honor li fece il ¡signor ducha de L'In fan-lado di caxa di Mendoza, di Avosto 1525. Arrivò il re di Franza in Guada la Giarra il Lu-ni a dì 7 de Avosto, e il signor ducha de Linfanta-sgo non polendo andar in persona a receverlo, mandoe el signor conte de Snldagna suo fiol e altri signori, et li conti de Corugna et de Monte Agudo et don Marlin et don Rodorico de Mendoza sui fioli con molli cavalieri soi parenti e amigi e creadi fino al numero de 500 cavalli. E affirmano che in tutti quelli non era alcuno che havesse cappa di panno, se non di brocalo e seda, infinite perle e zoie e perle molte e guarnison de cavalli e mule molto excellen-te. Andava avanti el signor don Martin episcopo di Guadalagiara con tutta la chieresia, e seguia il signor don Rodorico di Mendoza fiol menor di esso Ducha con li zoveni, e da poi ii signor conte di Saldagna con il resto de tutti li altri cavalier, e dismontali andorono a basar la mano al Re e a tulli Soa Maestà la dè a basar, excetto a li conli, a li quali abrazò con molla cortesia e con la bareta in lagnano. E cussi mirarono in la ciltade, donde era assà maniere de zuogi e danze e molla moltitudine di gente e di dame. Le slrade erano nette e le fanestre molto apparechiade. El palazzo del signor Ducha, dicono quanti l’hanno visto, che non basta lingua a dir lo adornamento e sontuosità di quello. Questo perché in effeclo è una delle miglior case de signor de tulta la Spagna. Non era luogo alcuno che non fosse adornato di panni molto richi de seda e de oro, e le camere e letti di diverse maniere grande e picole. Ne era una, fra le altre cose che havia, era tutta alor-no e lei lo de la camera e luogi sopra tavole di bro-cado allo mollo ricco, e molto ben guarnido. li quali reslorono molto ben zapadi. El signor Ducha andò conlra a la scala levandolo in brazo do cavalieri soi, e fece mollo grande recevimenlo al Re e domandoli con grande inslanlia la mano per basarla, e il Re mai ge la volse dar, avanti con la barelta in mano lo aiutò a levarlo suso. Esso Ducha excusosse dicendo che li doleva de la sua infirmila per non haver potudo andarli contra e servir Sua Maestà come P aria volulo. El Re rispose che li doleva che 15* el non lignea poler di poterlo sanar ; et con questo introrono in lafosada. E venula l’ora di cena, il Re fece molta instantia con il Ducha che si assentasse con elio a cenar, el qual non volse, dicendo che da poi che ’I non havia tenudo salute per poter andar a receverlo tre lige luntan, cussi etiarn non li pareva di poter star a quella mensa, e stele sempre senlado sopra una cariega, mentre che ’1 Re cenoe e servendolo a darli de P aqua a le man, teniva il bazil e li fioli la coppa de P aqua. Cenorono in l’altra sala el signor Viceré de Napoli e li conti so fioli con forsi 125 cavalieri, che tra tutti elli non era ni-guno di la caxa dii Ducha. Dicono vi fo tante va-rielà e maniere di manzar che è cosa de maraveia. L’ altro zorno da mattina, che fo il Marti, il Re aldile Messa e dissela don Martin fio dii Ducha, episcopo, con la musica di esso Ducha, et compida di aldir mandarono a trar fuora uno lion e un loro e messi dentro de uno slecado, mai fo oso el lion ar-saltar q) toro, fino che con le come el toro non lo bullo do volte molto alto. E il signor Ducha, per far una cosa memorabile, ordinò che ’1 fosse aperto el stecado e che ’1 loro e lion andasseno per le slrade. Dicono che fo tanto grandi) el cridar de le femene, sapendo che ’I lion e toro andavano per le calle desligadi e una dimandava per soi fioli, l’altra per suo marido, tarilo che era cosa di spavento. Dicono che ’1 lion non feze mal a niuno, se non che si messe in uno zardin de don Piero Consales e lì mandò el Ducha che Io guardasse cento alabardieri e cinquanta da cavallo, e il toro si fuzì via. AI disnar, el signor Ducha manzo con il Re do beconi, e da poi el manzar corseno fuora 12 tori li mior dii mondo, e ussirono stando quelli cussi co-rando dodexe cavalieri e amazarono cinque di loro tori testa per testa senza che niun cavallo restasse ferido nè morto, nè etiam li zenlilomeni receveleuo detrimento alcuno. Ussirono da poi 150 cavalieri molto ricamente veslidi di brocalo e di seda de vari colori con molte cape d’oro e invention galante, e introrono a do a do. Fu cosa molto bella da veder e comenzono el zuogo de le cane da 120 di loro, zoè 60 in cadauna posta. Zugorono grandissimo pezo molto più di lo costume; ma in tulio el zugar non fo niuno che cascasse, nè niuno scontro in la menor feallà del mondo. El Re laudava mollo cussi li lori, come fi cavalieri e li cavalli, e più la grande 16 sontuosità dii signor Ducha, dicendo che si ben Io lmperador non havesse altra grandeza se non te-