247 MDXXV, NOVEMBRE. 248 lanzineeh quali sono a la custodia dii caslelo per non li lassar venir in la terra, et hanno fallo attorno alcuni repari, et quelli dii caslelo tirano fora et hanno morto molti et tutto il zorno ne amazano qualcheu-no, et sono scoperti inimici. Dice ctiam, che quelli dii castello vanno fora et conducono dentro feno, strame et altre viluarie, et vini, et che Sabato pro-ximo a dì 7 quelli dii castello andeteno su la ripa del Po per pigliar legne, et li lanzineeh non permet-teano luor tal legne et veneleno a le arme in scara-muza,et forno morti 22 lanzineeh et niuno di quelli dii castello. Copia di una lettera data a Romano a dì 8 Novembrio, scritta per Fabricio Tadino capo di cavalli lisieri al Capitanio di Bergamo. Illustrissimo signor et patron mio. Heri, Santa Croce con la sua compagnia s’ è levalo da Covo et è alogiato in Caravazo, con altri 100 in Trovino et il resto in Rivolta. Se era ancor levato domino Zuan de Villa Nova con la sua per andar ad Agnadello, poi ad hore 20 ritornò ad Covo, et hoggi se parli per andar a Caslel Lione, et don Alonso con la sua se ne è andato a Sonzino; che anche queste doe erano in Covo. Altri fanti non restano lì; ma in questa bora è arrivato uno de li mei che havea mandato là per intender se aspeclavano altri soldati, et ha reporlalo haver visto li foreri che erano gioliti per alozar 200 cavalli lezieri a Mozani-ca. Heri sera gionseno 30 homini d’arme et 10 cap-pelleti, ma domandavano lo allogamento per 50 ; pur sono stati numerali et non sono più. El nostro Signor Dio conservi vostra signoria, qual suplico me tenga per recomandato in gratia sua. Da Romano, a li 8 de Novembrio 1525. Sottoscritta : De vostra signoria obsequenlissimo servitor Fabricio Tadino * Di Mantoa, manda una lettera dii commissario di Bozolo, date a dì 9. Heri sera gionse da Milano maestro Hironimo Carenzano, quale è sialo sempre a la cura del Duca, qual habita firmamenle in Cremona. Dice che il populo di Milano ha fatto intender al marchese di Pescara, se ’1 Duca ha fallito contra la Maestà Cesarea loro medemi gli lo voleno dare pregion ; ma non havendo fallito, che loro non voleno altro che Francesco Sforza secondo. Il Mar-chexe inlrò in Milano con poca gente et è partito fuora. Il signor Duca ha fallo prendere Policiano secretario dii Morone, et se dice lo voi far impicar. Heri fu in Cremona uno commissario cesareo a tuor in nota tulio lo extimo sive compartito del cremonese per dar le guarnisoni, così si pensa. Il castello di Cremona ha ogni dì stropiato et amazato qualche lanzichenech. Da Verona, dii provedador Pexaro, di 11, 1G1 hore 5. Come ha aulo aviso da Roman el Marlinen-go, come erano a Cof (300 cavalli lizieri zonli, et 150 a Caravazo, etiam a Mozanega etc., et che li cesarei fevano portar viluarie in Pavia et Lodi. Scrive, è venuto lì a Verona il fradello di Maximilian Stampa camerier dii duca de Milano, qual va a Padova. Ha parlato al Capitanio zeneral da parte di esso Duca, pregando lo ricomandi a la Signoria nostra, in la qual ha tutta la sua speranza, dicendo lui è disposto mantenersi in castello fino averà uno pan; et di la bona disposition di quelli sono in castello con lui, et che Soa Excellenlia sa 1’ autorità dii ditto Capitanio contra la Siguoria nostra. Scrive, aver aulo lettere che si metteva a camino ducati 5000; li desidera grandemente per pagar li fanti, et si provedi dii resto. Manda una relalion di uno Bernardin Pi-zinardo è col signor Alvise di Gonzaga condutier nostro di cavalli lizieri, qual vien da Milano. Dice che li cesarei non si slargano troppo, dubitano del popolo di Milati, et che Pavia parlato a domino Alvise di Gonzaga fo fiol dii signor Lodovico, qual è con li cesarei, et li ha ditto li fanti non sono 5000, homini d’arme 200, et che dubitano di esser taiati a pezi da milanesi, però che Milan fa homini 35 mi-lia da falli, e tutti quasi è contrari di spagnoli ; et altri a visi, ut in relatione. Di sier Carlo Contarmi orator, date a Tu-bing, a dì 2. Come erano venuti avisi di la relen-tion dii Moron per il marchese di Pescara e quel secretario dii duca de Milan, e lui andò dal Serenissimo per intender la verità. Li disse era certissimo, et questo per aver voluto machinar esso Moron conira la Cesarea Maestà e il suo exercilo per il Papa et venitiani, tratando con loro nove pratiche, eie. Scrive, di la dieta di le terre franche nulla se intende, nè di quella di Maran, e manco di villani sus-siladi da numero 6000, et li andò contra il conte di.....presciente de Yspruch, con le zenle che per le altre scrisse. Scrive, lui è amatalo el non ha medici, perchè el medico el medicava, havendolo ben pagato, disse non voleva tornar perchè el vo-