863 MDXXVI, FEBBRAIO. 864 cuius syncerifato et animo erga nos piene eonfidi-mus significare voluimus, ut scias quiil a nobis pro christiana quiete el prasertiin pro Halite ocio effee-lum fueril, ulque de nostro erga le Rempublicam-que islam animo ea libi pollicearis quse de oplimo Csesare expectanda eruut. Nobis enim, iam novo quodam alfeclu erga christianam rempublicam nevin-clis nihil cogitare libel, quam quo ipsant (addunc-lis publicis boslibus ad (idem et unitatelo christianam) omnino pacificare, paealainque pro viribus propagare possimus, quod anuuenle Optimo Doo facile prestare poterimus si oinues christiaui principes ac potenlalu# in nostrani huiusmodi senlen* tiain devenerint ; a qua re pro tuo in rempublicam animo nequaquam alienum iudicainus. Dalum in civitale nostra Toleli, die XXVI Januarii, Anno Domini M.D.XXVI. Regni nostri Romani séptimo. A dì 24, fo San Matio. La malina vene in Collegio di sora sier Zorzi Corner el cavalier pro-curator, savio dii Conscio, el senlò a la bancha, che più non è sialo di suso poi è rimasto savio di la Zonta. Vene l’oralor del re di Polonia nominato . . . . qual vien di Bari, Ierra di dillo Re, baula per conio di la moier, et ritorna in Poiana ; alozalo a . . . . per il qual fo mandato do Savii a terra ferma, sier Antonio Surian dolor et cavalier et sier Marco Antonio Venier el dolor. Et venulo in Collegio, disse Veneno li do oratori cesarei, videìicet- il prolo-notario Carazolo el domino Alfonso Sanzes, el apresentono una lettera di l’Imperniar, drizata a la Signoria nostra, data a Toledo a dì 26 Ze-ner, qual fo lecta; la copia sarà qui avanti scritta. Poi li oratori, zoè il Carazolo, disse come haveano haulo commission da la Cesarea Maestà di ritornar sopra la pratica di lo accordo, perchè Soa Maestà desidera haver pace con lutti; con altre parole. Il Serenissimo li usò bone parole, di la observantia nostra verso la Cesarea Maestà, et questo medemo è il nostro desiderio, dicendoli parole zeneral, et che sariano con li padri di Collegio et coetera. Da poi, fe’ inlrar in Collegio quel Marco Magno venitian, vestito a manege a comedo, qual a requi-silion de la Cesarea Maestà el del conte di Santa Se-verina locotenenle del Viceré a Napoli per il Conscio di X li è slà fato salvo condulo per 101 anno, vien di Napoli, za °35 anni fo bandito, era zovene di anni......el fo per il Conscio di X, per esser stalo insieme con Francesco Contarmi Grilo a far cerio excesso. Ilor era slà invidato molti homini docli palricii et altri ad aldir una oraliou Ialina doclissima che ’I dillo voleva far al Serenissimo. El cussi mirato den ro il Collegio con assà persone, Ira le qual io Mariu Sanudo, presenti dilli oratori fece una eccellentissima oralione imitando quella di Tullio quando ritornò iu patria, con una prononlia excellenlissima, si che meritò gran laude. Vien da Napoli dove ha il domicilio, et è mandalo. I)i Brexa, dii provedi'or zeneral Pexaro 576 ' fo lettere, date a dì 22. Il sumario scriverò di sotto, ma non fo lede in Pregadi. Da poi disnar, fo Collegio di Savii ad consulen-¿mot una materia volenotrar in Conseio di X, alcuni voi si Irali in Pregadi. Quello sarà scriverò poi. In questo zorno, partite sier Francesco Loredan qu. sier Antonio va Soracomito in DaLpatia a interzarsi con homini 50 da remo. Di Bergamo, di rectori, di 21. Per uno nostro partilo beri da Milano, ne è referilo lui haver inleso dajiersone degne di fede che 800 fanli italiani de la banda di Cesare, che erano in astesana, si sono rebellati et andati in Franza ; et che questi proximi passati giorni doi capi di essa fantaria italiana el dui banderali sono slà squartali di ordine dii marehexe dii Guaslo, et che esso Marehexe si alrova ferito ma di non molto momento. Et il resto de li avisi è scritto da questo altro lai. El per uno partito da Piasenza Marti passalo, 577 habita in Rotofredo lunlan miglia 5, habiamo el gubernalor haver fatto tagliar gran numero di legnami. Dice esser voce de 5000 roveri, et esser giolito li uno inzignero dii Papa per fortificar dilla ciltà, et haver fatto dissegni di esse fortificalion et mandati al Papa. Praeterea, per li nostri amici habbiamoe