325 MDXXV, NOVEMBRE. 326 el marehexe del Guasto, qual è suo nepote, et il signor Antonio da Leva, l’abbate di Nazara et Lopes Ortado. Et scrive colloquii à hauti esso Mar-chexe con esso Orator nostro, sicome dirò di sotto, 218* lette saranno in Pregadi. Et come il signor abate di Nazara li disse la bona intenlioiie di questi cesarei verso la Signoria nostra, et che ai sopraditto marehexe dii Guasto li vien portalo grande honor per esser nepote dii predillo marehexe di , Pescara. * Dii ditto, di 19, hore 20. Come quelli signori fanno continuar al principiato lavorier de li repari circa il castello; ma non fanno troppo opera per la carestia de li guastatori, i quali ancor ne siano sta comandati gran numero in le ville dii Stato, che sotto pena de esser sachizati, iamen pochi ne vengano, et si vieneno zercauo fuzer per quello miglior modo che ponno, perchè non voleno andare contra il Ducha. Quelli dii castello non cessano di tirare verso dove se lavora, ma quasi niente fanno, nè per questo essi cesarei resleriano di fare grande opera circa esso castello, se haves-seno gran copia di guastatori. Quelli dii castello vengono fora parte di loro scaramuzando con li lanzinech, et ne amazano pur qualche uno. Questi signori cesarei cavalcano qualche volta per la terra di notte per veder ciò che si fa. La città sta quieta et devota a la Cesarea Maestà, nè altro hanno se non qualche timore per esse gente. È da saper. In lettere di 18 soprascritte, par l’Orator andasse dal signor Marehexe per visitarlo in nome di la Signoria, e zonto, el disnava. Aspetò di fuora, e l’abate di Nazara li lene cumpagnia, e li disse le parole ho scritto di sopra. Inlrato poi non havea compilo di manzar, e stando a parte con Lopes Ortado, li disse quelle ¡stesse parole del suo boti animo verso la Signoria nostra. Poi apropinquato esso Oralor al Marchese, li usò parole grate hinc inde. E 1’ Oralor li oferise da Venelia cose condite suriane. Ringraliò la Signoria; parlerà con li medici. Scrive esso Oralor ha visto dillo Marehexe debile, magro, di color terreo, sospira spesso per il dolor di stomaco, parla poco, non manza molto. Item, ne P ussir di camera trovò uno zenlilhomo dii ducha di Ferrara da lui conosuto; qual li disse il signor suo Ducha tornava a Ferara e saria tin do zorni a Pavia. Item, in lettere di 19. Come li cesarei lavorano la note qualche cosa atomo al caslelo. Li maestri ordinari el exlraordinarii lievano i conti e fanno i loro officii, ma queli dii Seuato uou. Da Crema, dii Podestà et capitanio, di 19, 219 hore .... Manda questo riporlo : Da Milano, per uno mio vernilo de dillo luogo, si ha che a la richiesta fatta per il marehexe da Pescara a la terra di Milano, che dovesseno far che li officii et intrale foseno per nome di Cesare, dice che heri fi i hore 18 non li haveano dalo [risposta, e che Parlelaria dii caslelo tiravano in la terra a li alozamenti de spagnoli, et ogni zorno ne amazavano qualche uno. Li spugnoli che erano alozati a la porta Verzelina in Milano sono tirali dentro, et serato dilla porta, i quali fano bona varda al campanon aziò non li sia tolto dal populo. Riporla etiam che da uno suo amico, qual sta in corle con il Pescara, li ha dillo, che la moier dii dillo Pescara si aspetta in Milano per la malalia dii dillo, qual si alrova mal conditionato, et che spagnoli hanno dalo voce che li vien soccorso di 12 milia fanli. Item, scrive che le gente che sono in Geradada non sono mossi da li soi alozamenti, el per uno suo vernilo da Rivolta dice che homini d’arme 35 et fanli 50, quali sono alozati in dillo loco, si dieno levar domai) et andar a Romenengo per esser acordato con queli de Rivolta in -300 scudi. Dice etiam haver inteso che li homini d’arme sono alozati in Caravazo dieno andar in ditto loco di Roma-nengo. Da Bergamo, di rectori, di 19, hore .... Mandano do reporti : Bortolomio da Pontevico mandalo heri el ritornato da Milano in questa sera, referisse che per »(rata heri andando a Milan incontrò zerca 10 guastatori che erano fuzili da Milano, et domandali per lui perchè si erano parliti da la opera fuzendo come dicevano, gli risposeno che non haveano nè pan nè viu, et queli dii castelo continuamente tiravano fori et ne amazavano assai, el che haveano lavoralo poco si per il contrasto dii caslelo, come per non haver guastatori nè gente che lavorasseno. El che etiam gli disseno che queli dii caslelo heri ussileno et ne preseno da zerca 50 guastatori, el li condusseno in castelo. Et cussi etiam lui relalor zonto a Milano 219* intese. Dice, chezonse a Milan heri a hore 22, et perchè Ludi el Marti che etiam se ritrovò dentro de Milano, et vele molle bolege serale per la terra, scorse iterum per veder se così era etiam alhora et trovò che le erano aperte, et tulli lavoravano. Et perchè per ordine de mi capitano el dovea esso relator informarse quel che era de le fanlarie italiane, dice che ritrovandosi con alcuni soldati soi amici quella sera in Milano, intese che ditte fanlarie italiane era-